tag:blogger.com,1999:blog-21410219858315253232024-03-05T08:08:23.695-08:00Liberi di Amare "Le cose belle accadono a chi ha il coraggio di crederle possibili". Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.comBlogger41125tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-40577720542183075692023-03-30T01:31:00.001-07:002023-03-30T08:16:15.459-07:00"NON ABBIATE PAURA DI DIRE LA VERITA''!" - Appello a tutte le guide nella Chiesa.<p> </p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcISfIVGXY4bo_fdo9kM0bDH5RGODgwdVyhNbid34sJ5hfszIQ10tcMLu_61kLwk_7YRQgir2cNq_JsoysSSGWRtXMER6Nas5zIsCsXNR1wVxDGvsuixLcMXT97xo_yiggJ47LG85BmiQKVYrEcHmVw0m1M0Z0AiFpK1DiPBNI6nln2KbPWDdOuiX8/s635/Coppia%20nella%20luce.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="445" data-original-width="635" height="448" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcISfIVGXY4bo_fdo9kM0bDH5RGODgwdVyhNbid34sJ5hfszIQ10tcMLu_61kLwk_7YRQgir2cNq_JsoysSSGWRtXMER6Nas5zIsCsXNR1wVxDGvsuixLcMXT97xo_yiggJ47LG85BmiQKVYrEcHmVw0m1M0Z0AiFpK1DiPBNI6nln2KbPWDdOuiX8/w640-h448/Coppia%20nella%20luce.jpg" width="640" /></a></div><br />Ultimamente sto vedendo un
equivoco molto diffuso anche in alcune realtà della Chiesa particolarmente ricche dal
punto di vista dei doni dello Spirito, ma dove è passata l’idea di non parlare
troppo di sessualità per non allontanare la gente. <p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Perciò durante più di una notte travagliata in cui questo pensiero non mi lasciava dormire, ho sentito il bisogno di scrivere questo articolo per cercare di chiarire alcune cose che in pochi oggi dicono: una sessualità ordinata non è fare
sesso solo con una persona alla volta e solo "quando c’è <i>l’amore", </i>a prescindere da che tipo di relazione si stia vivendo, dallo stato di vita o dal genere sessuale<i>. </i></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Una
sessualità ordinata significa fare esperienza del fatto che noi non abbiamo
bisogno di fare sesso per amare; che il sesso dice l’amore solo in una scelta
di donazione totale e per la vita all'altro che non esiste all'infuori del matrimonio, e che solo con la grazia di un
sacramento si può sperare che esso non sia un modo per usare l’altro.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">La castità non è una chiamata
particolare per i preti e per gli omosessuali a cui è chiesto di “castrarsi”
rinunciando a un “bisogno fisiologico come mangiare o bere”. La castità è una
chiamata universale all’amore vero, libero, che non possiede. Ed è una chiamata
che Dio fa a tutti! E per chi non è sposato, quale che sia il motivo (prete,
religioso, omosessuale, separato, o semplicemente single), la castità significa
anche <i>continenza</i>, cioè non avere rapporti sessuali. E se ve lo dice un
sessodipendente con attrazione omosessuale potete crederci: c’è una chiamata alla libertà lì.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Perché voi che sapete non lo
dite? Perché chi lo ha sperimentato rimane in silenzio?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Preti dove siete? Formatori,
perché restate in silenzio, se sapete?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Perché vi state preoccupando solo
di non rendere “troppo gravoso questo impegno”, anche voi che dovreste sapere quale
dono di libertà ci sia dietro?<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Vedo una Chiesa preoccupata di avvicinare e accogliere, dando mezze verità, per paura
che la Verità tutta intera faccia scappare. E se questo va bene all’inizio di un percorso, non
può essere la caratteristica costante in un cammino di crescita. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Vedo realtà che corrono a
chiedere nullità di matrimonio, invece di preoccuparsi di fare sposare le
persone solo quando <i>davvero</i> hanno fatto un incontro con Cristo e hanno capito
che non è il matrimonio che darà senso alle loro vite, ma quanto sanno amare come Lui ancora prima di trovare qualcuno da sposare. </p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Vedo preti che cercano
scappatoie emotive per giustificare il sesso dei figli loro affidati purché “ci
sia l’amore”. Ma come si educa all’amore se non sei in grado di stare con una
persona senza che quella debba appagarti sessualmente?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Vedo preti che negano duemila
anni di insegnamenti della Chiesa e del vangelo, perché loro in prima persona
non hanno mai sperimentato la bellezza della castità e si sentono castrati.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Vedo realtà dove i formatori sono
molto coscienti di cosa sia la castità, ma non formano nessuno sotto di loro
perché “da fare sesso con chiunque a fare sesso solo con il fidanzato o la
fidanzata va già bene”. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Certo che non tutto si può
subito, certo che per chi faceva sesso tutti i giorni con mille persone
diverse, arrivare a farlo solo con il fidanzato o la fidanzata è un passo in
avanti. Ma qualcuno mi ha insegnato che nella vita spirituale bisogna sempre continuare ad avanzare, o si torna indietro. E se a chi ha scoperto il profumo della libertà,
non facciamo gustare il suo sapore pieno… non stiamo facendo un servizio. Lo
stiamo privando di qualcosa.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Perché non credete alla chiamata di
grandezza che Dio ha fatto all’uomo? Perché non credete che Dio ci rende capaci
di amare così? Mi sembra di sentire ancora la voce di Gesù che spiega ai
discepoli come Mosè avesse scritto una legge “alternativa”, in cui si poteva
ripudiare moglie e marito, per la durezza del cuore di quel popolo. Nonostante
“in principio non fosse così”(Mt. 19, 8).<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Quel popolo però, il popolo di
Dio, non aveva la grazia dei sacramenti, la potenza di Dio che oggi abita in
noi grazie allo Spirito. Ma insomma, ci credete che Dio è Dio o no? Che nulla è
impossibile a Lui?<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Perché non dite la Verità? Perché
nelle vostre realtà di Chiesa lasciate che passi il pensiero che stare con una
persona del proprio sesso o di un altro sia indifferente? Non è vero.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Perché dite ai fidanzati che se
si vogliono bene possono vivere una sessualità che non li educa all’amore? <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Non è vero.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Io non dico di imporla, questa
Verità, di metterla come <i>conditio sine qua non</i> per potere camminare in
un cammino di fede, non chiedo di subordinare l’amore ad essa. Non tutti
possono capire o vivere queste cose subito, ma almeno mostrarne la bellezza e
porla come una meta possibile, questo sì.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Perché Dio non ci chiede cose
impossibili.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">E se tu prete, tu suora, tu
educatore, tu formatore, pensate che questo sia impossibile… allora forse vale
la pena di chiedersi come state vivendo voi la vostra sessualità: e se non ci
sia qualcosa di cui ancora non dobbiate chiedere a Dio di prendersi cura nel
vostro cuore.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Com’è possibile che debba essere
un laico, omosessuale e sessodipendente a ricordarvi la Sapienza della castità che
vi è stata affidata? Conosco coppie omosessuali che hanno scoperto che la
castità liberava il loro rapporto di coppia, rendendolo ciò che era chiamato
ad essere, un’amicizia elettiva che ha dato tanto frutto nella loro vita;
conosco separati che per anni hanno atteso che la Chiesa ratificasse che quel loro
primo sacramento non era mai avvenuto, senza avere rapporti con la persona con
cui stavano, pur desiderandola, fidandosi del fatto che se la chiamata alla castità
era per tutti, forse voleva dire che lì c’era un bene anche per loro; conosco
fidanzati che avevano rapporti e che hanno deciso di smettere di averne in attesa del matrimonio, riscoprendo una
verginità da cui sono stati salvati nell’Amore;<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e conosco coppie sposate che hanno scoperto un piacere sessuale al di
sopra di ogni immaginazione, solo per aver capito che il matrimonio non andava
male perché non “sc*pavano bene”, ma non sc*pavano bene perché fuori dal letto non sapevano
amarsi davvero.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Vi prego… smettete di annacquare
la ragioni della fede perché avete perso fiducia in Dio e quindi nell’uomo e
nella sua chiamata alla grandezza. Chiamate chi vive queste cose a
testimoniarle, affrontate il rischio di non essere amati per ciò che dite, e
annunciate che Dio ci salva dalla lapidazione perché ci ama oggi così come
siamo, ma per amore ci chiede anche di “andare e non peccare più” (Gv. 8,11).<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">E se voi siete i primi a non
mostrare l’errore ai figli a voi affidati, non sarà a loro che sarà imputato
questo errore, ma a voi. L’errore di migliaia di persone graverà sulle vostre
spalle. Oltre ad avere privato questi figli di una ricchezza, che forse, solo
perché a voi risultava preclusa, avete fatto in modo che nessuno dovesse avere.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Convertitevi. Convertiamoci. Non
è troppo tardi. </p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Possiamo ancora essere un segno di libertà in questo mondo che
non sa più cosa vuol dire essere davvero liberi di amare.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-27276509842332334822022-07-12T08:58:00.001-07:002022-07-12T08:58:18.068-07:00AMICI PER LA VITA: UNA COSA "DA DIO" - Ultima parte dell'intervista al gruppo LGBT "Cattolico" Gionata. <p style="text-align: left;"><span style="text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"><i></i></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i>Quarta e
ultima parte di un lavoro complesso che a partire da domande generiche ha
cercato di indagare le ragioni di quella morale che da sempre la Chiesa ha
insegnato a partire dal vangelo. In quest'ultima domanda ho cercato di andare
al fondo di cosa significhi amare davvero per un cristiano (a prescindere
dall'orientamento sessuale), dentro e fuori dal matrimonio e della grande
possibilità d'amore che la società occidentale sembra avere dimenticato, ma che
Gesù ha proposto come possibile per ogni uomo: l'amicizia.</i><b><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></b></p></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i><i style="text-align: justify;"><br /></i></i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhL1_6Ff6UoOzsBVJ7oysdAr89zH9coxdsdtJBsIOFRKS97yMK7CPNhB8RtWlFsUwATiU8Gk7_XquG-D3r0Qlt-5f06LkLtV_iZ1bEuf7U_xmin4awL3rH_KmZw-qma3ePbHyrBjS0OD0gKxU7iFYs_JXlEfTppqmDv5gyA4nmaUfi6ltOBcDxeC7ZD/s1683/amici.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="925" data-original-width="1683" height="352" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhL1_6Ff6UoOzsBVJ7oysdAr89zH9coxdsdtJBsIOFRKS97yMK7CPNhB8RtWlFsUwATiU8Gk7_XquG-D3r0Qlt-5f06LkLtV_iZ1bEuf7U_xmin4awL3rH_KmZw-qma3ePbHyrBjS0OD0gKxU7iFYs_JXlEfTppqmDv5gyA4nmaUfi6ltOBcDxeC7ZD/w640-h352/amici.jpg" width="640" /></a></i></div><p></p><p style="text-align: left;"><b style="text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">L'amore è fatto di ben altro che della semplice attività genitale - che
però ne è un componente. Perché la Chiesa ne fa, in alcuni casi (e non penso
solo all'omosessualità) un peccato? Come si fa a respingere l'amore?</span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Prima di parlare di
“respingere l’amore”, bisognerebbe capire cosa l’amore sia per un cristiano (e
quindi per la Chiesa). Non c’è parola al mondo che sia stata più equivocata e
abusata nella Storia, ieri come oggi. Dietro ad essa si nascondono infinite esperienze
che con l’amore non hanno nulla a che vedere: possesso, gratificazione, abuso
psicologico, dipendenza affettiva, piacevolezza della compagnia, sesso, scambio
di favori, convenienza, paura di stare da soli... <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Per i cristiani però non
esiste amore che non abbia come riferimento l’amore di Cristo: <i>dare la vita
per i propri amici </i>(Gv 15, 12-17)”. Gratuitamente. Perché <i>gratuitamente avete
ricevuto, gratuitamente date</i> (Mt 10,8). <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">L’amore di Cristo è un
amore che dà senza condizioni, un amore libero che rende liberi, un amore che
non possiede, ma esalta, gratifica e accresce. In ordine a questo non c’è
Chiesa al mondo che possa definire l’amare così un peccato, che a viverlo siano
un uomo e una donna o due uomini o due donne. Tutto ciò che invece non rientra
in questo modo di amare, semplicemente non è amore. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-color-alt: windowtext;">Di tutto questo però “l’attività
genitale” non è che un’infinitesima parte, peraltro non di certo la più
importante. Essa è solo <i>una</i> espressione di <i>una</i> sola delle
esperienze d’amore possibili tra due persone: l’amore sponsale. E anche in
questo caso essa ha un senso solo in forza di tanto altro, che ha a che fare con
la totalità di donazione esistenziale che solo nel matrimonio si può vivere. Come
farei altrimenti a donarti la totalità del mio corpo (e quindi la totalità di <i>me
stesso,</i> dal momento che io <i>sono</i> il mio corpo), se non ti ho donato
la totalità della mia vita? Il rapporto sessuale infatti non ha senso se non a
partire dalla verità di quella donazione, scritta nella promessa che gli sposi
si fanno. Per tutta la vita, appunto.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-color-alt: windowtext;">È per questo che solo nel sacramento la
genitalità diventa uno degli strumenti che rendono la coppia, anche nella sua
unione carnale, immagine del Dio incarnato. </span><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Non a caso, questo è l’unico atto con
cui l’uomo e la donna possono partecipare della creazione, generando nuova vita:
una cosa che nessuna coppia omosessuale, per quanto fisicamente sana, potrà mai
compiere.</span><span style="color: black; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-color-alt: windowtext;"> </span><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Per questo, per la Chiesa, l’atto
sessuale tra uomo e donna nel matrimonio ha lo stesso valore <i>sostanziale</i>
della consacrazione eucaristica sull’altare: l’unione sessuale, in comunione
con Dio, trasforma la coppia in <i>eucaristia,</i> e il letto in <i>altare.</i>
L’amore nuziale nel rapporto sessuale, diventa il dono di sé di Cristo alla
Chiesa, il sacrificio che sconfigge la morte.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Capite quanto sia straordinario?! Mentre noi, anche tra uomo e donna, ci
preoccupiamo di quanto ‘si può fare o non si può fare’, quanto toccarci,
strusciarci, spogliarci, se ci si possa masturbare a patto di non venire; se il
sesso orale possa essere un ‘gesto d’amore’; se il sesso anale sia un ‘dono di
sé’; dopo quanto tempo possiamo sentirci autorizzati a fare cosa e con chi
senza sentirci in colpa, ecc. ecc…, arriva qualcuno che alza il nostro sguardo
da quello che ci succede in mezzo alle gambe e da tutte le scuse che cerchiamo
per usare l’altro come strumento di piacere o gratificazione e ci chiede: <i>“ma
tu, sei in grado di amare davvero? Di amare come Cristo? Di diventare pane per
gli altri? Di dare la vita? Di NON possedere? Di ricevere l’altro come dono, al
di là del piacere che ti dà? Sì? E come lo sai se non sai stare con l’altro senza
saperlo attendere, senza saper rinunciare al piacere che lui ti potrebbe dare?
Dov’è la prova?”.</i></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ecco, di nuovo, se tutto questo passa come “tranchant” agli occhi del
mondo… Be’ forse è perché a volte il mondo non ha molta voglia di sentirsi
porre domande scomode sulle ragioni per cui vive le cose.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Capite come, al confronto con questo, qualsiasi altro modo di vivere la
genitalità risulti una misera imitazione e uno svilimento di ciò per cui siamo
fatti.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Tuttavia, il fatto di non potere vivere questo tipo di esperienza
nell’unione sponsale, non solo perché persone con attrazione omosessuale, ma
magari perché un marito o una moglie non ce l’abbiamo ancora (e forse non ce
l’avremo mai), non deve rattristare, perché non preclude l’esperienza
dell’amore autentico e donativo della vita. Infatti questa è un’esperienza che
può fare chiunque a prescindere dallo stato di vita. Se così non fosse, se
l’uomo potesse amare come Cristo solo nell’amare la propria moglie o il proprio
marito, questo costituirebbe un’enorme ingiustizia nei confronti di tutti
quelli che per un motivo o per un altro non hanno mai potuto vivere quel tipo
di unione. Ma Dio <i>non ha fatto l’uomo perché restasse solo</i> (Gen 2,18), tuttavia
non ha fatto tutti gli uomini perché fossero uniti in matrimonio.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Per questo motivo quando Suo Figlio ha consegnato un insegnamento
sull’amore ai suoi discepoli non ha parlato di amore sponsale, ma di amicizia. </span><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Questo significa che è nell’amicizia che si può vivere l’amore che Cristo
ci ha chiamato a vivere per essere santi.</span><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">
</span><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Perché l’amicizia può essere questo: un amore per la vita che dà la
vita.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il problema è che per
molti di noi l’amicizia ha perso completamente il suo valore fondamentale e
fondativo della persona: essa è considerata un riempitivo tra una relazione e
l’altra, o un diversivo quando la nostra relazione non funziona. Invece l’amicizia
è la prima forma di amore a cui siamo chiamati, l’unica che è possibile sempre,
per tutti, ovunque. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Persino una coppia che
non abbia amici, sarà destinata alla lunga a fare molta più fatica nella sua
vita relazionale. La nostra società ha idolatrato l’amore di coppia svalutando
quello dell’amicizia ed è questo che ci ha resi tutti più soli, in cerca di
qualcuno che ci dia senso e che ci faccia sentire desiderati attraverso una
relazione vissuta sessualmente, incapaci di accorgerci dei migliaia di potenziali
fratelli attorno a noi che aspettano solo un amico con cui poter condividere la
vita. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">L’incremento di
esperienze omosessuali tra i più giovani (e non solo) è in parte da attribuire
anche a questo: siamo talmente poco abituati a fare l’esperienza dell’amicizia
profonda che quando abbiamo un legame più stretto con un amico, invece di
prenderlo per il dono che è, ci interroghiamo se esso non debba per forza nascondere
“qualcosa <i>di più”</i>. Praticamente per sentirci autorizzati ad avere un desiderio
preferenziale con qualcuno da amici, dobbiamo farlo diventare il nostro
partner, mettendo di mezzo anche un aspetto genitale che non aggiunge niente a
quel rapporto, ma anzi lo svilisce. Dimenticando che anche Cristo, pur
essendosi donato a tutti totalmente, ha scelto alcuni in modo preferenziale su
questa terra, perché lo accompagnassero in certi momenti importanti della sua
missione pubblica, diversamente da altri. Mi riferisco a Pietro, Giacomo e
Giovanni, scelti fra gli scelti. Eppure con nessuno di essi aveva rapporti
sessuali. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Perciò va da sé che,
se l’amore sponsale non è per tutti, anche la genitalità non è per tutti. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ciò che invece è
certamente per tutti è l’esperienza dell’Amore, quello vero, quello che libera,
quello che ti apre all’altro senza possedere. Due uomini possono amarsi in
questo modo, come ama Cristo, ma per farlo non serve che vivano la genitalità.
Basta che siano amici, amici veri. Per la vita. Con un’intimità a cui il sesso
non potrebbe aggiungere nulla. Poiché come abbiamo già detto <a href="https://giorgioponte-liberidiamare.blogspot.com/2022/06/scegli-la-vita-il-sesso-la-natura-e-la.html" target="_blank">in un’altra partedi questa intervista</a>, la genitalità fra persone dello stesso sesso non ha
alcuna possibilità di diventare segno donativo, ma anzi finisce col rendere
l’altro un oggetto sessuale, volenti o nolenti, per tutti i motivi che abbiamo
già spiegato, legati all’ordine inscritto nella nostra carne. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">La Storia, anche
quella della Chiesa, è piena di testimonianze di santi amici che hanno
condiviso vita, progetti, passioni, e persino la morte, insieme, fianco a
fianco fino alla fine.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>E sfido chiunque
a dire che quello non fosse amore o che valesse meno perché non c’era la
dimensione genitale. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">È difficile costruire
amicizie così, lo so, ma d’altra parte anche trovare moglie e marito è molto
più difficile di quanto il mondo porti a credere. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">È <i>amare</i> che è difficile,
quando lo si fa davvero. Di più: è da Dio. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Perché le nostre
ferite ci rendono schiavi, e ci sono pulsioni dentro di noi che agiscono al di
là delle intenzioni che avremmo, portandoci in certi momenti a usare l’altro al
di là di ciò che vorremmo; un’esperienza di cui lo stesso San Paolo in primis
ha fatto esperienza: <i>Faccio il male che non voglio e non faccio il bene che
voglio (Rm 7,19).</i><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Tuttavia fare il Bene,
amare davvero, è possibile. O Cristo non ce l’avrebbe chiesto.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Se smettessimo di
sprecare tutte le nostre energie per trovare modi di manipolare Dio in modo da ‘fargli
fare’ quello che noi abbiamo giudicato buono per noi e ci preoccupassimo di
capire cosa Lui ha preparato di buono per noi, chiedendoGli di insegnarci ad
amare così, forse quel senso di frustrazione e risentimento che molti sentono
rispetto alla Chiesa verrebbe meno. E potremmo finalmente fare esperienza della
gratitudine verso un Dio che ci ha fatti per gustare cose molto più grandi di
quelle che la nostra piccola mente avrebbe mai potuto immaginare.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; line-height: 107%;">Un pezzo di paradiso già
su questa terra.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i>P.S.</i></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i>Se ti interessa ciò che scrivo, non solo sull'omosessualità e la fede, condividi questo articolo, seguimi anche sugli altri miei social <a href="https://www.facebook.com/giorgioponte.scrittore">Facebook</a>, <a href="https://www.instagram.com/giorgioponte.scrittore/">Instagram</a> e <a href="https://www.youtube.com/channel/UC-dCAM6_1E0Tx7dW67ZYc5g" target="_blank">Youtube</a> e dai un'occhiata ai miei romanzi su <a href="https://www.amazon.it/s?k=giorgio+ponte&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=W4GKKUFJ5CFS&sprefix=giorgio+ponte%2Caps%2C237&ref=nb_sb_noss_1" target="_blank">Amazon! </a>Ci sono molti modi con cui mi piace raccontare la bellezza della vita: il blog e la mia storia personale, sono solo alcuni di questi. </i></p>Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-45397741608256750412022-07-05T16:00:00.001-07:002022-07-05T16:00:34.123-07:00UOMINI FRA GLI UOMINI: LA PASTORALE CHE VORREI - Terza parte dell'intervista mai pubblicata di Gionata, sul sinodo tedesco e le proposte di accompagnamento delle persone omosessuali<p style="text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif;"><i></i></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia7AbtxMCope0i1TMyXBE1sbiBphqsGGGBI8EiI4gDFnLb563gyUpGtPu041CmsepQC1G8N4KdH4pyHJWw3ssV2Umwmzv1PhrJtBToeLqkOzi21IBhtYacmZ4FIWzxWYRRsDAC85oTChk3WTUMIKP5SL8MPeNcGbA5gXUx8h_46kw2UnmAQaZf-ox0/s1024/amici-1-1024x700.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="1024" height="438" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia7AbtxMCope0i1TMyXBE1sbiBphqsGGGBI8EiI4gDFnLb563gyUpGtPu041CmsepQC1G8N4KdH4pyHJWw3ssV2Umwmzv1PhrJtBToeLqkOzi21IBhtYacmZ4FIWzxWYRRsDAC85oTChk3WTUMIKP5SL8MPeNcGbA5gXUx8h_46kw2UnmAQaZf-ox0/w640-h438/amici-1-1024x700.jpeg" width="640" /></a></i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><br /></i></div><i><br /><div style="text-align: justify;"><i>Dopo <a href="https://giorgioponte-liberidiamare.blogspot.com/2022/06/gionata-la-morale-sessuale-e-il-dialogo.html" target="_blank">la prima parte</a> sulla morale sessuale nella Chiesa, e <a href="http://giorgioponte-liberidiamare.blogspot.com/2022/06/scegli-la-vita-il-sesso-la-natura-e-la.html" target="_blank">la seconda </a>sulla visione dell'omosessualità, pubblichiamo oggi la risposta a una domanda di attualità: un commento sulle conclusioni raggiunte dal sinodo in Germania, in aperto contrasto con Roma. Con una proposta alternativa a tutte le possibili "pastorali omosessuali".</i> </div></i><p></p><p><b style="text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Come giudichi le conclusioni a cui è giunto il percorso sinodale tedesco?</span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">Il motivo per cui i vescovi tedeschi siano da
sempre così “accalorati” , per così dire, nel difendere una morale sessuale
meno “rigida” in tema di omosessualità (e non solo) posso solo immaginarli a
partire dall’esperienza che ho della Chiesa italiana: in genere chi è di questo
avviso o è ingenuo e non sa di che parla, o è in cattiva fede. I primi avendo
visto nel tempo molti omosessuali soffrire per la loro condizione, e non avendo
strumenti per capire di cosa l’attrazione omosessuale sia segno, si sono
convinti che tale sofferenza sarebbe venuta meno semplicemente privando questi
figli della bellezza di una chiamata alla castità. Quasi come se, in quanto
“diversi”, non fossero in grado di rispondere alla chiamata d’Amore autentico
che Dio fa ad ogni uomo o donna sulla terra.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">I secondi… be’ direi che è già tristemente
chiaro: esiste un sommerso (e nemmeno così tanto <i>sommerso</i>) di sacerdoti
e vescovi che hanno iniziato il loro percorso all’interno della Chiesa mal
guidati, o che fin da principio ambivano solo a fare carriera per comodità e
opportunismo. Tali persone spesso conducono una doppia vita in maniera più o
meno palese, non solo per debolezza, come chiunque sarebbe in grado di capire
(ogni sacerdote è prima di tutto un uomo e in quanto tale soggetto a cadute),
ma per scelta consapevole. Scelta alla quale cercano di portare quante più
persone possibili, insegnando una dottrina diversa da quella del Magistero,
dove la castità non è contemplata e i rapporti omosessuali sono equivalenti a
quelli fra uomo e donna vissuti secondo natura. Il loro desiderio è
normalizzare una situazione che in questo modo renderebbe meno grave il loro
costante tradimento della promessa che hanno formalmente fatto davanti a Dio.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">Diverso è il caso di quei tanti sacerdoti
feriti che non avendo mai potuto trovare un sostengo valido nei loro superiori
o nei confratelli, sono diventati vittime della propria fragilità e ricadono
regolarmente nel sesso compulsivo, con uomini o donne, restando tuttavia
coscienti del fatto che questo sia un male. Questi combattono la loro personale
battaglia per la santità nel silenzio e con fatica, e non smettono di
annunciare la Verità a tutti quelli che sono loro affidati, anche se loro stessi
non sono sempre in grado di vivere quelle Verità.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Tuttavia, nel caso specifico della Chiesa Tedesca le conclusioni a cui il
sinodo è giunto fanno purtroppo optare più per la seconda opzione che per la
prima. Basti pensare che nel documento finale si sostiene che, fra le cause che
avrebbero portato a un aumento dei casi di abusi sui minori, ci sarebbe proprio
la stessa morale sessuale cattolica, che in quanto “troppo rigida” e castrante
favorirebbe comportamenti disordinati “di rigetto”, per così dire. Quindi, si deduce,
che la soluzione dovrebbe essere un ammorbidimento di tale morale.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Be’, p</span><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">ensare che rendere la morale sessuale più
“permissiva”, possa fare diminuire gli abusi, è come pensare di combattere
l’aumento degli omicidi passionali depenalizzando le pene previste per le
violenze domestiche: un non-senso. </span><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">Inoltre la tesi secondo cui sarebbe la repressione sessuale
(o presunta tale) che genera la pedofilia, viene ampiamente disconfermata dal
fatto che statisticamente il maggior numero di abusi sui minori avvengano in
famiglia, ad opera di uomini sposati che pertanto non hanno certo i supposti
problemi di “repressione” a giustificarne il comportamento.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Sulla questione mi permetto di citare un articolo che ho trovato molto
interessante di Michael Galster, presidente dell’Associazione Genitori e Amici
Persone Omosessuali (AGAPO), in cui viene commentato l’impianto argomentativo
del documento e il fatto che venga citato a sostegno di questa strampalata
teoria il filosofo Michel Foucalt, aperto sostenitore dei rapporti sessuali fra
bambini e adulti:</span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 1cm; text-align: justify;"><i><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">Nel</span></i><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"> <em><span style="font-style: normal;">Position
paper</span> </em><em><span style="font-style: normal;">[del sinodo]</span> </em><i>il
complesso tematico della sessualità e delle relazioni di potere, così come il
relativo lavoro del filosofo francese Michel Foucault, giocano un ruolo
centrale; <b>di quest’ultimo il sistema di pensiero viene ampiamente citato
come buon esempio nella cultura attuale.</b> <o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 1cm; text-align: justify;"><b><i><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></i></b></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 1cm; text-align: justify;"><i><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">In tutto ciò, però, <b>sfugge agli autori il fatto che lo
stesso Foucault</b> dagli anni ’60 fino agli anni ’80 e ’90 <b>considerava
ineccepibili sul piano scientifico gli atti sessuali tra adulti e bambini.
Inoltre,</b> a livello politico, insieme alla maggior parte degli intellettuali
d’avanguardia di quell’epoca in Francia (Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir,
Gilles Deleuze, Jacque Langue e altri),<b> propugnava l’abbassamento dell’età
del consenso agli atti sessuali a 12 anni.</b> Come può accadere una simile
cosa? Si tratta solamente di una svista da parte degli </span></i><em><span style="background: white; color: #444444; font-size: 12pt; font-style: normal;">Addetti
alla prevenzione</span></em><i><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"> della Conferenza episcopale
tedesca? <o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 1cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">(Il resto dell’articolo </span><span style="color: black; mso-color-alt: windowtext;"><a href="https://www.sabinopaciolla.com/la-chiesa-cattolica-tedesca-nella-trappola-di-foucault/"><span style="background: white; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">qui</span></a></span><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">Ecco, se chi dovrebbe parlare di una pastorale per le persone
omosessuali ha simili riferimenti, direi che questo è sufficiente a stabilire
la credibilità della Chiesa tedesca e la natura pretestuosa dei suoi
ragionamenti “acrobatici”, per giustificare qualcosa che evidentemente non
trova alcun appiglio teologico o antropologico per essere giustificato. </span><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Inoltre chi bazzica
gli ambienti clericali sa perfettamente che la conferenza episcopale tedesca è </span><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">estremamente potente all’interno della Chiesa in forza della
sua ricchezza, e che per questo da anni minaccia uno scisma da Roma su queste
questioni, facendo leva sul suo peso “economico”. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">Ma grazie a Dio, noi crediamo che la Verità non dipenda né
dagli appoggi politici, né dalla maggioranza di chi la riconosce: essa esiste
in Cristo, al di là di noi, e resterebbe tale, anche se tutto il mondo la
rinnegasse.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">In ogni caso, al di là delle discutibili riflessioni della
Chiesa tedesca, a mio parere il problema di fondo di chi, anche in buona fede,
affronta la questione della pastorale per le persone omosessuali, sta proprio
nel fatto di considerare queste persone bisognose di una pastorale <i>ad hoc</i>.
Come se fossero diverse dalle altre e quindi bisognose di cure o attenzioni
speciali. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">Perché io dovrei avere bisogno di una pastorale a parte? Non
sono io forse un uomo come gli altri? Non ho la stessa chiamata alla santità,
la stessa immagine di Dio in me, la stessa chiamata alla paternità e complementarietà
di qualsiasi altro uomo non sposato? E allora perché per me bisognerebbe
valutare delle “regole” diverse, come se diversa fosse la mia chiamata
all’amore? È un po’ come se mi dicessero: “Dio chiede a tutti di imparare ad
amare senza possedere, anche nella sessualità, ma tu non ce la puoi fare.
Quindi per te facciamo così: basta che non fai troppo sesso in giro e lo fai
solo con una persona alla volta, in una relazione il più stabile possibile,
finché dura”. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">Come è possibile che nessuno si renda conto di quanto sia
svilente questa visione della persona? Manca lo scopo, manca la prospettiva,
manca lo sguardo alto di Dio che chiama a fare cose grandi. Manca una reale
visione dell’essere umano. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">Lo scopo di una pastorale vera non dovrebbe essere quello di
trovare un modo per farci passare il tempo su questa terra senza fare troppo
male a nessuno, ma dovrebbe essere quello di avvicinarci a Cristo, per imparare
da Lui come fare il Bene, quello vero: dare la vita su questa terra per le cose
che sono del Cielo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">Questa visione della pastorale omosessuale <i>differenziata</i>
svilisce chi vive queste pulsioni perché priva le persone con attrazione
omosessuale della possibilità di diventare uomini e donne adulti, togliendo
loro la responsabilità della propria vita. Come farebbe una mamma troppo
apprensiva che permette che il figlio non vada più a scuola perché “lì lo
trattano male”, impedendogli così di affrontare la fatica del conflitto e di
scoprire le proprie risorse, e rendendolo per sempre bisognoso di qualcuno che
prenda le sue difese per lui. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">Non avendo per decenni mai parlato adeguatamente di
omosessualità nella Chiesa e nelle singole comunità – per i motivi di cui abbiamo
già detto – anche chi avrebbe voluto interessarsi della questione, oggi non ha
a disposizione nessun’altra lettura se non quella che il mondo grida da tutte
le parti. E cioè che noi nasciamo così. Da qui l’equivoco: se gli omosessuali nascono
omosessuali, vuol dire che essi sono così “di natura”, e una natura diversa deve
prevedere regole diverse. E così abbiamo permesso a una moda di diventare più
importante della parola di Dio.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">Ma questo, piaccia o no è falso. Biologicamente nessun uomo o
donna omosessuale e distinguibile da un altro uomo o donna eterosessuale.
Perciò anche chi ha attrazione per lo stesso sesso, deve rientrare nel medesimo
ordine naturale raccontato dalla Genesi. Io non sono “un omosessuale”: sono
solo un uomo ferito nella sua identità maschile che ha sviluppato un’attrazione
omosessuale per riparare a quella ferita. Un tentativo paragonabile a quello di
chi usa il sesso con le donne per fare esperienza di una forza che non sa usare
in altro modo, o a chi non sa vivere senza una fidanzata-mamma che gli tenga la
mano in ogni circostanza, salvo poi non riuscire mai a contrapporsi alle sue
decisioni; o a chi ha bisogno di masturbarsi tutti i giorni per avere la
sensazione di tenere il controllo su qualcosa in una vita di frustrazioni; o a
chi deve passare le ore in palestra per corrispondere a un’immagine idealizzata
di sé dal momento che non ha un rapporto sereno con il proprio corpo; o a chi
sa urlare e sbraitare solo con i più deboli, perché di fronte a chi gli è pari
si sente come un bambino, ecc. Ecc. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">L’omosessualità è solo uno di tutti questi sintomi possibili che
sono segno di una ferita dell’identità maschile (ma la cosa vale specularmente
per quella femminile) che oggi è condivisa dal novanta per cento degli uomini
in circolazione. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">Continuare a chiedersi perciò come e quanto ammettere o no
rapporti sessuali omosessuali più o meno fedeli (se andiamo al nocciolo, la
questione della pastorale omosessuale il più delle volte si riduce a questo),
significa perdere infinite energie dietro a un problema che non è un problema, allontanando
chi ha attrazione omosessuale dal cuore della questione: la ricerca di quel
mondo a cui guarda con mistero e paura, il mondo da cui proviene e che non
conosce. quello degli uomini per gli uomini, e quello delle donne, per le
donne.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">Io sogno il momento in cui qualcuno capirà che non serve una
pastorale per le persone omosessuali, ma una pastorale per gli uomini e una per
le donne. Una pastorale che restituisca uomo e donna a sé stessi, in un mondo
occidentale in cui tutti noi siamo stati privati della nostra propria natura. Sogno
una pastorale dove chi ha attrazione omosessuale cammini insieme a chi non ce
l’ha, per fare esperienza di quella identità comune che non ha mai creduto di
possedere: una pastorale dove attraverso l’amicizia fraterna, libera, profonda,
e non erotizzata con persone del proprio sesso, ciascuno possa fare esperienza
dell’unica verità che tutti noi cerchiamo da sempre: <i>tu sei come me. Io sono
come te. Insieme, forti dell’amicizia l’uno dell’altro, camminiamo verso
Cristo.</i><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">Restituire la centralità di valore all’amicizia è, in effetti,
ciò che risponde al bisogno vero del cuore di ogni persona, omosessuale e non. E
non certo fornirle delle scappatoie ‘legal-teologiche’ per autorizzarla a fare
sesso quando vuole e con chi vuole. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">Ma di questo magari riparleremo.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;">(3 - continua)</span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i>P.S.</i></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; margin: 0cm 28.3pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #444444; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt;"></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i>Se ti interessa ciò che scrivo, non solo sull'omosessualità e la fede, condividi questo articolo, seguimi anche sugli altri miei social <a href="https://www.facebook.com/giorgioponte.scrittore">Facebook</a>, <a href="https://www.instagram.com/giorgioponte.scrittore/">Instagram</a> e <a href="https://www.youtube.com/channel/UC-dCAM6_1E0Tx7dW67ZYc5g" target="_blank">Youtube</a> e dai un'occhiata ai miei romanzi su <a href="https://www.amazon.it/s?k=giorgio+ponte&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=W4GKKUFJ5CFS&sprefix=giorgio+ponte%2Caps%2C237&ref=nb_sb_noss_1" target="_blank">Amazon! </a>Ci sono molti modi con cui mi piace raccontare la bellezza della vita: la mia storia è solo uno di essi. </i></p>Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-45509954019933186672022-06-27T01:46:00.001-07:002022-06-28T00:53:08.991-07:00"Scegli la vita!" - Il MAGISTERO, LA NATURA E LA VERITA' DEL CORPO - La seconda parte dell'intervista "abortita" al gruppo LGBT 'cattolico' Gionata. <p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy61r92QVUxMn5xG5lOK9inTYXyHuW05svrjqQuIaBkk2Vznbbp-i0ur6-_P7pOcUgMp6MQE1zSmqs4QAJejXFO7xjyHqJGFraiWbcfPi9ra6Oxgjj-HHd3uVMBLzy4JYN5FCb7oFd0NI_BnIkNiD7hbD1y5NUCPt0djN1NPfll8DT4xxuPerR1msj/s3840/Mano%20luminosa.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1920" data-original-width="3840" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy61r92QVUxMn5xG5lOK9inTYXyHuW05svrjqQuIaBkk2Vznbbp-i0ur6-_P7pOcUgMp6MQE1zSmqs4QAJejXFO7xjyHqJGFraiWbcfPi9ra6Oxgjj-HHd3uVMBLzy4JYN5FCb7oFd0NI_BnIkNiD7hbD1y5NUCPt0djN1NPfll8DT4xxuPerR1msj/w640-h320/Mano%20luminosa.webp" width="640" /></a></div><br />Continuiamo con la pubblicazione dell'intervista richiestami a febbraio da due membri del sito gay-'cattolico' Gionata, e poi da quello stesso sito censurata. Nella prima parte (che trovate a questo<a href="http://giorgioponte-liberidiamare.blogspot.com/" target="_blank"> link)</a> si è parlato in generale della morale sessuale proposta dalla Chiesa a tutti, cercando di spiegare la bellezza "nascosta" nella sempre troppo fraintesa proposta della castità. Oggi invece pubblichiamo la domanda/risposta riguardante più specificatamente le posizioni della Chiesa di fronte a chi compie atti omosessuali, e se ha senso aspettarsi mutamenti in futuro in ambito pastorale rispetto a queste posizioni. Buona lettura!<p></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">La Chiesa ha rinnovato continuamente il suo pensiero socio-psico-pedagogico
ed antropologico, dalla <i>Rerum Novarum </i>a <i>Fratelli Tutti</i> tanto per fare alcuni
esempi - per non parlare del concilio Vaticano II. Secondo te perché non
potrebbe/dovrebbe sviluppare un punto di vista diverso rispetto
all'omosessualità?</span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Prima bisogna capire cosa significhi davvero il termine <i>rinnovamento</i>
nella storia della Chiesa. Infatti ciò che la Chiesa ha fatto nei secoli in
termini di <i>rinnovamento</i>, non è mai stato una <i>rivoluzione</i>, cioè un
azzeramento di quanto accadeva prima per ricostruire ex novo qualcosa di
completamente diverso. Nemmeno Gesù si è mai posto così nei confronti della
legge di Mosè <b><i>(</i></b></span><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><i><span style="color: black; font-size: 12pt; line-height: 107%;"><b>Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i
Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. Mt 5,17). </b></span></i>Pertanto, a ben guardare, tutte le cose
“nuove” che la Chiesa ha “scoperto” nei secoli, se così possiamo dire, quelli che noi abbiamo percepito come erano
sempre coerenti e logicamente conseguenziali con quelle precedenti, e mai
potevano porsi in contrapposizione con quanto il vangelo aveva rivelato fino a
quel momento.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">I cambiamenti sono avvenuti lentamente nel tempo, più sul piano di
sfumature e approfondimenti di significato, o su tale o talaltra pratica, ma non hanno mai
contravvenuto alle Verità strutturali consegnateci dal vangelo (oltre che dalla
realtà <i>oggettiva</i>), compresa la Verità iscritta biologicamente nel nostro corpo. Il
concilio Vaticano II in particolare è stato proprio il concilio che meno in
assoluto ha fatto questo, essendo l’unico della Storia ad avere avuto una
natura puramente pastorale, senza mettere in discussione una sola verità di
fede.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">E in questo senso quindi nessuna direzione pastorale sulla cura delle
persone omosessuali che nasca dalle riflessioni di qualsiasi concilio, può
porsi in antitesi con la Verità fondamentale che la scrittura riconosce della
natura umana. Citando letteralmente il testo, e non la traduzione corrente: <i>“E dio creò l'uomo a sua immagine. A sua immagine lo creò. Maschio
e femmina <b>LO </b>creò” </i>(Gen 1,26-27). </span><b style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">‘Lo’:</b><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"> <b>singolare. </b>Cioè uno, un’unità. Perché
l’unione naturale di uomo e donna è l’unica che esprima la completezza della
natura umana, e quindi l’unica che riveli in modo compiuto l’immagine di Dio nascosta
nell’uomo. Inoltre in nessun’altra unione le due persone possono diventare </span><i style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">oggettivamente
</i><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">una sola carne, nella carne dei figli (che </span><i style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">solo</i><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"> da questa unione
possono nascere), e nel sacramento che cambia <i>la sostanza</i> dei due sposi
facendoli “Uno” con Dio, anche quando i figli non ci sono</span><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Va da sé perciò come qualsiasi pastorale che incoraggi unioni carnali di
altro tipo, tra persone dello stesso sesso come tra persone di sesso opposto
che ricorrano a pratiche simili fuori o dentro al matrimonio, si ponga in una
posizione di per sé eretica, perché contrapposta a una Verità che è iscritta
nella nostra stessa biologia, prima che nella Scrittura: il nostro corpo non è <i>fisiologicamente</i>
fatto per essere usato così. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Se volessi tradurre il messaggio del Magistero in merito, il senso è più o
meno questo: il corpo ha delle funzioni naturali per cui è progettato e pensato
(e questa è un’evidenza scientifica e biologica, non di fede), e chi pratica un
sesso di tipo diverso da quello pensato per l’unione tra uomo e donna, sta
forzando il proprio corpo per qualcosa che non gli è proprio, e questo
certamente finirà col danneggiarlo. Infatti è questa l’unica finalità del
vangelo, e quindi del magistero che da esso deriva: che l’uomo non si danneggi.
È importante dirlo, perché a volte viene dimenticato: la Chiesa non ha alcun
interesse a condannare chi vive diversamente, ma a evitare che si faccia male.
Poiché chi fa il male, si condanna già da solo all’infelicità. </span><b style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"><i>“Ho posto davanti a te la Vita e la morte. Scegli
la Vita” (Cfr Dt 30, 19).</i></b></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">È la Vita, cioè il Bene autentico della persona, che Dio desidera. Non la
sua condanna.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Se il corpo infatti è stato creato da Dio con un ordine, andare contro
quell’ordine ha in sé qualcosa di dannoso, perché pone la persona contro la sua
stessa natura. E andare contro la nostra natura, non può mai essere un bene.
Qualcuno potrebbe dire che nella propria percezione non sente </span><i style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">naturale</i><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">
l’attrazione per l’altro sesso, tuttavia è importante capire che la nostra
natura non è identificabile semplicemente con quanto noi percepiamo come
inclinazione o desiderio, altrimenti il ladro che sente una pulsione istintiva
verso il furto potrebbe giustificare un atto oggettivamente sbagliato
sostenendo che quella sia “la sua natura”. E così non è. I desideri cambiano,
così come le pulsioni, e fare dipendere da essi la nostra identità, la nostra
“natura”, renderebbe ciò che siamo mutevole come i colori del cielo. Il
concetto di </span><i style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Natura</i><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"> infatti è un concetto molto complesso per il quale
servirebbe tutta una serie di approfondimenti impossibili da fare ora, ma mi
limito a dire che esso è strettamente collegato alla realtà del corpo e alla
finalità che in esso è iscritta, in modo simbolico, quanto concreto.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">D’altra parte per una fede che ha al centro </span><i style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">l’incarnazione</i><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"> del Verbo
di Dio e la resurrezione della </span><i style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">carne</i><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">, non è concepibile su nessun piano
una visione antropologica che stacchi l’uomo dalla realtà oggettiva della
propria carne, cioè il proprio corpo, ponendolo su un piano puramente spirituale o
mentale, di desiderio. E questo vale sempre: io posso anche desiderare essere alto due metri, ma in
alcun modo questo cambierà la realtà oggettiva del mio essere alto un metro e
settanta. Per questo non esiste modo, se non quello che sfoci nell’eresia (e
direi nell’irrazionalità <i>cognitiva</i>), per vedere un atto omosessuale di
qualsivoglia tipo come un atto che non sia disordinato e contro natura.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Infatti è molto importante sottolineare come tutto ciò che la
Chiesa dica in merito, riguardi solo questo: l’atto sessuale. La Chiesa non
si esprime mai sui sentimenti, sul cuore, sulle intenzioni delle persone con
attrazione omosessuale, perché queste sono tutte cose che attengono all’intimo
dell’uomo, e che solo Dio può conoscere. E in questo senso il suo è un messaggio
coerente: dire che gli atti omosessuali sono contro natura, dice un’evidenza
che resta tale anche quando gli stessi atti (sesso orale, anale, pratica
masturbatoria, ecc) sono compiuti tra uomo e donna (cosa che a volte qualche <i>solerte</i> parrocchiano dimentica, nel puntare il dito contro chi ha attrazione omosessuale, dimenticando che magari con la propria moglie fa le medesime cose). Non c’è nessuna
stigmatizzazione dell’attrazione omosessuale in sé. Se c'è essa non riguarda le posizioni ufficiali della Chiesa, ma il tale o il talaltro prete.</span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">A ben guardare infatti ogni atto sessuale che non sia quello naturale tra
uomo e donna si riduce in fondo a un atto masturbatorio portato alle estreme conseguenze,
dove le due persone diventano strumenti di piacere reciproco. E nessun atto
masturbatorio può essere espressione di un amore donativo. Il che è tanto
oggettivo da non poter esser messo in discussione nemmeno dalle migliori intenzioni di chi lo compie.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Come abbiamo già detto infatti, non sono i desideri o le intenzioni a cambiare la realtà oggettiva delle cose. Uno scrittore
americano, Philip K. Dick, diceva che “la realtà è quella cosa che esiste anche
quando hai smesso di credervi”. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Per quanto non sempre sia facile discernere, una cosa
resta buona o cattiva al di là dell’opinione che noi ne abbiamo. Persino un uomo
che si fa saltare in aria per uccidere quelli che ritiene dei miscredenti, lo
fa nella convinzione di stare facendo il bene. Tuttavia questo non renderebbe migliore il massacro di decine di persone in un attentato terroristico. Dinnanzi a Dio forse un terrorista potrebbe non essere giudicato colpevole, se è stato manipolato fin da
quando era piccolo, se davvero gli è mancata la possibilità di comprendere ciò
che stava facendo, se quindi gli è mancata una vera libertà di scelta, ma il
suo omicidio resterebbe comunque male in sé, a prescindere dal fatto che lui ne fosse cosciente o no.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Questo è logico e conseguenziale e sebbene, (ed è ovvio) qui non si voglia
dire che un atto sessuale contro natura sia paragonabile a una <i>strage
terroristica </i>(pietà, ora non mettetemi in bocca cose che non ho detto!), il principio di fondo resta lo stesso: se una cosa è male, resta
male, al di là della sincera buona fede di chi la compie.</span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Q</span><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">uindi, lo ribadisco, qualsiasi “pastore” manipoli la
teologia e la Scrittura per giustificare teorie che non considerino la realtà
oggettiva del corpo, '<i>spiritualizzando'</i> l’essere umano e le sue azioni solo in
funzione dei propri desideri, sta dicendo </span><i style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">un’eresia </i><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">(e purtroppo il più delle volte, al contrario del terrorista di cui sopra, ha gli strumenti culturali e cognitivi per esserne consapevole. </span><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Sui motivi per cui fior fiore di sacerdoti e teologi si
siano impegnati in tal senso, ci sarebbe molto da dire, ma mi riservo di farlo
successivamente).</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">In conclusione voglio solo ricordare ancora una volta come tutto ciò che ho
detto non costituisca per me un giudizio morale su chi vive la sua sessualità e
l’omosessualità diversamente. Ricordo che io ho fatto (e a volte mi può ancora
capitare di fare) <i>molti</i> di quegli atti sessuali, sia promiscuamente, che
in relazioni con uomini a cui volevo bene. Conosco le dinamiche che si
instaurano tra persone dello stesso sesso e sono il primo a capire chi le vive
e non riesce a fare a meno di viverle. Ma questo non mi ha mai tolto la
capacità di chiamare le cose con il loro nome, al di là dell’amore che potevo o
meno provare per coloro con i quali mi sono assunto la responsabilità di vivere
quegli atti. </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ed è proprio in virtù dell’esperienza che ho (e di quella di migliaia
di altri fratelli che ho conosciuto, anche non credenti) che posso dire che i momenti
in cui non avevo rapporti con quegli uomini che avevo cercato di amare, erano
anche quelli in cui li stavo amando davvero.</span><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">(2 - continua)</p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i>P.S.</i></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i>Se ti interessa ciò che scrivo, non solo sull'omosessualità e la fede, condividi questo articolo, seguimi anche sugli altri miei social <a href="https://www.facebook.com/giorgioponte.scrittore">Facebook</a>, <a href="https://www.instagram.com/giorgioponte.scrittore/">Instagram</a> e <a href="https://www.youtube.com/channel/UC-dCAM6_1E0Tx7dW67ZYc5g" target="_blank">Youtube</a> e dai un'occhiata ai miei romanzi su <a href="https://www.amazon.it/s?k=giorgio+ponte&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=W4GKKUFJ5CFS&sprefix=giorgio+ponte%2Caps%2C237&ref=nb_sb_noss_1" target="_blank">Amazon! </a>Ci sono molti modi con cui mi piace raccontare la bellezza della vita, e mi piacerebbe se conoscessi anche gli altri, attraverso le mie storie.</i></p>Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-70194195437424921972022-06-20T12:03:00.007-07:002022-06-27T01:24:18.881-07:00GIONATA, LA MORALE SESSUALE E IL DIALOGO MANCATO - Prima parte di un'intervista su un dono che la Chiesa da tempo ha dimenticato di custodire (E sul perché il Papa non sta dicendo niente di nuovo). <p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsameDs0GgK8W95ILfkJzAMmUYv7zVSYKus3Mrq4PabE2WGgemNmK7jrLh1VuymV9RpO0X5vq1n5znwxHZFZDkiGkoQvTjgsUcWpk7qi2tieoDA7YmeSEJJwBm_oouuOYq4R7NG8qh_whMtyUDGNQc3ZKIX6CIepQtUB61zT_Hro2lEGl-vMOfjK9F/s1200/mani%20fidanzati-1-1200x675.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="1200" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsameDs0GgK8W95ILfkJzAMmUYv7zVSYKus3Mrq4PabE2WGgemNmK7jrLh1VuymV9RpO0X5vq1n5znwxHZFZDkiGkoQvTjgsUcWpk7qi2tieoDA7YmeSEJJwBm_oouuOYq4R7NG8qh_whMtyUDGNQc3ZKIX6CIepQtUB61zT_Hro2lEGl-vMOfjK9F/w640-h360/mani%20fidanzati-1-1200x675.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><p></p><p style="text-align: justify;">Il 12 Febbraio di quest'anno mi ha contattato un membro del gruppo LGBT cristiano Gionata, Silvia Lanzi, insieme alla sua compagna unita civilmente, per chiedermi un'intervista da pubblicare sulle pagine del loro sito. La richiesta mi ha perlomeno stupito, dal momento che è ben noto come io consideri pressoché eretici i gruppi cristiani LGBT, quantunque siano spesso bazzicati anche da preti cattolici di dubbia fama, e in alcune diocesi siano anche diventati (a volte per sola ingenuità dei singoli vescovi locali) i soli referenti di una non meglio classificata "pastorale omosessuale" (che già solo nella denominazione fa accapponare la pelle).</p><p style="text-align: justify;">Eppure. Eppure Silvia e sua moglie sono apparse sinceramente interessate a sentire "per una volta un punto di vista diverso", di qualcuno che cerchi di vivere ciò che il Magistero della Chiesa da sempre propone per tutti gli uomini e le donne di ogni tempo (e non solo per chi ha attrazione omosessuale), come il Papa ha recentemente ricordato suscitando tanto scalpore. Parliamo naturalmente della Castità.</p><p style="text-align: justify;">Che <i>cerchi </i>di viverla, ci tengo a sottolinearlo. Perché sul riuscire, si fa sempre fatica. I miei detrattori infatti godono sempre molto del fatto di poter dire di avermi incontrato in questo o in quel sito di appuntamenti, o di aver conosciuto qualcuno che con me è persino venuto a letto, salvo però dimenticare che io sono sempre il primo a dire di non vivere una castità piena, se non a fasi alterne, ma che nonostante questo nella castità riconosce un valore. </p><p style="text-align: justify;">Perché, grazie a Dio, io non credo che la Verità sia relativa o dipendente da chi la annuncia: se una cosa è Bene, resta tale anche quando tu non riesci a viverla del tutto. </p><p style="text-align: justify;">Ecco, Silvia e la sua compagna questo di me l'avevano capito. E non volevano la mia intervista per poterla manipolare in qualche modo a loro piacimento: loro volevano davvero iniziare un confronto con un'esperienza diversa. Ci tengo a sottolineare questo: ho avuto completa carta bianca nel poter spiegare dettagliatamente tutte le ragioni, mie ma soprattutto della Chiesa, nel difendere qualcosa che è per il Bene della persona e non per la sua castrazione. Anche per il Bene delle persone con attrazione omosessuale, come tanti meglio di me potrebbero testimoniare.</p><p style="text-align: justify;">Purtroppo però questo confronto che si è rivelato piacevole e fruttuoso tra me e le due donne, non si è rivelato altrettanto fruttuoso nel momento in cui l'intervista è stata proposta al direttivo del sito di GIONATA, che ne ha negato la pubblicazione. </p><p style="text-align: justify;">Potrei dettagliare gli infiniti scambi di messaggi e email con cui, chi si fa così spesso ambasciatore di 'inclusività', 'rispetto' e 'diritti negati', ha trovato mille scuse per negare a me il diritto di raccontare la mia storia e le ragioni della mia fede su un sito che, a quella fede, ha spesso piacere di lasciarsi affiliare, come "LGBT Cattolico". Ma a quanto pare i paladini del dialogo e della libertà, lasciano la libertà di "dialogare" solo a quelli che la pensano come loro.</p><p style="text-align: justify;">Stupito? No, non lo sono.</p><p style="text-align: justify;">Rattristato sì. Perché nel vedere la bellezza dell'incontro con Silvia, e la sua capacità di riconoscere il Bene in un confronto paritario e non ideologico, per un attimo avevo davvero sperato di avere un'opportunità per arrivare a chi in buona fede voleva capire qualcosa della proposta della Chiesa, senza pregiudizi. Ma questa opportunità non è stata colta, con grande rammarico mio quanto di Silvia e la sua compagna. E almeno questa realtà si è rivelata per ciò che è: un gruppo attivista come un altro, che dopo aver partecipato al pride, si diletta in più anche nell'andare a messa. </p><p style="text-align: justify;">A voi ogni altra considerazione.</p><p style="text-align: justify;">Ciò che ne è venuto però è un lavoro del cui valore resto convinto, ed è per questo che, d'accordo con Silvia, come da infinite mail suddette, ho deciso di pubblicare nelle prossime quattro settimane le quattro domande che mi sono state poste, in quello che resta un tentativo lodevole di cercare una strada e dei fratelli, laddove altri ti hanno insegnato a vedere solo nemici.</p><p style="text-align: justify;">Ed ecco perciò a voi la prima domanda-risposta con il cappello introduttivo che Silvia e la sua compagna avrebbero dovuto pubblicare su Gionata. </p><p style="text-align: justify;">Buona lettura!</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il nostro di oggi è decisamente un ospite fuori dal coro rispetto agli
altri. Si chiama Giorgio Ponte, è uno scrittore, ed è omosessuale. Niente di
nuovo, direte voi. Se non che è cattolico praticante - bella storia, anche mia
moglie lo è. Ma a differenza sua lui prova a seguire i dettami della morale
sessuale della Chiesa - che detto così è un po' brutale e alquanto riduttivo. Per
capire meglio il suo percorso di fede e il suo pensiero, ho deciso di farci
quattro chiacchiere: ne è risultata un'intervista molto appassionata e
appassionante, piena di spunti di riflessione. Una delle più coinvolgenti mai
fatte, perché è il confronto che ci accresce.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ecco cosa ci siamo detti.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ex abrupto. Non credi che il Catechismo della Chiesa cattolica sia troppo <i>tranchant</i>
per quanto riguarda la sessualità (tutta la sessualità)?</span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">A un certo punto del mio percorso di fede mi sono assunto la responsabilità
di mettere in discussione tutto ciò che la Chiesa mi aveva da sempre proposto come
buono, perché, per quanto mi sia sempre fidato che lo fosse, ero convinto che
questo non mi esimesse dal chiedermene le ragioni. In questo modo, senza dare
nulla per scontato, e grazie anche ai successivi studi di teologia, ho avuto
modo di sperimentare che non c'è fede al mondo che rispetti e valorizzi
la sessualità (ma direi la <i>persona umana</i> nella sua interezza) più della fede
cattolica.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">San Giovanni Paolo II con la sua <i>teologia del corpo</i> ha insegnato per
anni come il maschile e il femminile, nella loro complementarietà
fisiologica, ci parlino di un Dio che è amore, partendo proprio dalla
concretezza della <i>carne</i>, (a questo proposito consiglio il libro di due
miei amici che hanno fatto del loro cammino di coppia, l’occasione per sperimentare
quegli insegnamenti: <a href="https://www.amazon.it/cielo-nel-corpo-Teologia-corpo/dp/886244950X" target="_blank">“Il cielo nel tuo corpo”</a> </span><span style="background-color: transparent;"><span style="color: #222222; font-family: Times New Roman, serif;"> di Lodi e Cavicchi).</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 16px;">Le parole non bastano a descrivere quanto grande sia ciò che la Chiesa ci consegna in merito: una bellezza che parla di Dio attraverso ogni singola parte del nostro corpo, in ogni funzionalità biochimica e psicologica, prima che spirituale.</span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">In un mondo in cui il sesso è visto come un’attività come un’altra da
vivere nella coppia (e ormai nemmeno più nella coppia, al pari di uno svago
qualsiasi che si può praticare fra amici in ogni momento, come un corso di
pilates o una pizzata insieme), la Chiesa restituisce un valore alla corporeità, e
quindi al sesso, che solo un Dio incarnato può rivelare. Un Dio che ha fatto
del nostro corpo qualcosa di <i>divino</i>.</span><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Se questo sia da giudicare ‘tranchant’, io non lo so. A me sembra solo meraviglioso.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Anche su un piano umano (e come potrebbe essere diversamente nella religione
del Dio<i>-uomo!</i>) ciò che molti percepiscono come una castrazione, la
castità (che in una relazione non matrimoniale significa <i>anche </i>- ma <i>non
solo</i> - continenza) in realtà è una grande occasione per imparare ad amare
nella libertà, insegnando il valore umano della fatica e dell’attesa. Infatti non
rispondere automaticamente ad ogni impulso (sessuale e non) è ciò che ci
differenzia dalle bestie, oltre ad essere ciò che di educa a diventare adulti, perché costringe a stare nella frustrazione del proprio capriccio momentaneo. </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Solo così imparo a uscire da una visione del rapporto (e direi della </span><i style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">vita</i><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">) adolescenziale,
dove tutto ciò che voglio devo averlo subito e senza sforzo. Peraltro quando
l’altro non è oggetto del mio appagamento sessuale, inizio a vedere molto prima
tutte quelle imperfezioni, limiti e difetti che è necessario che io veda, per
capire se lo sto amando davvero per ciò che è e non per l’idea che mi sono
fatto di lui/lei. </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Conosco coppie che sono andate avanti anni e anni prima di vedere
che non erano fatte per stare insieme, solo per l’interdipendenza e
l’annebbiamento cui il sesso li aveva abituati. Invece, senza quella maschera
che tutto esalta e migliora, l’altro si rivela prima per quello che è, imperfetto, e
questo fa sorgere subito evidente la domanda: ma io voglio stare con te perché
sei tu, o sto con te solo perché tu mi gratifichi (non solo sessualmente)?</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Quello che a prima vista appare come una visione <i>tranchant</i>, dipende
da un atavico difetto di comunicazione che la Chiesa spesso e per troppo tempo
non ha saputo gestire, parlando più di ciò si poteva o non si poteva fare,
piuttosto che della bellezza che la morale e il vangelo custodivano e di come essa aiutasse
l’Amore a crescere. </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Non mi riferisco alle istituzioni ufficiali (ci sono
infiniti documenti bellissimi in merito), ma a chi ha avuto a che fare con le
persone direttamente nella vita di tutti i giorni: i sacerdoti. Non è una
colpa: il mondo era diverso, molte cose erano date per scontate. </span><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 16px;">Per troppi secoli la Chiesa ha vissuto di rendita in un mondo dove era Lei a "dettare le regole" e perciò col tempo in molti si sono dimenticati di essere tenuti a dover dare ragione della speranza che quelle "regole" custodivano, anche in questa materia. Fino al punto in cui oggi i preti stessi molte volte hanno smesso di credere che delle ragioni ci siano. </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 16px;">Ed è accaduto così che al</span><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">la gente siano rimasti in mente solo tutti gli apparenti ‘no’ a certi comportamenti che il Magistero dava (e dà) a partire dal Vangelo, ignorando che dietro ciascuno di quei 'no' ci fosse sempre un ‘sì’ a
qualcosa di molto più grande, bello e di valore di quanto, chiunque passi il
tempo a sbandierare la ‘liberazione sessuale’, possa mai avere fatto
esperienza.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Esistono migliaia di testimonianze in tal senso: gente che ha vissuto il
sesso come il mondo diceva, e che hai poi riscoperto il valore della castità
nel suo significato più profondo, come la <i>vera</i> liberazione. Una
liberazione grazie alla quale ha poi anche potuto godere fisicamente, con
un’intensità al di sopra di qualsiasi cosa sperimentata in precedenza, l’unione
sessuale con la persona con cui aveva scelto di unirsi in matrimonio, dopo
un’attesa fatta di ricchezza più che di rinuncia.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="background-color: transparent; color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">È </span><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">così, </span><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 16px;">questa speranza è autentica</span><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">: la castità ha delle ragioni umane e spirituali! Basta
cercarle. Con l’aiuto di Dio, naturalmente. Da soli, è una grandezza alla quale
è difficile aspirare.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">A questo proposito ci tengo a precisare che non è mio interesse (né mio
diritto) dare un giudizio morale su chi, per diverse ragioni, non sia in grado
di vivere la sessualità così. Io stesso di sesso ne ho fatto moltissimo e rispetto ad esso ho vissuto e vivo a fasi alterne forme di dipendenza più o meno gravi, ed è
proprio per questo che capisco bene le molte difficoltà che può incontrare chi
non riesce a vivere una chiamata del genere pur riconoscendone la bellezza. Ciò
non toglie però che questa chiamata sia per <i>tutti </i>gli uomini, e non solo
per gli omosessuali. E se Dio chiama ogni uomo o donna a vivere qualcosa, vuol
dire che quel qualcosa deve essere in qualche modo possibile per tutti, con il Suo
aiuto. </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Altrimenti come si spiegherebbe la chiamata universale alla santità? Rinunceremo
anche a quella? O faremo finta che riguardi sempre qualcuno più "bravo" di noi? Eppure sappiamo che non è così. </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">I santi non erano bravi. I santi si sono solo fidati di Qualcuno che era più <i>bravo </i>di loro. Perché non è la castità o il seguire tutte le regole in sé che fanno la differenza, ma il fidarsi di un Dio che conosce l'uomo meglio di quanto lui conosca sé stesso e per questo lo invita a vivere con Lui ogni cosa, compresa la sessualità, nel modo in cui Lui l'ha pensata per la sua gioia. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">È un cammino, certo, e il cammino è fatto anche di cadute. Tuttavia, senza
avere una meta verso la quale camminare, nessuno di noi si porrebbe mai il
problema di provarci. </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ed è solo quando ci provi, in un cammino di Verità, che inizi a sperimentare quanto la Chiesa avesse ragione nel
proporre un certo tipo di valore, nella sessualità, come in tutto. Perché Essa non parla da sé stessa, ma per Colui che è la Verità. </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Nella mia esperienza di uomo ferito, io posso testimoniare che tutte le volte che ho potuto vivere una castità piena, sono state anche quelle in cui ero più felice. E badate, non ero felice perché non facevo sesso, ma al contrario: </span><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">non avevo bisogno di fare sesso perché ero felice. </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Infatti il sesso che non è unito a una vera esperienza di donazione totale (che solo in Dio può essere tale), di solito serve a coprire varie forme di infelicità e frustrazione, più o meno consapevoli. Perciò per vivere una castità piena, più che preoccuparci di come non fare sesso, dovremmo chiederci cosa stiamo cercando di coprire con il farlo. E ascoltare quel grido del nostro cuore. </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Per quanto mi riguarda io ero felice perché stavo amando qualcuno libero dal bisogno di possederlo. E quel modo di amare, mi faceva fare un'esperienza vera di Gesù. </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Solo Cristo, infatti, può insegnare ad amare così. </span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt;">Perché solo Lui, mostra all'uomo, come essere Dio.</span></p><p></p><p style="text-align: justify;">(1- continua)</p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i>P.S.</i></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i>Se ti interessa ciò che scrivo, non solo sull'omosessualità e la fede, condividi questo articolo, seguimi anche sugli altri miei social <a href="https://www.facebook.com/giorgioponte.scrittore">Facebook</a>, <a href="https://www.instagram.com/giorgioponte.scrittore/">Instagram</a> e <a href="https://www.youtube.com/channel/UC-dCAM6_1E0Tx7dW67ZYc5g" target="_blank">Youtube</a> e dai un'occhiata ai miei romanzi su <a href="https://www.amazon.it/s?k=giorgio+ponte&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=W4GKKUFJ5CFS&sprefix=giorgio+ponte%2Caps%2C237&ref=nb_sb_noss_1" target="_blank">Amazon! </a>Ci sono molti modi in cui mi piace raccontare la bellezza della vita, e mi piacerebbe se conoscessi anche quelli, attraverso le mie storie.</i></p>Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-47787914284743166022022-01-02T10:30:00.002-08:002022-01-02T10:31:15.860-08:00A TE O DIO - Il mio personale ringraziamento per il 2021. Perché c'è sempre un motivo per dire grazie.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiP--RvnrA8dwJ8G9bIFZO1bFO6Im_OAO5yIEHmPsk03WrUtwDUt2O0JJVnTV3aEoiO7BG17sgHTP_qQwgTVEkOu8DBcUx11M90ZHSXmzCxpyQLKTfR7KEiTrdXoP829RUKJXBQFRO3wOg_P_sg1xj_tJPaH6ovgd1NhCieBYYVTubVu6-ZdjhRnO7S=s4000" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3000" data-original-width="4000" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiP--RvnrA8dwJ8G9bIFZO1bFO6Im_OAO5yIEHmPsk03WrUtwDUt2O0JJVnTV3aEoiO7BG17sgHTP_qQwgTVEkOu8DBcUx11M90ZHSXmzCxpyQLKTfR7KEiTrdXoP829RUKJXBQFRO3wOg_P_sg1xj_tJPaH6ovgd1NhCieBYYVTubVu6-ZdjhRnO7S=w640-h480" width="640" /></a></div><p style="text-align: justify;"><br /></p>Quanti sorrisi hai perso in questi due anni? Quanti
abbracci, quante cene, quanti pranzi, quante carezze, quanti traguardi da
condividere, pianti da consolare, risate da distribuire, nodi da sciogliere…<p></p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Mentre sceglievo le foto per dare il mio personale <i>Te Deum</i> a
un altro anno di esistenza che si scioglie, so di poter rispondere: io non ho
perso niente. Perché per tutto ciò che ho perso, ho guadagnato di più, e in
ogni momento ho cercato di vivere tutto, appieno, fin dove mi era permesso e
oltre. E lodo Dio per tutto.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Perché mi fido che tutto ciò che ho perso dovevo perderlo, <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">perché credo che chi se n’è andato era giusto che se ne
andasse,<br /> <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">perché so che il dolore da vivere era giusto che andasse
vissuto, <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">e capisco che persino il peccato che ho commesso serviva a
ricordarmi come la vita sia tutto questo: bene e male; pianto e riso; tristezza
e gioia, peccato e redenzione.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Lo era prima del 2020. Lo sarà dopo il 2021.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">In questo anno ho avuto l’onore di camminare accanto a
ragazzi giovani dal valore inestimabile, cercando di mostrare loro gli uomini
liberi che saranno un domani, lontano da me, quando diventeranno padri a loro
volta;<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgniWu0lKs3eaTUrl0LWkaPdMyJRFNCJazaMd1gEAKFcVyKkrcmz6NQ1r3mRtVwzc8IlBAKumAd1ljCDAqFOgxMbvtlj7sTJDdfGMN6M-bXIBpLMshecy666_PrtJhD2KkQ6LUp0R-EEsF3xATFpjMMElc9_x10EpDQ-dgH8eMuKdOl_3TQPPvFbukd=s3264" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2448" data-original-width="3264" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgniWu0lKs3eaTUrl0LWkaPdMyJRFNCJazaMd1gEAKFcVyKkrcmz6NQ1r3mRtVwzc8IlBAKumAd1ljCDAqFOgxMbvtlj7sTJDdfGMN6M-bXIBpLMshecy666_PrtJhD2KkQ6LUp0R-EEsF3xATFpjMMElc9_x10EpDQ-dgH8eMuKdOl_3TQPPvFbukd=w400-h300" width="400" /></a></div>ho avuto la grazia di scoprire degli amici nascosti dietro
la maschera di “colleghi” e la fortuna di scoprire chi fra quelli che credevo “amici”
indossava solo una maschera;<o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">ho avuto il dono di trovarmi a condividere Dio con chi avevo
cercato per condividere sesso;<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">ho vissuto momenti di normalità dove regnava la pazzia;<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">ho pianto solo quando davvero valeva la pena di farlo e ho avuto
la grazia di poter ridere quando molti altri piangevano;<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">di tutto ho goduto secondo quanto poteva essere goduto: ho riscoperto
la scrittura, ho ripreso timidamente a credere nel mio sogno, ho lasciato il
lavoro, ho potuto di nuovo avere la grazia di sperimentare la Provvidenza, ho
viaggiato in Italia e fuori quando il mondo intero diceva di restare a casa; <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">ho visitato un paese fatto di sole, di luce, di vento freddo
e di alberi, di Dio e dei sapori forti che hanno le cose semplici, e ho potuto
farlo con un amico al mio fianco;<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">ho ritrovato i compagni di strada persi e me ne sono fatti
di nuovi;<br /><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">ho scoperto che per chi cerca il Vero sempre, non esiste
nazione o cultura che possa dividere;<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">ho lasciato andare commosso chi mi ha amato fin da prima che
nascessi, grato del coraggio con cui ha vissuto con dignità e Bellezza fino
alla fine;<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">ho potuto ricordare che la croce è pesante, ma non è la
fine.<o:p></o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiR20r-a6N1_gSDH9XwpDesTobwLSH37AOlvOTv7V-I8HDxrxQKNjeQl0tgvfyOVC_70WB53op7HzpMb_awkeX1KDfM0MolhB5EYBPaThK5NesIZ_YmCAG0xb_JXh1IB2Xld8M6MLu3mAX3eU83NzyTaTSk-zTOLlqduZNDdE0RsFDlXe_D4M3XVLUp=s3264" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="3264" data-original-width="2448" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiR20r-a6N1_gSDH9XwpDesTobwLSH37AOlvOTv7V-I8HDxrxQKNjeQl0tgvfyOVC_70WB53op7HzpMb_awkeX1KDfM0MolhB5EYBPaThK5NesIZ_YmCAG0xb_JXh1IB2Xld8M6MLu3mAX3eU83NzyTaTSk-zTOLlqduZNDdE0RsFDlXe_D4M3XVLUp=w300-h400" width="300" /></a></div><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Forse tu che leggi non hai potuto godere di queste cose.
Forse la paura ti ha schiacciato, il dolore ti ha sommerso, e l’ansia per ciò
che ancora non è ti impedisce di respirare. Forse leggendo le mie parole provi
rabbia, e forse quella rabbia cela un’invidia che non osi nemmeno ammettere con
te stesso. Per qualcuno apparirò pazzo, per altri irresponsabile, per molti sarò
un bugiardo. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ma tutto questo non è né un mio merito, né una mia colpa.
Questo lo fa Dio, per tutti. Un giorno alla volta, 365 giorni all’anno. Nel
presente. Sempre. Anche quando non lo senti, anche quando non ci pensi. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ogni volta che ci riprovi, che torni a guardare Lui, ti
accorgi che Lui era sempre stato lì. Persino quando avevi perso te stesso, Lui
non aveva perso te.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Perché "se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?" (Rm 8,31). E se lui ci
guida lo fa in tempo di pace come in tempo di guerra; se si occupa di noi lo fa
nella gioia come nel dolore; se ci ama lo farà prima della pandemia e anche
dopo. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">O è vero, o non è vero. O lo credi, o non lo credi. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgMQ0DPqcPYxzA2JtSC80ptFW9IFDHr_BtGqr2PyKyFaRhHpuBm5WiDVnaMM4hRCTNiPAb8OA7uMBFgMXEhAhzPs3k_hlz-lBr9-kFV8dSTAeKtW9MJZnVZsQkUK4x_2u-wkl5BGqmkr8g6cL0fMPeOnXM4XhsFRZWOerUX9IOOpmp50cqjZS4-VoY0=s3264" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2448" data-original-width="3264" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgMQ0DPqcPYxzA2JtSC80ptFW9IFDHr_BtGqr2PyKyFaRhHpuBm5WiDVnaMM4hRCTNiPAb8OA7uMBFgMXEhAhzPs3k_hlz-lBr9-kFV8dSTAeKtW9MJZnVZsQkUK4x_2u-wkl5BGqmkr8g6cL0fMPeOnXM4XhsFRZWOerUX9IOOpmp50cqjZS4-VoY0=s320" width="320" /></a></div><br />E se lo credevi prima, quando stavi nell’illusione che tutto
fosse sicuro e prestabilito, tanto più dovrai crederlo oggi che hai scoperto
che non c’è nulla di sicuro o certo che non sia la morte. O il Suo amore.<o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">E se non lo hai mai creduto, guarda all’evidenza: si può
ancora vivere, si può sempre gioire. Se c’è chi lo fa, vuol dire che si può.
Non vivendo nel ricordo di quando le cose andavano meglio; non aspettando il
tempo in cui le cose miglioreranno: lo si fa oggi. Qui, ora.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Come si fa a non dire grazie? Come si fa a non vedere come "tutto concorre al bene per coloro che amano Dio?" (Rm 8,28)<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Un anno di pandemia in meno. Un anno di vita in più.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Scegli tu cosa vedere in ciò che vivi.<o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Io ho scelto di dire grazie, ancora una volta.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj2jpuuDZIc84_tb7wNn8RdGwzWoixVlNeZvzxo7bMlJEBe0MHSj2RIbBeSXEqO5JlbLfv65Y4JSGpV-FfYsy5uJSIH1x4V9Xphg9BCFbDzbcx2qHb3TNBVZ9JVAKg-kJxO4wFMpPPo1UHX8rmFiM38XGTXNTozzqOL9ON8QJKMxs354FjQVQCz21Xy=s3264" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3264" data-original-width="2448" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj2jpuuDZIc84_tb7wNn8RdGwzWoixVlNeZvzxo7bMlJEBe0MHSj2RIbBeSXEqO5JlbLfv65Y4JSGpV-FfYsy5uJSIH1x4V9Xphg9BCFbDzbcx2qHb3TNBVZ9JVAKg-kJxO4wFMpPPo1UHX8rmFiM38XGTXNTozzqOL9ON8QJKMxs354FjQVQCz21Xy=w480-h640" width="480" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiSLs6H1qvt4e0hb0bKYfQ4aIwWW9mfx6D7h9BREqiTHql6LbMw42DYOof4bTrNqh0U3F49galncK6KfRFUq1RUJC6qnN5qqlZE5UnBJ3h-lRA_DfWo9jXHHoADBOueiyzDs4TzOmqkCHt_B3JlmpJy0hcZPb58dXbeJt72cfXsbT_Qp3IFxbR0ulr3=s3264" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2448" data-original-width="3264" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiSLs6H1qvt4e0hb0bKYfQ4aIwWW9mfx6D7h9BREqiTHql6LbMw42DYOof4bTrNqh0U3F49galncK6KfRFUq1RUJC6qnN5qqlZE5UnBJ3h-lRA_DfWo9jXHHoADBOueiyzDs4TzOmqkCHt_B3JlmpJy0hcZPb58dXbeJt72cfXsbT_Qp3IFxbR0ulr3=w640-h480" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjz0Noq2oUjvSZwkA6NFtbcxGpEF68XvUA0io0o95clcU46Lf5a7KGTXEH48NRjMuY116Bl-0dj6U0CP1nxdLCMDo9uAHBD4lGMXjje_bFtxfU3TJkoFeYL0BrSvU4wRSgzh0PaBOggdQi6k5KbcdktFlaVgMAtxtpS9xAfvPCfHpeh349hDm8uHtXh=s4000" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="3000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjz0Noq2oUjvSZwkA6NFtbcxGpEF68XvUA0io0o95clcU46Lf5a7KGTXEH48NRjMuY116Bl-0dj6U0CP1nxdLCMDo9uAHBD4lGMXjje_bFtxfU3TJkoFeYL0BrSvU4wRSgzh0PaBOggdQi6k5KbcdktFlaVgMAtxtpS9xAfvPCfHpeh349hDm8uHtXh=s320" width="240" /></a></div><div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: right;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiMY6Z0Ept-vTJKPRezqjHG0UUg_9AzB7e--z4wgkg6GkFzfXYouca0m29EuHW-wTZNBs7Nkd2m300ty06bJBBQKTMGNj3QGe1ZZxw6fzDu585-GWp9UJ7MSVrJD_GIbyxIhplVAj5Ell0KIC2zHNUZTkuNrCPNE_gHo8FRV-WqxYWv0gOJFZJhPV0r=s3264" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3264" data-original-width="2448" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiMY6Z0Ept-vTJKPRezqjHG0UUg_9AzB7e--z4wgkg6GkFzfXYouca0m29EuHW-wTZNBs7Nkd2m300ty06bJBBQKTMGNj3QGe1ZZxw6fzDu585-GWp9UJ7MSVrJD_GIbyxIhplVAj5Ell0KIC2zHNUZTkuNrCPNE_gHo8FRV-WqxYWv0gOJFZJhPV0r=s320" width="240" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgZzl0lQSxClgT01tXB3HXkNhkRCqfGCXsGl9XSOF4CL_-wHgbO4Eq3n1qwWFIlkzptGmYJUysNrv8bkS8pJSVyqo5-nK4Nlh3rWCeHBHrUoEpr0sHLVdzFEW0ZZueNWQuhNPfRExplG2-TOURjPuMhyu_QXBO2Ocyd9AtiDMW4P-tJ_EmVQO50qfqx=s3264" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="2448" data-original-width="3264" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgZzl0lQSxClgT01tXB3HXkNhkRCqfGCXsGl9XSOF4CL_-wHgbO4Eq3n1qwWFIlkzptGmYJUysNrv8bkS8pJSVyqo5-nK4Nlh3rWCeHBHrUoEpr0sHLVdzFEW0ZZueNWQuhNPfRExplG2-TOURjPuMhyu_QXBO2Ocyd9AtiDMW4P-tJ_EmVQO50qfqx=w640-h480" width="640" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi_T51WYxmeUe1iOVXPovRWNuwvdqiYi2fhyUXz299mFU-4i3Fy2ddfigz4qvNARxtBmz6b_5dlUPmv8ZaUGYrUEn11hImz63o-46uSRdNkZOUwak4DQWwF_6ir7YjGyPuJsLHdOwRmDL7y6n5Bb-v40ebS54a48QoYsaKR1ki-Wj77NobPG79FMsgl=s3264" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3264" data-original-width="2448" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi_T51WYxmeUe1iOVXPovRWNuwvdqiYi2fhyUXz299mFU-4i3Fy2ddfigz4qvNARxtBmz6b_5dlUPmv8ZaUGYrUEn11hImz63o-46uSRdNkZOUwak4DQWwF_6ir7YjGyPuJsLHdOwRmDL7y6n5Bb-v40ebS54a48QoYsaKR1ki-Wj77NobPG79FMsgl=s320" width="240" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiLnrBdLnzLac_A2WRlUPmPlwfX32iOgvLvZST8s5Mvm4n4YZp5xTsTJ_xxOlVWJJDUkFvizm5AJo_xjUsIod3XCZyYZxprd2KiclIVjcCs2OhUQlkKQILn06tNEGbFA5djqnmFFBy1d0E0bloljNxw5Ku2iiK_2AazRX5Z9Z8scSd_xZ9yG9KxQbT3=s3264" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; 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margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2448" data-original-width="3264" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEitYpyLo4pw5EdOlIu8M-md-qm16vt3LwivCShoq_-XtU3zpf1YvT3oGyLp_xytIdYIs2OMWl2A-Z0Kr7gjOJw5LuCIhe-Q3pd0-_siUmhAvWQ75AKpGak0A8riHR2SNEpZm-Vnwrm401mTGaRKMffhpgCKx9ozokUOGFaqZS8c7BVf2Lp5waG1MyVU=s320" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh1Fe52ZIMDPM37ZQoE-Id_i_FPdVE--lSx4cKWLbOHnhfYlM1EsP5969RXyvEFdoIiLQgo2_Yv-kLH9eyeVgov-aSKlqIRBqBtjv6kAij-8qFOA4z_PbhfSVhIXgSK5LaEux_WW9_Cn9i_6ebiOFUFaaE_bkP96VGp06YZuUeAs_24hAOgPQjRlAwC=s3264" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2448" data-original-width="3264" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh1Fe52ZIMDPM37ZQoE-Id_i_FPdVE--lSx4cKWLbOHnhfYlM1EsP5969RXyvEFdoIiLQgo2_Yv-kLH9eyeVgov-aSKlqIRBqBtjv6kAij-8qFOA4z_PbhfSVhIXgSK5LaEux_WW9_Cn9i_6ebiOFUFaaE_bkP96VGp06YZuUeAs_24hAOgPQjRlAwC=w640-h480" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgdWp5XR9auzqRQuihSUmyeMbsi2wB-Ld7Vw9gDPnvAJVRhVnKGgzVVbL2bI3rFy65-vsLWavAkpCrI0jJC8uBc6psXLrWzOXY891D55ek_TQDPnVOGH_I6vr1diFcnIeFa2LxvBiNrSc1GEJUd2mnI3LLzSPkW_9Lk6ju6wx12pEpL0JOrMB2YWlF-=s3264" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3264" data-original-width="2448" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgdWp5XR9auzqRQuihSUmyeMbsi2wB-Ld7Vw9gDPnvAJVRhVnKGgzVVbL2bI3rFy65-vsLWavAkpCrI0jJC8uBc6psXLrWzOXY891D55ek_TQDPnVOGH_I6vr1diFcnIeFa2LxvBiNrSc1GEJUd2mnI3LLzSPkW_9Lk6ju6wx12pEpL0JOrMB2YWlF-=w300-h400" width="300" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiQ9KdEUboaAZ-q_6KEhSUfMk6qwOhjYfiwF07LRjyJ4aoRMZC1FHbxBXYK2ONfTAMjKN0WOR9fsG-ZFW5QEoFNZsfopTeM9rGiBeLZgH66_gFDD-f7wZvYAtJhac46xq0N-N1ToQlQJWNKkGPDJPOC7S5WBNSQoQeGD5wdk_n1g_Q7LTRVhTbWSuRB=s3906" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3000" data-original-width="3906" height="492" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiQ9KdEUboaAZ-q_6KEhSUfMk6qwOhjYfiwF07LRjyJ4aoRMZC1FHbxBXYK2ONfTAMjKN0WOR9fsG-ZFW5QEoFNZsfopTeM9rGiBeLZgH66_gFDD-f7wZvYAtJhac46xq0N-N1ToQlQJWNKkGPDJPOC7S5WBNSQoQeGD5wdk_n1g_Q7LTRVhTbWSuRB=w640-h492" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhspVeSqhUwOGO2V-HC99mHj4Vg06znO0ilreaCKU4HUcOYDitEx_qpJDQYZyzdu91LhgNgkM3W1xTeUrpy_jsez9EecbB8hUu3O3xkyCqwPNvBwUvBgJg9pMg2pDE6nCSmMxAC0XYclnA1GKrRckHG-RHl3F20VbrH4Q-ggfcdrp0YKqL9wuHV9Jp8=s935" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="658" data-original-width="935" height="450" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhspVeSqhUwOGO2V-HC99mHj4Vg06znO0ilreaCKU4HUcOYDitEx_qpJDQYZyzdu91LhgNgkM3W1xTeUrpy_jsez9EecbB8hUu3O3xkyCqwPNvBwUvBgJg9pMg2pDE6nCSmMxAC0XYclnA1GKrRckHG-RHl3F20VbrH4Q-ggfcdrp0YKqL9wuHV9Jp8=w640-h450" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><br /><br /><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><br /><p></p>Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-13927480268896522612021-10-28T15:03:00.006-07:002021-10-29T01:28:09.681-07:00"NON SEDERTI, RIALZATI, NON RIMPIANGERE IL PASSATO". Ultimo omaggio a una pittrice che ha fatto della sua vita un'opera d'arte. ANNA MARIA BRUCATO SARZANA: mia nonna.<p><span style="font-size: 12pt; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt; text-align: justify;"><div style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;"><div style="text-align: center;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRVj8M4Tzt-ezI5M11QqUfs-pipOzHRwi51qJ-uBVdpphi_xkyKFmBzEQGVh1CcNqggFTpx2wmzcWQfHhqb0UPVWtCYaPBNSVMXGByrcrsio3UXaBFaAPsbQ2YjAAXlPV6HdREXES4-ws/s900/quadro_07.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="650" data-original-width="900" height="462" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRVj8M4Tzt-ezI5M11QqUfs-pipOzHRwi51qJ-uBVdpphi_xkyKFmBzEQGVh1CcNqggFTpx2wmzcWQfHhqb0UPVWtCYaPBNSVMXGByrcrsio3UXaBFaAPsbQ2YjAAXlPV6HdREXES4-ws/w640-h462/quadro_07.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br />In questo articolo le immagini sono fra le pochissime esistenti online di alcune delle centinaia<br />di quadri su vetro che in vent'anni di carriera, <span style="font-family: inherit;">fra il 1975 e il 2000, <br />mia nonna </span>ha dipinto e venduto fra Palermo, Roma, Milano, Parigi e Londra.</td></tr></tbody></table></div></span></div></span></span></div><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">Mia nonna non ha mai voluto sedersi in vita sua. </span><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">Mai.</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt;">Ad ogni
festa, cena, compleanno, ricorrenza dovevi implorarla per farla stare
seduta. "Dopo, dopo. Sto bene così". Persino quando ha iniziato a
trascorrere più tempo in casa, quando doveva dipendere da qualcuno che la
portasse in giro con la macchina per avere una vita sociale (cui non ha mai
rinunciato fino a due anni fa), anche allora non osava sedersi, passando
le ore a camminare avanti e indietro per il salotto per "non fare
atrofizzare i muscoli delle gambe".</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt;">"Altrimenti
è un attimo", diceva, "e ti ritrovi come quelle vecchie che non
riescono a muoversi più". </span></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt;">Aveva ragione, naturalmente. Lei,
"vecchia", non lo è stata mai. </span><span style="font-size: 12pt;">Per questo
molti la invidiavano. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt;">Tutti quelli che non ne restavano incantati, naturalmente.
E non era difficile che accadesse. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">Avanti e indietro, avanti e indietro... </span><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">Ha
continuato ad andare al mare fino a 94 anni, come a cucinare, a fare cene, a
giocare a burraco e a seguire i concerti al Teatro Politeama. Persino a
disegnare finché ha potuto. </span><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: inherit;">Avanti e indietro, avanti e indietro... nel salotto,
come nella vita. </span></span><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">E certo, con tutto quel correre era un attimo
mettere un piede storto e cadere. </span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">E infatti
mia nonna cadeva.</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: inherit;">Eh sì: di
faccia, di fianco, sui gomiti… è caduta talmente tante di quelle volte negli
ultimi dieci anni che ad oggi avrebbero potuto nominarla campionessa mondiale
di 'triplo tuffo carpiato sul pavimento'. L'hanno persino investita una volta,
proprio davanti la nostra parrocchia: quella chiesa che l'ha vista nascere, battezzarsi, fidanzarsi, diventare madre, nonna, poi bisnonna e che infine </span></span><span style="font-size: 12pt;">martedì </span><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">le ha dato l'ultimo saluto.</span></p><p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">Be' quella chiesa l'ha vista anche cadere molte volte.</span></p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: inherit;">Eppure ciò
che ha sempre colpito tutti noi non era quante volte cadesse, ma come ogni
volta riuscisse a rialzarsi senza un graffio. Ogni volta. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">Io per uno
scivolone di tre mesi fa ho dolori ancora adesso. <br /></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">Ma lei no: non un
graffio, né un lamento. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt;">Perché mia
nonna era anche una che non piangeva. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt; text-align: left;">"Io potevo fare la regina"
diceva. "Perché una regina non piange mai" (su questo aveva una
specie di competizione personale con Elisabetta di Inghilterra, della quale era più grande di
un anno, ma tant'è... nonna, alla fine </span><i style="font-family: inherit; font-size: 12pt; text-align: left;">quella </i><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt; text-align: left;">ha battuto anche te!). </span><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt; text-align: left;"> </span></p><p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt;">In compenso sapeva ridere. Di gusto, di tutto,
sempre.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt;">D'altra
parte aveva ragione a pensare di poter competere con una regina. Anche lei
infatti era nobile, e non solo perché baronessa, ma perché nobile di una nobiltà che
non si insegna e non è data dai titoli. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt;">Lei era una vera </span><i style="font-size: 12pt;">signora</i><span style="font-size: 12pt;">. </span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrGX-I58nfFK8qnMQQgxnNqFf5zNS5q9_htBTh0YAI09jJ4L14gdTTqmHTEuJeQWVH6IMBVk-9_aTeioOsF6iJIg6wl3OsZDR2pGKIpiBr51z3h1QEvUqrr8m1TpZ57vlBeCHy2ikUJjg/s900/quadro_05.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="650" data-original-width="900" height="289" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrGX-I58nfFK8qnMQQgxnNqFf5zNS5q9_htBTh0YAI09jJ4L14gdTTqmHTEuJeQWVH6IMBVk-9_aTeioOsF6iJIg6wl3OsZDR2pGKIpiBr51z3h1QEvUqrr8m1TpZ57vlBeCHy2ikUJjg/w400-h289/quadro_05.jpg" width="400" /></a></div><span style="font-size: 12pt;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">Diventata
pittrice di successo a cinquant'anni, per sfida, inventrice di una tecnica di
pittura su vetro mai tentata prima, mia nonna detestava la mancanza di decoro e
la vigliaccheria. Era brillante, bellissima, di una intelligenza sopraffina e
con un carattere di fronte al quale i prepotenti e i mafiosi fuggivano. O restavano
innamorati.</span></div></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: inherit;">Eppure nel
suo matrimonio aveva saputo farsi debole quando serviva, almeno in apparenza,
per amore di un uomo che l'ha amata fino all'ultimo istante di vita. Ha dato la
vita rinunciando a volte al suo amor proprio, perché i suoi figli potessero
avere ciò che lei riteneva più importante di sé stessa: una famiglia unita. E
perché imparassero da lei la capacità di non arrendersi mai. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"></p><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 12pt;">Non a caso
lei è la donna che ci ha insegnato uno dei segret</span></span><span style="font-family: inherit;">i dell'amore: "tre
parole: pazienza, pazienza, pazienza". E i frutti nel tempo le hanno dato
ragione: mia madre, mio zio, e con lei tutti noi, i suoi nipoti, le sue gioie,
abbiamo goduto di questo amore sopravvissuto alle tempeste e diventato per
questo fonte solo di gioia. Lei e mio nonno sono stati una delle coppie più
belle che io abbia mai conosciuto, ma hanno passato anni di grande fatica: il trauma della guerra, le ferite reciproche, la perdita di un
figlio... </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">La vita non ha risparmiato loro il suo carico di sofferenza. E di certo non
è che mia nonna non abbia sofferto. Tuttavia, come ogni volta, anche nella vita mia nonna si è sempre rialzata come
nulla fosse, più forte di prima, senza versare una lacrima. Quando penso a come
lei e mio nonno hanno vissuto, capisco il senso di ciò che dice san Paolo: </span><i style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">tutto
concorre al bene di coloro che amano Dio </i><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">(Rm 8, 28).</span></div></span><p></p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: inherit;">Tutto. Anche
la morte. Non importa quanto dolore possa capitarti: non sederti, rialzati, non
perdere tempo a piangere ciò che non c'è più. Perché Dio è buono, e il meglio
deve ancora venire.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">So che tutte
queste cose potrebbero far pensare a una persona dura. Per qualcuno poteva a
volte apparire superficiale: la sua era una fede semplice e concreta, come
tutto ciò che faceva, ma certamente lei non era una donna semplice con cui
avere a che fare, come tutti coloro che pretendono molto da sé stessi.</span></p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk_dA-K52DV-gPC9YqmRnFIspU15LZr290sBhFLqESAK-nZO0K3Kavef9VT_mZqfjLHBl1oPj-QWEUXf_Jv74j6rrM630jo_3bHpkk3WYeShxPjyG-lLcxrjmgwkbdRY4MzNiDcjgEpmw/s900/quadro_04.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="650" data-original-width="900" height="289" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk_dA-K52DV-gPC9YqmRnFIspU15LZr290sBhFLqESAK-nZO0K3Kavef9VT_mZqfjLHBl1oPj-QWEUXf_Jv74j6rrM630jo_3bHpkk3WYeShxPjyG-lLcxrjmgwkbdRY4MzNiDcjgEpmw/w400-h289/quadro_04.jpg" width="400" /></a></div><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">Forse chi
non l'ha conosciuta </span><span style="font-family: inherit; font-size: 16px;">dalle mie parole</span><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;"> potrebbe persino pensare che fosse una di
quegli anziani cinici, ossessionati dalla cura di sé, magari in fuga dalla
vecchiaia. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">Ma non è così. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">La vecchiaia non l'ha mai raggiunta,
semplicemente perché lei non la stava fuggendo. Direi che mia nonna ha </span><i style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">danzato</i><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">
con lei per anni e anni, mostrando al mondo la bellezza di una vita piena,
vissuta con ogni goccia di sé stessi, fino all'ultimo istante, senza mai
permettere al dolore di avere l'ultima parola e celebrando la bellezza in tutte
le sue forme, rughe e solitudine comprese. Figlia di un mondo che non esisteva
più, con la sua presenza lei lo ha mantenuto in vita ricercandone gli ultimi
barlumi di bellezza nel presente, senza mai rimpiangere i 'bei tempi andati',
ma facendo del tempo che aveva da vivere il migliore possibile.</span></div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;"><br /></span></div><div><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">Fino alla
fine.</span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"></p><span style="font-size: 12pt;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">Ed è per
questo che oggi voglio dirti grazie, nonna: per avere mostrato a me, a noi
fratelli, a nostra madre, a tutti quelli che ti hanno incrociata almeno una
volta sul loro cammino, come stare nella vita a testa
alta. Lo hai detto a noi e lo hai mostrato a a chiunque abbia </span><span style="font-size: 12pt;">visto un tuo quadro, o solo per il tempo di un pranzo abbia goduto del tuo cibo come dei tuoi racconti. </span><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">Ma soprattutto grazie per avermi indicato come gioire di ciò che si ha, finché il Signore ci dà la grazia di averlo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Ho pianto
tanto, sai? Io non sono come te. Ma non ho timore di piangere, so che tu lo
capirai. È stupendo farlo con chi ti ha amato, ma soprattutto </span><i style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">è stato amato</i><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt;">
da te, sapendo che in realtà nessuno di noi ha altro motivo per versare una
lacrima che non sia la gratitudine nei confronti di Dio per il dono di così
tanti anni di questa tua vita piena della Sua bellezza.</span></div></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: inherit;">Vai nonna, e
goditi il concerto dell’eternità; so che il nonno non aspettava altro che te per
ballare ancora questo ultimo walzer.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: inherit;">E forse,
dopo, finalmente ti siederai.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZUXemQQYRrjvqq8JQFyHN-bnyMBSeicw_ye3khKxiJLWVA6Fmdrf6j8lgozto_tBouU42QrW0Gq7tVFBBacsha3ib-cYMH1u3UKwl3BYgA0UgBnbhyJU24zoDg2D88K7uqN_fi9kXCnQ/s900/quadro_08.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="650" data-original-width="900" height="462" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZUXemQQYRrjvqq8JQFyHN-bnyMBSeicw_ye3khKxiJLWVA6Fmdrf6j8lgozto_tBouU42QrW0Gq7tVFBBacsha3ib-cYMH1u3UKwl3BYgA0UgBnbhyJU24zoDg2D88K7uqN_fi9kXCnQ/w640-h462/quadro_08.jpg" width="640" /></a></div><span style="font-size: 12pt;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsiYocHzpNxoE4iL-4WRNXtkBUyTH5BdVqrWT_dkqnhB7nPmj0mMd_cexVNWzfxfIL8IgY7SFOMdS26gf45FF9MvfsTAh7flkyQPgPz6XmDlz3EBeRMiLy27E0m2-4EtooXULDwFEsnnE/s900/quadro_06.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="650" data-original-width="900" height="462" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsiYocHzpNxoE4iL-4WRNXtkBUyTH5BdVqrWT_dkqnhB7nPmj0mMd_cexVNWzfxfIL8IgY7SFOMdS26gf45FF9MvfsTAh7flkyQPgPz6XmDlz3EBeRMiLy27E0m2-4EtooXULDwFEsnnE/w640-h462/quadro_06.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></div><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAuYaswAOwYRH5DTZ-QJWvehlQ2cfvy1Wu0Uxi2japNsnQhAy9RIfTOqfB0PbKmM4IFNs3l4X6LGSJQumS6Cm0UFqtVuXyE59ADy-xiquH3zgePSHs429RCq80Y0ioXvTnp6DPMkXfYG8/s720/foto+nonna.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="680" data-original-width="720" height="604" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAuYaswAOwYRH5DTZ-QJWvehlQ2cfvy1Wu0Uxi2japNsnQhAy9RIfTOqfB0PbKmM4IFNs3l4X6LGSJQumS6Cm0UFqtVuXyE59ADy-xiquH3zgePSHs429RCq80Y0ioXvTnp6DPMkXfYG8/w640-h604/foto+nonna.png" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br />Mia nonna poco più che ventenne, con mia madre e mio zio. </td></tr></tbody></table><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><o:p></o:p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYI8QpyjNb2T5mMEPz01UDE8-f9LhBGUFxVxd175uLZlGzKr0vs9c1gyACYYtEAWhTS9GVi4bKC8mS0_cyc5lkUVUfv1ltGcm_P2VcKGdF2v2lcEb5VZKVwRryNgo0ddqlQsEaIYwL7_Q/s1280/WP_20170416_15_26_43_Pro_2.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYI8QpyjNb2T5mMEPz01UDE8-f9LhBGUFxVxd175uLZlGzKr0vs9c1gyACYYtEAWhTS9GVi4bKC8mS0_cyc5lkUVUfv1ltGcm_P2VcKGdF2v2lcEb5VZKVwRryNgo0ddqlQsEaIYwL7_Q/w640-h360/WP_20170416_15_26_43_Pro_2.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br />Una delle poche foto insieme. Pasqua 2017. Qui mia nonna aveva 'solo' 92 anni.</td></tr></tbody></table><br /></div>Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0Palermo PA, Italia38.11569 13.36148689.8054561638211553 -21.7947632 66.425923836178839 48.5177368tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-53064936441660969512021-10-27T00:36:00.005-07:002021-10-27T00:54:42.446-07:00QUATTRO ANZIANI DUE CANI E UNA PROSTITUTA - Dopo 7 anni da "Io sto con Marta!" una nuova storia di speranza su come non sia mai troppo tardi per dare una svolta alla propria vita!<div style="text-align: justify;"><span face=""Amazon Ember", Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #333333;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgA7qnJgaLRquV_o2MQNvB4kmlkGY1dlj4_UbJkdqXa9KAROSmIACXASiqJ-UvGK6QimFq8wpntoU2-x5t2o3LjsDx0rVyALNYqglAnD_JOiPxI9sCcDyfDwzZT8aQsI5qmDezl2N9CE5c/s2048/Quattro+anziani+parte+17.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1380" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgA7qnJgaLRquV_o2MQNvB4kmlkGY1dlj4_UbJkdqXa9KAROSmIACXASiqJ-UvGK6QimFq8wpntoU2-x5t2o3LjsDx0rVyALNYqglAnD_JOiPxI9sCcDyfDwzZT8aQsI5qmDezl2N9CE5c/w432-h640/Quattro+anziani+parte+17.jpg" width="432" /></a></div><i>Una farmacista single ex sessantottina, un pensionato che parla con la moglie morta, un settantenne latin lover ossessionato dalla sua pancia, e una perfetta </i></span><i><span face=""Amazon Ember", Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #333333;">sciura</span><span face=""Amazon Ember", Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #333333;"> di chiesa con inconfessabili fantasie sessuali e un’ironia dissacrante, si ritrovano ad essere i protagonisti della più rocambolesca avventura che abbia mai visto coinvolti quattro pensionati. <br /><br /></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span face=""Amazon Ember", Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #333333;">Per aiutare la ragazza a pagare il suo debito con la malavita, i quattro dovranno affrontare boss, improvvisarsi ladri e soprattutto riuscire nella sfida più grande di tutte: imparare ad andare d’accordo! </span><span face=""Amazon Ember", Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #333333;">La Congiura dei Pensionati</span><span face=""Amazon Ember", Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #333333;"> è il primo capitolo di una commedia brillante che vi farà ridere e commuovere, riflettere e restare col fiato sospeso. Una storia sulle risorse che si nascondono in ognuno di noi e sul diritto di esistere di tutti quelli che il mondo vorrebbe dimenticare. </span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span face=""Amazon Ember", Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #333333;"><br /></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span face=""Amazon Ember", Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #333333;">Perché in fondo non è mai troppo tardi per cambiare la propria vita. </span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span face=""Amazon Ember", Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #333333;"><br /></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span face=""Amazon Ember", Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #333333;">Anche a settant’anni!</span></i></div><div style="text-align: justify;"><span face=""Amazon Ember", Arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #333333;"><br /></span></div><div style="text-align: start;"><div style="text-align: justify;"><span style="color: #0d0d0d; font-family: inherit; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">Dopo 7 anni da <a href="https://www.amazon.it/Io-sto-Marta-Color-Collection-ebook/dp/B00P755UKI/ref=sr_1_1?dchild=1&keywords=io+sto+con+marta&qid=1635319527&s=books&sprefix=io+sto+co%2Cstripbooks%2C191&sr=1-1" target="_blank">"Io sto con Marta!" (Mondadori),</a> esce il mio nuovo romanzo comico in parti: "Quattro Anziani due Cani e una Prostituta". Una nuova storia di speranza sulla terza età, sull'amicizia e sul valore che hanno tutte le esistenze. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #0d0d0d; font-family: inherit; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">Anche quelle che il mondo vorrebbe dimenticare. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #0d0d0d; font-family: inherit; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div><div style="color: #0d0d0d; font-family: inherit; font-size: 15px; text-align: justify; white-space: pre-wrap;"><span style="font-family: inherit;">Potete ordinarlo in cartaceo o in formato digitale <a href="https://www.amazon.it/s?k=Giorgio+ponte&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&ref=nb_sb_noss" target="_blank">a questo link (dove trovate anche gli altri miei romanzi).</a></span></div><div style="color: #0d0d0d; font-family: inherit; font-size: 15px; text-align: justify; white-space: pre-wrap;"><br /></div><div style="color: #0d0d0d; text-align: justify;"><span style="font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">Se vi piacerà, condividete, commentate, recensite e fate stories con il libro! Aiutatemi a farlo salire in classifica come nel 2015 avete fatto con "Io sto con Marta!".</span></div><div style="color: #0d0d0d; text-align: justify;"><span style="font-size: 15px; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div><div style="color: #0d0d0d; text-align: justify;"><span style="font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">Senza di voi non si può fare!</span></div><div style="color: #0d0d0d; text-align: justify;"><span style="font-size: 15px; white-space: pre-wrap;">
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Finalmente in un unico volume la raccolta completa<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;"> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBXGDOMptWLZ1pHn0ZxF-ZqnlHZGGGfAxvOtExqlfRwpV1KKbNZiJGK2gzw9wfEYFHngmd-0kGNoQaDf2nSboM2O6XqHDneNMkefonIHOa4QEZjguDpIwODZap8eyKLHdjdVjJr0hOTEA/s590/pagine_raccolta_proposta1_A_rgb.jpg" style="clear: left; display: inline; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><span style="color: #333333; text-align: start;"></span></a><span style="color: #333333; text-align: start;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBXGDOMptWLZ1pHn0ZxF-ZqnlHZGGGfAxvOtExqlfRwpV1KKbNZiJGK2gzw9wfEYFHngmd-0kGNoQaDf2nSboM2O6XqHDneNMkefonIHOa4QEZjguDpIwODZap8eyKLHdjdVjJr0hOTEA/s590/pagine_raccolta_proposta1_A_rgb.jpg" style="clear: left; display: inline; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXB3b46ZqI3LBgZGiDUqHRyYuJPOQwYi4ECUJMkgu9BNKnVsnP9V1PysBM1U8WVQNh7ugzyRLQI7YIyP6Pwpu0UV3LLvUqdqkOxzCLCveCUvWNC1iHrXG03O8N4uUKqnAO1YmltTH9Zgy_rLmfTSOkT07tr1KBmTLuO8orxoTIu--WQSZ62WY9_kpF/s5134/raccolta3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="5134" data-original-width="3514" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXB3b46ZqI3LBgZGiDUqHRyYuJPOQwYi4ECUJMkgu9BNKnVsnP9V1PysBM1U8WVQNh7ugzyRLQI7YIyP6Pwpu0UV3LLvUqdqkOxzCLCveCUvWNC1iHrXG03O8N4uUKqnAO1YmltTH9Zgy_rLmfTSOkT07tr1KBmTLuO8orxoTIu--WQSZ62WY9_kpF/w274-h400/raccolta3.jpg" width="274" /></a></div>Dopo aver toccato il cuore di più di duemila lettori, le tre storie di Sotto il Cielo della Palestina vengono finalmente riunite in un’unica raccolta. Una donna senza figli intrappolata in un matrimonio infelice; un uomo senza famiglia che vive per la moglie; un bambino senza padre che conta sull’amico del cuore, cercando di non fare pesare alla madre il fatto di non sentirsi come gli altri. Tre vite mancanti di qualcosa, tre esistenze della più comune - e infelice - normalità, diventate immortali grazie a un incontro che ne ha cambiato le sorti per sempre: quel singolo giorno in cui i loro passi si sono incrociati per caso con quelli di un forestiero destinato a diventare l’uomo più influente della Storia. </span></div><p></p><p style="background-color: white; color: #333333; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBXGDOMptWLZ1pHn0ZxF-ZqnlHZGGGfAxvOtExqlfRwpV1KKbNZiJGK2gzw9wfEYFHngmd-0kGNoQaDf2nSboM2O6XqHDneNMkefonIHOa4QEZjguDpIwODZap8eyKLHdjdVjJr0hOTEA/s590/pagine_raccolta_proposta1_A_rgb.jpg" style="background-color: transparent; clear: left; display: inline; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><span style="color: #333333; text-align: start;">Yokabe, Giairo e Levi sono storie di oggi accadute duemila anni fa. Tre universi differenti, legati da un unico filo rosso: la speranza che ogni uomo ha di trovare un senso a ciò che vive, l’amore che lega gli essere umani gli uni agli altri, la consapevolezza che le vite degli ultimi non sono dimenticate e che anche l’esistenza più piccola può cambiare il destino dell’umanità intera.</span></a></p><p style="background-color: white; color: #333333; text-align: justify;"><br /></p><p style="background-color: white; color: #333333; text-align: justify;"><span style="color: red; text-align: center;">SOTTO IL CIELO DELLA PALESTINA è acquistabile in formato <a href="https://www.amazon.it/Sotto-Cielo-della-Palestina-soffrire/dp/8829588075/ref=pd_vtp_1/259-3920749-4612826?pd_rd_w=5nY24&pf_rd_p=61bdc6bd-1d7d-4cfb-84f6-e671e6da9772&pf_rd_r=6DTZ5NDNBEK93NSXN47H&pd_rd_r=680a7c73-96d7-4f0c-8c67-95c02bdf423f&pd_rd_wg=JOtrD&pd_rd_i=8829588075&psc=1" target="_blank">cartaceo</a> sia su </span><a href="https://www.amazon.it/Sotto-Cielo-della-Palestina-soffrire/dp/8829588075/ref=pd_vtp_1/259-3920749-4612826?pd_rd_w=5nY24&pf_rd_p=61bdc6bd-1d7d-4cfb-84f6-e671e6da9772&pf_rd_r=6DTZ5NDNBEK93NSXN47H&pd_rd_r=680a7c73-96d7-4f0c-8c67-95c02bdf423f&pd_rd_wg=JOtrD&pd_rd_i=8829588075&psc=1" style="text-align: center;" target="_blank"><span style="color: red;">Amazon</span></a><span style="color: red; text-align: center;"> </span><span style="color: red; text-align: center;">in qualsiasi libreria del circuito Mondadori e Feltrinelli sotto l'etichetta "Youcanprint".</span></p><p style="background-color: white; color: #333333; text-align: justify;"><span style="color: red; text-align: center;"><br /></span></p><p style="background-color: white; color: #333333; text-align: justify;"><br /><span style="color: red; text-align: center;"><br /></span></p><br /><br /><p><br /></p>Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-35660627137891544042021-03-14T03:28:00.003-07:002021-03-14T03:30:37.795-07:00IL SEME DI MELA - Piccola storia su come ho scoperto di non essere Dio (per fortuna).<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVSF6h14OtT31YSCBxM2Ye0HT8ABBD2Qs2IO0uTV2YgeZ3DeBMCrh7WMsBBQqrMc_MmxidhRBYDWgi95h_qWbben3DGv1INlLzVIU_F-3SVZers46Ow52HaG3N4tnyOiwcLlsrw6X8ogw/s1600/IMG_20210314_080349327.jpg" style="font-family: inherit; margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVSF6h14OtT31YSCBxM2Ye0HT8ABBD2Qs2IO0uTV2YgeZ3DeBMCrh7WMsBBQqrMc_MmxidhRBYDWgi95h_qWbben3DGv1INlLzVIU_F-3SVZers46Ow52HaG3N4tnyOiwcLlsrw6X8ogw/w481-h640/IMG_20210314_080349327.jpg" width="481" /></a></div><p><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: inherit; font-size: 15px; white-space: pre-wrap;"></span></p><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;"><br /></div>L'anno scorso ho piantato per gioco un seme di mela in un vaso insieme a dei semi di peperoncino. Il mio obiettivo era il peperoncino, non certo la mela. Eppure inaspettatamente fu proprio il seme di mela l'unico a germogliare.</div><div dir="auto" style="font-family: inherit;"><br /></div><div dir="auto" style="font-family: inherit;">Nel giro di un mese venne su un bell'alberello con sette foglie. Ero molto fiero del mio piccolo melo. Avevo imparato a conoscerlo, scoprendo che troppa <br />acqua lo affaticava e che in realtà lui stava bene se lo si lasciava in pace a prendere sole e pioggia senza particolari attenzioni.</div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">Poi è venuta l'estate e sperando di fare bene l'ho lasciato ai vicini.</div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">Fine del melo.</div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">Così a settembre quando mi sono trovato un melo morto, e una piantagione di funghi nello stesso vaso (a testimonianza di quanta luce aveva preso il mio povero alberello) ho deciso di ripetere il miracolo e ho iniziato a disseminare ovunque semi di mela innaffiandoli costantemente. </div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">Nulla. Non c'era più luce, non c'era più caldo. Il miracolo non poteva avvenire.</div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">Sono passati mesi durante i quali ho protetto in casa i basilici nati per caso dai semi di quelli morti prima dell'estate, mentre fuori la neve, il vento e il resto spazzavano i vasi e le erbe spontanee, uniche superstiti insieme alla menta.</div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">L'altra mattina sono uscito sul balcone per guardare la mia menta e... Eccoli lì: i semi di mela erano germogliati. Non uno, non due, ma tre in due vasi diversi. Nemmeno ricordavo più di averli piantati lì.</div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">Ecco, so che è banale la metafora, ma ammetto che nel coltivare le piante, così come nel fare il pane, è stupendo riscoprire con la concretezza dell'esperienza il senso di quelle parole che Gesù usava per spiegare il regno di Dio ai suoi discepoli. A noi.</div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">«Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura». (Mc 4, 26-32)</div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsT0jTlOMbNLDXepVTQLjOY8dnrHf2J-Uo0Sfr7t2s2h8jnvDHzO80r_oNRkzCuTkz1QmkRuS_bvdz7lAdDKUBO-DGBfhmX8pvTfL0r_GkRJnbutpwbI6fHcAovqLk5AkD6leH__Xs5k0/s4000/IMG_20210314_080019625_HDR.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="3000" height="356" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsT0jTlOMbNLDXepVTQLjOY8dnrHf2J-Uo0Sfr7t2s2h8jnvDHzO80r_oNRkzCuTkz1QmkRuS_bvdz7lAdDKUBO-DGBfhmX8pvTfL0r_GkRJnbutpwbI6fHcAovqLk5AkD6leH__Xs5k0/w267-h356/IMG_20210314_080019625_HDR.jpg" width="267" /></a></div>È proprio vero: la nostra vita, così come la missione che Dio ci ha dato, sono così. Ti dai tanto da fare, fatichi, progetti e ti convinci di fare tutto al meglio nell'illusione di essere tu a costringere il seme a germogliare. Di essere tu a generare il miracolo. Ma è solo un'illusione. Se non è il tempo, nulla crescerà. </div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">Il miracolo non lo fai tu. Perché tu non sei Dio.</div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">Tu sei solo un servo. Uno strumento. Puoi solo provare a creare le condizioni migliori: se non semini nulla cresce. Ma se semini, non sarà questo ad autorizzarti a pretendere che cresca qualcosa. </div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">A volte nella nostra vita è così: ho amato così tanto quel figlio eppure lui sta male lo stesso e magari mi odia pure; ho fatto tutti i corsi sull'affettività, e invece sono ancora qui a quarant'anni solo come un cane; ho insegnato tutto quello che sapevo ai miei studenti, eppure nessuno sembra aver imparato niente; ho fatto tutto ciò che ho potuto per quel sogno, quel progetto, quella missione che Dio mi aveva dato, ma non ho ottenuto nulla; ho usato le parole migliori, ho pensato ogni singolo dettaglio per portare Cristo agli altri, e invece nessuno mi ha creduto.</div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">Ho seminato, innaffiato, irrogato, ma nulla germoglia.</div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">E poi quando hai smesso di pensarci, quando ti arrendi all'evidenza del fatto che tu non hai potere sulla vita, ecco che la Vita si manifesta.</div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">E arriva ciò che speravi. E spesso arriva quello che non osavi nemmeno sperare: pianti peperoncino e ti arriva un albero di mele. </div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">La Vita si manifesta: perché essa ti precede e ti oltrepassa. Non dipende da te, anche se ha bisogno anche di te.</div><div dir="auto" style="font-family: inherit;">Il tuo compito è solo di seminare, e poi rimetterti in contemplazione di ciò che, quando si manifesta, lo fa per grazia, non perché lo decidi tu.</div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">Non sta a noi far germogliare. A noi sta seminare. E avere fiducia. Perché anche se oggi non vedi nulla, persino quando avrai perso le speranze di vedere qualcosa, stai sicuro che Dio sa bene quando è il tempo giusto perché ciò che hai seminato germogli. Nella tua vita, come in quella di coloro che ami.</div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">Una mattina ti alzerai e scoprirai che il miracolo è avvenuto. </div><div dir="auto" style="font-family: inherit;">Come, nessuno lo sa. </div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">Continua a seminare e poi lascia andare. Perché la gioia non sta solo nel vedere il frutto: la gioia sta nell'aver fatto la nostra parte, sapendo che questo era tutto ciò che ci veniva chiesto. </div></div><div class="o9v6fnle cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q" style="background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; white-space: pre-wrap;"><div dir="auto" style="font-family: inherit;">Perché la primavera prima o poi torna sempre. Che tu ci pensi o no.</div><div dir="auto" style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><a class="oajrlxb2 g5ia77u1 qu0x051f esr5mh6w e9989ue4 r7d6kgcz rq0escxv nhd2j8a9 nc684nl6 p7hjln8o kvgmc6g5 cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x jb3vyjys rz4wbd8a qt6c0cv9 a8nywdso i1ao9s8h esuyzwwr f1sip0of lzcic4wl q66pz984 gpro0wi8 b1v8xokw" href="https://www.facebook.com/hashtag/hope?__eep__=6&__cft__[0]=AZXmfrRVUb_imOzOaYvu_ohGt9YUerPaIXEUS6bxeypWo6ucYzSHTnmIkfFwMmr8DLY7FFftdSLxLqg5_TNboWz4186rkduKM05rcDaPreXss3sXAK-NXsvIOt9g0MzDrEA" role="link" style="-webkit-tap-highlight-color: transparent; background-color: transparent; border-color: initial; border-style: initial; border-width: 0px; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: inherit; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-align: inherit; text-decoration-line: none; touch-action: manipulation;" tabindex="0">#hope</a></span> #speranza <span style="font-family: inherit;"><a class="oajrlxb2 g5ia77u1 qu0x051f esr5mh6w e9989ue4 r7d6kgcz rq0escxv nhd2j8a9 nc684nl6 p7hjln8o kvgmc6g5 cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x jb3vyjys rz4wbd8a qt6c0cv9 a8nywdso i1ao9s8h esuyzwwr f1sip0of lzcic4wl q66pz984 gpro0wi8 b1v8xokw" href="https://www.facebook.com/hashtag/piccolegioie?__eep__=6&__cft__[0]=AZXmfrRVUb_imOzOaYvu_ohGt9YUerPaIXEUS6bxeypWo6ucYzSHTnmIkfFwMmr8DLY7FFftdSLxLqg5_TNboWz4186rkduKM05rcDaPreXss3sXAK-NXsvIOt9g0MzDrEA" role="link" style="-webkit-tap-highlight-color: transparent; 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cursor: pointer; display: inline; font-family: inherit; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-align: inherit; text-decoration-line: none; touch-action: manipulation;" tabindex="0">#primavera</a></span></div></div>Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-5402308623270560922021-01-23T10:15:00.006-08:002021-01-23T10:25:36.996-08:00L'INCOERENZA E' LA VIRTU' DEI DEBOLI - Elogio di un "difetto" e della sua speranza nascosta<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD6AldjjaQr_KQFiQQiA_Bau1g-jeyd3cuSy2VgYubQK1r2yqMxYbE4WRUKFvXNTc_0AkyKESPoOdnMNdNBPoP_-1lJummm6dDNIO-Gn1ksTsEMC3JxVwUju8ro1_np_oiyJUsbka6yz0/s1600/bivio+albero.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="872" data-original-width="1600" height="348" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD6AldjjaQr_KQFiQQiA_Bau1g-jeyd3cuSy2VgYubQK1r2yqMxYbE4WRUKFvXNTc_0AkyKESPoOdnMNdNBPoP_-1lJummm6dDNIO-Gn1ksTsEMC3JxVwUju8ro1_np_oiyJUsbka6yz0/w640-h348/bivio+albero.jpg" width="640" /></a></div><div><br /></div><span style="font-size: medium;">A <span style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit;">volte capita che gli uomini, anche quelli di fede, facciano della coerenza una virtù in sé, unico metro per misurare quanto una persona sia corretta o meno rispetto a un dato modello di perfezione (generalmente astratto e irraggiungibile) che provoca la frustrazione e il dolore di molti, e in base al quale ci si permette di giudicare chi è meritevole di plauso e chi no.</span></span></span><p></p><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">A me ha sempre incuriosito invece come la coerenza non sia nominata in nessuno degli elenchi delle virtù evangeliche: né cardinali, né teologali, e nemmeno tra i doni o i frutti dello Spirito Santo.</span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">Perché? Perché Dio sa bene come siamo fatti.</span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">L'incoerenza è una componente costitutiva dell'essere umano, strettamente connessa a una delle sue capacità più fondamentali: quella di cambiare.</span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">Noi la guardiamo sempre dal punto di vista di chi "predica bene, ma razzola male" e non ci soffermiamo mai sul fatto che si può anche "predicare male e razzolare bene", come nella parabola dei due figli, di Matteo. (Mt 21, 28-31)</span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: inherit;">Certo, forse sarebbe meglio fare <i>bene </i>entrambe le cose, predicare e "razzolare", ma </span><span style="font-family: inherit;">dal momento che nella mia esperienza le persone che guardano alla coerenza come a una virtù, sono anche le stesse più crudeli nel giudicare la debolezza altrui, non è detto che dietro a tale "virtù" più spesso non si nasconda un desiderio di perfezionismo che puzza di orgoglio e che ricorda tanto un idolo.</span></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">La verità è che nella possibilità dell'uomo di essere incoerente sta anche la sua speranza di essere migliore. Perché, se fossimo sempre coerenti con noi stessi, dovremmo anche restare sempre coerenti col male che commettiamo. </span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">L'incoerenza infatti è il fondamento e l'unico presupposto che rende possibile la conversione. </span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">Se San Francesco fosse stato coerente, sarebbe rimasto a gestire l'azienda di famiglia, o forse sarebbe morto in guerra.</span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">Se San Paolo fosse stato coerente sarebbe morto assassino.</span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">Se San Pietro fosse stato coerente, la Chiesa non esisterebbe.</span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">Nessuno fra coloro che hanno seguito Gesù ha mai brillato per coerenza nella propria vita.</span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;">In fondo Hitler è stato uno degli uomini più coerenti della Storia, eppure non mi pare che questo sia stato un bene per l'umanità.</span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: inherit;">L'unica coerenza cui (forse) possiamo aspirare umanamente è quella delle intenzioni: del riconoscere la Verità sempre, anche quando non riusciamo a viverla, senza smettere di chiamare il male, "male", e il Bene "Bene". </span><span style="font-family: inherit;">Solo così il nostro <i>parlare</i> sarà "se sì, sì, se no no" (Mt 5, 37). </span><span style="font-family: inherit;">Quanto </span><i style="font-family: inherit;">all'agire</i><span style="font-family: inherit;">, infatti, sarà Dio a fare ciò che noi non possiamo fare da soli. </span>Il resto, si sa, viene dal diavolo.</span></div><div><span style="color: #222222; font-size: medium;"><br /></span><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: medium;">A noi non è chiesto di essere coerenti. A noi è chiesto di provare a fidarci dal fatto che Dio ci ama con tutta la nostra incoerenza. </span></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: inherit;">Quel "pace in terra agli uomini di buona volontà", che purtroppo non sentiremo più a messa, era di questo che parlava: p</span><span style="font-family: inherit;">ace in terra agli uomini che ci <i>provano</i>. </span></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-size: medium;">Pace in terra a chi si fida di Cristo più che delle sue forze. </span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: medium;">Pace in terra chi oggi ce la fa e domani no.</span></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: medium;">Pace in terra a chi non si arrende per questo.</span></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: medium;">Pace in terra a chi ricomincia sempre.</span></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: inherit;">E' il provarci che dà pace, non il fatto di riuscirci. Provare a credere che esista un Dio che non misura i risultati, e nonostante questo si fida della nostra possibilità di cambiare, scegliendo di lasciarci amare da Lui. </span>Solo l'incoerenza infatti rende evidente la gratuità dell'amore di Chi ci ama sapendo che prima o poi Lo tradiremo di nuovo, e nonostante questo non resta mai deluso. </span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-size: medium;">In fondo, quando riceviamo il perdono, e proprio su questo che Cristo <br />conta: su quella incoerenza che ci ha fatto allontanare da Lui.</span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222;"><span style="font-size: medium;">La stessa grazie alla quale ancora una volta a Lui potremo tornare.</span></div></div>Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-8846665177955466162020-06-16T01:02:00.001-07:002020-06-16T05:46:30.423-07:00LETTERA DI UN OMOSESSUALE PER LA LIBERTÀ - Agli onorevoli deputati, contro il DDL sull'omofobia: "non privateci della dignità di esseri umani".<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvZbenm2v8_27jqaM-9LuLQyT-Hn5ymaLJaxTCMP_B0Tm5fO9ZYDJnhY27GDcEJpglDHM7h-A8_CE_QaW5Wk6ombwfM2pkAXpZQ2cvcdDvzm87eNde1s2mkIixG-Z6MR48r66EXOAy8JA/s1600/1528092877005_1528092887.jpg--societa_inclusivae_liberta_di_parola.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1200" height="384" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvZbenm2v8_27jqaM-9LuLQyT-Hn5ymaLJaxTCMP_B0Tm5fO9ZYDJnhY27GDcEJpglDHM7h-A8_CE_QaW5Wk6ombwfM2pkAXpZQ2cvcdDvzm87eNde1s2mkIixG-Z6MR48r66EXOAy8JA/s640/1528092877005_1528092887.jpg--societa_inclusivae_liberta_di_parola.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Agli Onorevoli Deputati,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">mi chiamo Giorgio Ponte, ho 36 anni, sono uno scrittore, un
insegnante e sono anche una persona con attrazione omosessuale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non sono un giurista, e tuttavia ho deciso di dare il mio
contributo sul DDL Scalfarotto/Zan per il reato di omofobia, essendo direttamente </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; text-indent: 37.7953px;">coinvolto</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; text-indent: 37.7953px;"> </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; text-indent: 1cm;">dal suo contenuto. Ho creduto infatti che ascoltare la storia di una persona che questa condizione la vive, potesse
aiutarvi nel decidere se tale norma custodisca un reale bene, non solo per le
persone omosessuali, ma per la società intera. Poiché, ve lo anticipo, per
l’esperienza mia e di molti come me, essa rischierebbe di essere più un
danno che una tutela. Tuttavia prima di decidere se quanto dico abbia senso, vi prego di avere la pazienza di arrivare fino
in fondo a questa lettera e alla mia storia, per capirne le ragioni.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sono nato in una famiglia del sud, ultimo di quattro figli
molto più grandi di me. I miei genitori hanno amato sia me che i miei fratelli
di un amore totale e incondizionato, e tuttavia nel farlo non hanno potuto prescindere
dalle ferite che loro stessi si portavano dietro e dai molti contraccolpi che
la vita aveva loro inferto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il desiderio disperato di figure maschili con cui
identificarmi e che mi dessero un’attenzione che non trovavo in casa per come
avrei voluto, mi fece presto sviluppare una confusione sul mio genere di
appartenenza, seguita poi da una forte attrazione per gli uomini. Ero un
bambino molto solo e perennemente insicuro: abituato a stare con adulti, avevo
imparato a parlare come loro, rendendomi un alieno rispetto ai miei coetanei. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Qualcuno oggi direbbe che fui vittima di omofobia. La verità è che appartenevo
solo all’immensa schiera di ragazzini fragili che da sempre a scuola vengono
bullizzati da altri più fragili di loro: ciccione, secchione, con gli occhiali,
l’apparecchio, scarso nello sport… la mia storia non è diversa da quella di
tanti altri che mi hanno preceduto e seguito. E come molti di loro, era solo
questione di tempo prima che qualcuno fuori di casa si approfittasse di tutto
questo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dagli undici ai quattordici anni fui vittima di abusi da
parte di uomini più grandi, molto più grandi di me, per diverse volte
e su diversi mezzi che mi portavano a scuola. Per anni ho portato il peso
di quegli episodi, dei quali mi sentivo corresponsabile per la mia attrazione
omosessuale. Una cosa che ho poi scoperto essere comune in molte storie di
abusi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Se vi racconto queste cose non è per suscitare in voi sentimenti di commiserazione o pietà, ma solo per dirvi che io so cosa sono
violenza, dolore e prevaricazione. Ed è proprio perché so che tipo di
meccanismi generino, che non credo che una legge contro l’omofobia faccia il
bene di chi le ha subite. Ma per capire il perché, vi prego ancora di sospendere
il giudizio e continuare a leggere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">All’inizio la tentazione fu di riversare la mia rabbia su
tutti, usandoli a mio piacimento, solo in virtù del fatto che io avevo sofferto
più di loro (così pensavo), e questo mi rendeva <i>diverso</i>. In un certo
senso mi rendeva persino<i> migliore.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Un sentimento questo che riconosco amplificato e
moltiplicato nei movimenti gay, dove le ferite dei singoli si sommano
diventando ferite di una collettività, e tutti ci si muove alla ricerca di un
capro espiatorio che paghi per il male che qualcuno ci ha fatto quando eravamo
bambini o adolescenti, e che non appaga mai quel desiderio di riscatto che alla
lunga diventa desiderio di <i>vendetta</i>, poiché la ferita da cui esso è generato
rimane scoperta e sanguinante.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Anche io vivevo così: io, e io solo, avevo il diritto di
pretendere, di arrabbiarmi, di lamentarmi. E soprattutto il diritto di
arrendermi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Diventai egoista e prevaricatore. Ma ciò che era peggio,
avevo fatto di me un fallito. Continuavo senza accorgermene ad autosabotarmi in tutto ciò che facevo per confermare quell'immagine di bambino abusato, solo e triste, vittima della vita e per questo autorizzato a non vivere. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; text-indent: 1cm;">Come se non bastasse, quei primi abusi subiti, innestandosi
sul mio bisogno di amore, mi avevano inconsciamente “insegnato” che se volevo
ricevere attenzione e affetto da un uomo, il sesso era l’unica modalità per
averli.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non conoscevo l’amicizia. Soprattutto non sapevo cosa fosse
l’amicizia con gli altri uomini, terrorizzato com’ero da loro, per quelle prime
esperienze subite e per il ricordo dei miei compagni di quand’ero bambino, mai
abbastanza maturi per accorgersi di me e del mio dolore. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi stavo destinando
all’infelicità, permettendo così ai miei carnefici di continuare a condizionare
la mia vita, anche molti anni dopo che essi non c’erano più.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Finché a un certo punto qualcuno si accorse di quel dolore e
seppe prendersene cura. Ed è a causa di questo evento che oggi io vi chiedo di
non approvare una legge sull’omofobia. Ciò che allora accadde a me infatti, se
una legge simile passasse, adesso non sarebbe più possibile per altri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">In un’epoca in cui, seppur a fatica, si potevano ascoltare
pluralità di voci diverse su questi temi e non era ancora di moda dire che ogni
cosa che si prova va assecondata, qualcuno invece di
imprigionarmi dietro a un pietoso “poverino”, ha provato a entrare con me nel
mio dolore, nella mia storia e si è chiesto <i>perché </i>provassi ciò che
provavo, partendo dal presupposto che nessun desiderio è in sé una colpa, ma
esso è importante perché dice qualcosa su di noi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quel qualcuno è stato la Chiesa. Attraverso uomini e donne
che hanno avuto per me sufficiente amore da non permettermi di piangermi
addosso, reputandomi all’altezza dell’esistenza e scuotendomi dal mio
vittimismo. La Chiesa mi ha reso un uomo, nel senso più profondo del termine:
non perché eterosessuale, ma perché di nuovo protagonista della mia vita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Io ero degno di attenzione e rispetto <i>quanto</i> gli
altri, ma non <i>di più.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quella tanto auspicata “uguaglianza” di cui i movimenti LGBT
si erano sempre fatti sostenitori a parole, io la stavo vivendo grazie alla
prima Istituzione che ai loro occhi avrebbe dovuto odiarmi. Non ci furono
forzature, né richieste di “cambiamento” (dell’orientamento, s’intende. Perché
l’atteggiamento nei confronti della vita, quello sì doveva cambiare, se volevo
essere felice!); non ci furono nemmeno buonismi e facilitazioni: io ero uomo
come gli altri e ciò che era chiesto a me era ciò che è chiesto ad ogni singolo
uomo sulla faccia della terra, dalla sua Chiesa, come dalla vita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E così faticosamente ricominciai a vivere, a sperare, a
gioire, a godere delle cose. Mi fu restituito ciò che pensavo fosse perduto: il
rapporto con mio padre, amici maschi che mi amassero in profondità, la
consapevolezza dalla mia forza. E sopra ogni cosa la responsabilità della mia
vita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non diverso da com’ero, ma al meglio di ciò che potevo
essere, perché cosciente del significato che aveva la mia omosessualità nella
mia storia: non un’identità, ma una piccola parte di me; il segno di una ferita
che parlava di un bisogno legittimo del mio cuore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Desideravo essere riconosciuto e amato dagli altri uomini,
non più attraverso il sesso, ma nella libertà che non cerca di possedere
l’altro. E finalmente qualcuno mi stava permettendo di fare esperienza di
quell’amore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Bene, </i>direte voi, <i>buon per te, ma cosa ha a che fare
questo con la legge sulle discriminazioni contro le persone omosessuali?</i> Molto
in effetti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Perché vedete, onorevoli deputati, se una legge contro il
reato di omofobia dovesse passare, da domani tutto questo non sarebbe più
possibile né raccontarlo, né tantomeno viverlo. Per nessuno. Poiché per
intraprendere un cammino del genere, io sono dovuto partire dalla
consapevolezza che la mia omosessualità non fosse innata, e questo è uno di
quei concetti che sempre più vengono messi al bando a livello mondiale, bollati
come <i>omofobi</i>, appunto, dalle comunità LGBT, persino quando a sostenerli sono
centinaia di migliaia di persone omosessuali in tutto il mondo, anche non
credenti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E ciò che è capitato a me da quando ho deciso di raccontare
la mia esperienza, ne è la conferma: cinque anni fa infatti, ho scelto di
espormi nel dibattito pubblico per permettere ad altri di sapere quelle cose
che a me era costato anni di lacrime e sangue scoprire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Da quel momento insulti e minacce sono piovute su di me, sui
miei cari, su chiunque mi sostenesse. “Ucciditi”; “Tua madre avrebbe dovuto
abortire”; “Ma perché non ti tagli le vene?” sono solo alcuni, tra quelli che il
contesto di una simile lettera mi permetta di riferirvi. Ciò che mi ha fatto
più male però e che simili parole non siano arrivate dai “cattolici oltranzisti
e omofobi”, ma da fratelli attivisti dell’associazionismo gay: cioè da chi oggi
vorrebbe far passare una legge che dovrebbe impedire l’odio contro le persone
omosessuali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quando una simile legge passerà, chi mi difenderà da questa
violenza? In quanto persona con attrazione omosessuale, sarà omofobo colpirmi o
sarò io l’omofobo? E nel caso, in base a quale criterio oggettivo un giudice
potrà stabilirlo?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Badate, non cascherò anche io nella logica della vittima che
ha bisogno di tutele speciali: sapevo cosa mi aspettava quando ho scelto di
espormi, e me ne sono assunto i rischi. Inoltre a fronte di tutto quel male, ho
potuto aiutare tantissimi fratelli di ogni età e condizione, a trovare le
risposte che qualcuno aveva loro consapevolmente nascosto, e questo valeva il
prezzo di ogni singola offesa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non temo chi mi insulta e paradossalmente qui difendo anche
la sua libertà di farlo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Oggi non scrivo infatti per difendere la mia fede, ma la
democrazia stessa. Se credete che questo sia un problema che riguarda solo gli
omosessuali cattolici, vi sbagliate: in questi giorni le lesbiche sono state
attaccate per aver rivendicato il loro essere donne rispetto alle trans, che
donne lo “diventano”. L’effetto è stato che gay maschi e trans vorrebbe
togliere la “L” di lesbica dalla sigla LGBT.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ditemi, onorevoli deputati, se una legge così passasse,
anche<i> le lesbiche </i>saranno accusate di omofobia? E cosa faranno a quel
punto le femministe? Accuseranno i gay di sessismo diventando anche loro
omofobe o difenderanno le trans, diventando <i>lesbofobe?</i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quale reato sarà peggiore, quale “categoria umana” più
meritevole di protezione?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non è retorica, è già realtà: questo è il mondo che ci
attende se una norma così verrà approvata; un mondo dove per tutelare tutti,
nessuno sarà più libero di dire nulla. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">È ovvio che nessuno può tollerare che una persona sia
picchiata, vessata, o licenziata per il suo orientamento sessuale o per
qualsiasi altra scelta personale. Ma un simile comportamento è già punito dal
nostro ordinamento per chiunque ne sia l’esecutore, mentre fare una norma
apposita, <i>in questo modo</i> peraltro, rischia di considerare violenza
anche ciò che è solo un’opinione contraria, partendo dal presupposto che,
contrastare con l’opinione di qualcuno, sia in sé un sintomo di odio verso di
lui, mentre il più delle volte è solo segno di libertà interiore e talvolta
anche di amore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Onorevoli deputati io qui non vi chiedo di condividere i
miei valori o le mie convinzioni: io vi chiedo di permettere a persone come me,
omosessuali tanto quanto quelli che la legge l’hanno proposta, di poter
continuare a raccontare le loro storie, senza rischiare il paradosso di finire
incriminati per il reato di omofobia, o di “fautore dell’odio” come questa
legge permetterebbe di fare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Io vi chiedo che non sia negata la pluralità di voci e
informazioni che uno stato democratico dovrebbe garantire ai suoi cittadini, e
che a me in altri tempi ha salvato la vita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Io vi chiedo di non approvare una legge che nella sostanza
compia la più grave discriminazione che gli stessi attivisti LGBT per anni si
sono battuti per eliminare: sottolineare la diversità degli omosessuali
rispetto a qualsiasi altro essere umano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Infatti dal giorno dopo in cui essa sarà approvata essere
picchiati o insultati o isolati perché grassi, magri, brutti, ingenui, stupidi…
sarà meno importante di quanto non lo sia subire ciascuna di queste terribili
cose perché ti piace una persona del tuo stesso sesso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">È giustizia questa? È equità? È uguaglianza?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi rivolgo a chi tra voi è omosessuale: davvero vogliamo
questo? Essere considerati un’umanità a parte, solo per le nostre preferenze
sessuali? Non sarà forse questa legge una ragione in più per attirare addosso a
chi ha attrazione omosessuale odio e desiderio di vendetta per una simile
prevaricazione? Non ci isolerà ancora di più impedendoci di essere pienamente
noi stessi, uomini integrati nella società, che non hanno bisogno di ghetti e
riserve protette?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Se questa legge passerà, oltre a privare l’intera società
della libertà di espressione, voi contribuirete a cambiare la percezione che le
future generazioni avranno di sé stesse, privandole del diritto fondamentale di
riconoscersi come uomini e donne, riducendoli alla loro attrazione sessuale,
omo e non, e dicendo loro nella sostanza che c’è un mondo che li odia dal quale
non avranno mai la forza di difendersi se non tappandogli la bocca.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Alcuni che erano amici si troveranno ad essere nemici, ci
saranno nuove vittime e nuovi carnefici e la spirale dell’odio non si fermerà.
Perché la chiave della risoluzione dei conflitti non sta nel tappare la bocca
al nostro avversario, ma nel permettere che il conflitto stesso esista, poiché
esso è il fondamento di un sistema libero, sapendo che un avversario non sempre
è un nemico.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non siate coloro che per tutelare il supposto bene di
qualcuno, hanno ucciso la libertà di tutti, finendo col colpire persino coloro
che pensavano di proteggere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Vi imploro non da persona con attrazione omosessuale, ma da
uomo, da cittadino che parla ai suoi rappresentanti, siate per i vostri figli ciò
che la Chiesa fu per me; siate quegli uomini e quelle donne coraggiose nei
quali i nostri figli un giorno possano desiderare di identificarsi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Fate una cosa coraggiosa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
</div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Fate la cosa giusta, perché tutti possiamo essere davvero
liberi.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<o:p></o:p><br /></div>
Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-63543178108032956162019-07-20T11:26:00.000-07:002020-06-24T00:05:43.903-07:00"UN UOMO A META'" racconto pubblicato per la rivista Il Timone. Luglio 2019<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg0KkGrZ1DkqeSlEfa5MBbXf2d3N1YIg_SM5U4Na0eZ00MwOJi6bHAo9eMmqPN74HfpDABSDtSWqE3KRonvvCh84c5ISk4JPS4pX1ZqN2PZQJ3wYYK5r_-xONoCYueTiWhcN3JHYoCNKs/s1600/luna+a+met%25C3%25A0.jpg" imageanchor="1" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: transparent; color: #0066cc; font-family: Times New Roman; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; margin-left: 1em; margin-right: 1em; orphans: 2; text-align: center; text-decoration: underline; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg0KkGrZ1DkqeSlEfa5MBbXf2d3N1YIg_SM5U4Na0eZ00MwOJi6bHAo9eMmqPN74HfpDABSDtSWqE3KRonvvCh84c5ISk4JPS4pX1ZqN2PZQJ3wYYK5r_-xONoCYueTiWhcN3JHYoCNKs/s640/luna+a+met%25C3%25A0.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>La rivista "Il Timone" ha chiesto a me e ad alcuni altri autori un racconto breve che parlasse di Vita e celebrasse il cinquantesimo dell'Allunaggio. Ripubblico qui per voi il contenuto del racconto che è stato pubblicato <a href="http://www.iltimone.org/news-timone/la-luna-di-un-uomo-a-meta/?fbclid=IwAR3Yc7c3umocFELX4euaTpLtgB-QWKQw1L9VwQ9zL57AmpKTKsh20NYO5dA" target="_blank">sull'edizione online lo scorso 16 Luglio.</a></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
<i><b>1962. Sera. Circolo degli Ufficiali.</b><o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
“Vieni?”<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
La donna fissa
la mano protesa verso di lei con schifo, senza alzare gli occhi. Tiene le
braccia conserte sotto il seno, fasciate nei lunghi guanti di seta. Poi volge lo
sguardo oltre la pista da ballo, su nel cielo. L’orchestra sta per attaccare un
altro pezzo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
“Amore…”
insiste lui. “Ti prego”.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Non cede. Sa
che non può. Sa che se lo guarderà finirà col perdonarlo ancora. E lei non
vuole. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Vittorio non
la biasima. Se fosse un uomo tutto d’un pezzo la lascerebbe andare a qualcuno
di migliore. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Ma lui non è
un uomo tutto d’un pezzo. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Qualcosa in
lui è rimasto <i>spezzato</i>, a metà. Come
quella luna che brilla nel cielo nero. L’uomo segue lo sguardo della moglie e
la vede. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
In guerra la
fissava spesso, pensando a lei. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Quando è
tornato, Susanna è stata il suo respiro, dopo quei cinque anni in cui aveva
trattenuto il fiato. Un respiro che lui aveva sporcato col puzzo d’alcool e con
l’odore di altre donne. Eppure sa di amarla. Anche adesso che l’ha tradita di
nuovo. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Glielo ha
detto ora che è sobrio, per evitare una scenata. Non sopporta quando lei grida:
lo fa ammattire e poi perde il controllo. E non vuole farle male di nuovo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Così glielo ha
detto e ora la invita a ballare, come se niente fosse. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Un uomo a
metà. Un mezzo uomo. Questo è.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
“Sono
incinta”.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Le parole
arrivano come uno schiaffo. Si volta di scatto e prima che abbia il tempo di
capire, lei ha afferrato la sua mano e ora stanno già ballando. Guancia a
guancia, ognuno guarda dritto oltre le spalle dell’altro: vicini e distanti a
un tempo. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Mentre il
corpo di Vittorio si muove da solo, tutto il suo universo si concentra in quei
pochi centimetri di seta, taffetà e carne che sente premere contro il suo addome:
lì avvolto in uno scrigno, il suo bimbo <i>vive</i>
già. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Un miracolo che
non merita.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
“Prometto”
sussurra. “È l’ultima volta”.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Lei si asciuga
in fretta una lacrima. “Dovrà esserlo” dice. “Domani andiamo dal medico”. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
L’uomo guarda lo
spicchio che si riflette sul nero del mare. “Prometto” ripete. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Il medico non
è per il bambino.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
<i><b>1969. Notte. Casa di Vittorio e Susanna.</b><o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Mentre corre a
piedi scalzi verso il salotto, sente la canottiera appiccicata al corpicino
della figlia. Quest’anno il caldo li ha raggiunti fino in montagna, dove si
rifugiano da quando sono sposati. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Susanna è
seduta sul divano, solo in camicia da notte. Il suo profilo è una silhouette di
luce nel riverbero del televisore. “Era sveglia?” chiede voltandosi.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
“Quasi” dice
lui con un sorriso, affondando nei cuscini vecchi. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
“A che punto
sono?” mugola la piccola.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
“Stanno per
aprire il portello” dice la madre. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
La bambina
solleva la testa dalla spalla di lui e si volta a guardare. “Ma è proprio tutto
vero, papà?” <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
“Sì, tesoro”.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
“Quindi è così
che è fatta? Quello che non si vede?”<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
“Pare di sì”. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Nessuno parla
più per un po’, mentre assistono ipnotizzati.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
“È bellissima”
dice a un tratto la piccola. <span style="text-indent: 14.2pt;">Il commento
più appropriato. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
<span style="text-indent: 14.2pt;">Per la prima volta un essere umano sta camminando sulla Luna.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Vittorio
guarda la figlia, ora sveglia e ritta come un fuso in mezzo a loro, che fissa
lo schermo. Poi guarda sua moglie. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
“Sì, lo è”
dice, commosso. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Susanna si
volta e gli sorride, mentre il traduttore riporta la frase dell’astronauta a
centinaia di migliaia di chilometri sopra le loro teste: <i>“Un piccolo passo per l’uomo, ma un grande passo per l’umanità”. </i><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Vittorio
capisce: sì, anche per loro è stato così. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
<i>Stress post traumatico</i>, aveva detto il
medico. <i>Le prescrivo delle gocce, tutti i
giorni.</i> <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Poche gocce: una
piccola cosa, un piccolo passo, e tutto era cambiato. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Gli incubi si
erano fermati, i ricordi non lo tormentavano più. Niente più alcool, o sesso
per stordirsi, per fuggire. Ancora una volta lei lo aveva salvato.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Vittorio
prende la mano di lei e insieme la poggiano sulla schiena della piccola. La
moglie sospira tornando a guardare lo schermo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Era per quello
che lei lo perdonava sempre. Lei <i>sapeva.</i><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
La finestra è
aperta. L’uomo vede fuori quel disco spezzato in cielo e per la prima volta ne distingue
i contorni in ombra, persi nel buio.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
Anche lui non
era davvero spezzato, anche lui aveva perso nel buio una parte di sé. Susanna
era stata l’unica a riuscire a guardare in quel buio, per riportarlo alla luce<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
L’unica ad
aver camminato lì dove nessun altro era mai arrivato. <span style="text-indent: 14.2pt;">Lì dove nessun altro poteva arrivare.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
<o:p></o:p></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 14.2pt;">
<br /></div>
</div>
<i></i><b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-72491845836381630242018-12-07T10:54:00.001-08:002022-04-01T08:26:53.783-07:00YOKABE. "Tutti siamo in debito con qualuno". Dopo LEVI e GIAIRO il capitolo finale di Sotto il Cielo della Palestina<div style="text-align: justify;"><div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlYHig5vB6P6C9FCxU8cV1zytys16GdPnM7jrVhsMxEGGmh8aFT5_eLOjioCZcJGskzYl0-MEDYeNGKNqM5SOI6ezw6rY4tTyyHLkEpG6ySgbXC832G30bpqN5bue_whaLqAWlKPycUPnNEfeIGTyGzw6fmVdcUqRA_z3ZBEjFw1sOk6ajwgaoqAdI/s2244/prova%20trio2-B.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2244" data-original-width="1358" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlYHig5vB6P6C9FCxU8cV1zytys16GdPnM7jrVhsMxEGGmh8aFT5_eLOjioCZcJGskzYl0-MEDYeNGKNqM5SOI6ezw6rY4tTyyHLkEpG6ySgbXC832G30bpqN5bue_whaLqAWlKPycUPnNEfeIGTyGzw6fmVdcUqRA_z3ZBEjFw1sOk6ajwgaoqAdI/w242-h400/prova%20trio2-B.jpg" width="242" /></a></div>Quando scrivevo la prima storia di <i>Sotto il Cielo della Palestina</i>, nella mia vecchia stanza di Palermo (un bugigattolo che ha visto i natali anche di <a href="https://www.amazon.it/Io-sto-Marta-Giorgio-Ponte/dp/8804648678/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1544209617&sr=8-1&keywords=Io+sto+con+marta" target="_blank"><i>Io sto con Marta!</i>, </a>più simile allo sgabuzzino di Harry Potter che a una camera da letto) stavo solo cercando di capire se dopo sette anni durante i quali mi ero permesso di seguire altre strade, fossi ancora capace di scrivere una storia dall'inizio alla fine. Certamente non potevo pensare che dieci anni dopo quei personaggi che avevo immaginato nell'intimo della mia mente, ascoltando a ripetizione le musiche del <i>Principe D'Egitto </i>e di <i>American Beauty</i>, sarebbero entrati a far parte della vita di tante persone, toccandone il cuore in modi che non avrei mai creduto possibili.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Quella prima storia era <i>Yokabe</i>, in una versione molto più leziosa, ridotta e abbozzata di quanto non sia la storia che oggi vede per ultima la luce. Allora Yokabe era "solo" la storia di una ragazzina divenuta donna, che doveva lottare contro un contesto sociale che la rifiutava e il dolore di un marchio d'infamia che non poteva togliersi di dosso. Oggi questo romanzo è diventato qualcosa di più. E' la storia di una coppia, di un amore, di due esistenze che si intrecciano in una e di quanto le ferite familiari dell'uno e dell'altra si trovino a pesare su entrambi. E' una storia di peccato e di redenzione. La storia di una donna e di un uomo e del loro cammino per ritornare a vivere.<br />
<br />
Ma più di tutto questo, Yokabe è stata a suo tempo la portavoce del mio senso di rinascita, in un momento in cui non potevo raccontare esplicitamente ciò che Dio aveva fatto per me. A lei affidai la Speranza e la gratitudine che il mio cuore voleva cantare al mondo, e che il mio pudore mi impediva di fare liberamente.<br />
<br />
Allora non mi rendevo conto delle tante immaturità e ingenuità del testo (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">per fortuna</i> o lo
scoraggiamento mi avrebbe impedito di proseguire nell’impresa!), tuttavia ciò
che avevo provato nell’affidare a quel personaggio il mio messaggio segreto e il modo in cui esso passava, nonostante tutto, in chi leggeva, mi convinsero che valeva la pena di ampliare quel progetto
trasformandolo in una trittico di racconti. </div>
<div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Avevo pensato di scriverne molti di più,
ma più scrivevo, più mi accorgevo che quei personaggi, che nella Storia sono
esistiti davvero, mi chiedevano più spazio e tempo per essere mostrati di quanto non
pensassi. Dopo un anno mi ritrovai tra le mani due romanzi brevi e un racconto, e capii che non sarei stato in pace finché non avessi trovato il modo di
rendere quelle storie disponibili per chiunque avesse avuto la voglia di
leggerle. Ci sono voluti dieci anni, infiniti lavori, un corso all’Università
Cattolica e un altro romanzo benedetto da un inaspettato successo, perché quel
desiderio trovasse compimento.</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Oggi mi
rendo conto che è stato un bene. Dieci anni di esperienza in più, non solo di mestiere, ma soprattutto di vita, hanno donato a queste tre storie uno spessore che il ragazzo che ero allora non avrebbe mai potuto dare loro. Proprio come capita con i figli infatti, che per quanto pensi di conoscerli, più passa il tempo e più scopri cose nuove di loro, oggi rileggendo le vicende di questi figli di "carta", li ho compresi molto più di quanto non avessi fatto quando li ho concepiti.</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Con l’uscita
di YOKABE questo cammino durato anni si conclude. Considerato che il motivo per cui sono salito a Milano è stato proprio riuscire a pubblicare questa raccolta, posso dire senza esagerare che a questo racconto devo quello che sono oggi. Poiché quello che sono non esisterebbe senza tutto quello che mi ha donato questa città. </div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
L'affido a voi, nella speranza che ancora una
volta, passando di mano in mano tramite coloro che spero l’ameranno, questa
storia possa girare al di là dei circuiti più noti, raggiungendo coloro ai
quali può fare bene leggerla. </div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Con l'augurio che qualcosa di essa vi tocchi, cambiando la vostra vita, come ha cambiato la mia.</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><br /></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px; text-align: center;">
<span style="color: red;">YOKABE è al momento è acquistabile in formato digitale e cartaceo su <a href="https://www.amazon.it/YOKABE-Sotto-Cielo-della-Palestina-ebook/dp/B07KWXRR8M/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1544208690&sr=8-1&keywords=Yokabe" target="_blank">Amazon</a>, <a href="https://www.kobo.com/it/it/search?query=Yokabe" target="_blank">Kobo</a> e su tutti gli store online.</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: center;">
<span style="color: red;"><br /></span></div>
</div>
<div>
<u><span style="color: #000120;"></span></u><br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><br /></div>
</div>
<br />
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><u></u><br />Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-14449385374419562882017-12-03T02:55:00.000-08:002017-12-05T02:54:53.746-08:00L'ESERCITO DI UOMINI SOLI - I sacerdoti e la periferia esistenziale. <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMIKt5blzlmyVLKbQ6yNEsUYaBON60d-jhqwYx_-JfvFVBev8O3vTMG2nQZ9Wth_YySGPO_OicSiU5_xHaifB6Edn2EZKjgnjPZySoL_7S2zLoPrbY5-uF84pQNQ1MO5VvYN9kxldPsk8/s1600/fango+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1600" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMIKt5blzlmyVLKbQ6yNEsUYaBON60d-jhqwYx_-JfvFVBev8O3vTMG2nQZ9Wth_YySGPO_OicSiU5_xHaifB6Edn2EZKjgnjPZySoL_7S2zLoPrbY5-uF84pQNQ1MO5VvYN9kxldPsk8/s640/fango+2.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Ho visto un esercito di uomini
soli combattere contro nemici più grandi di loro. Li ho visti arrancare,
lottare, ribellarsi e gridare con la sensazione di non avere nessuno al mondo
oltre la loro fede. Li ho visti camminare ciechi, incoscienti del fatto di
avere al loro fianco fratelli fragili come loro, ma che per loro potrebbero
essere forza. Li ho visti incapaci di chiedere aiuto, mentre affondavano nelle
trincee dell’esistenza aspettando, difendendo i figli che erano stati loro
affidati, senza più forza nemmeno per reggere in mano le loro armi, mentre si
prendevano i colpi dell’artiglieria, sostenendo coloro che avevano alle spalle,
incoraggiandoli ad andare avanti a vivere una vita di gioia, mentre loro non
potevano contare sulla consolazione di nessuno. Li ho visti convincersi che
questo era dovuto, e che l’angoscia e la solitudine nella quale vivevano
fossero lo scotto da pagare per avere una vita santa.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Li ho visti, esistono.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">È l’esercito dei sacerdoti. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Uomini soli, periferia
dell’esistenza, ignorata più di altre perché sconosciuta. Di essi non si
conosce il dolore perché non se ne conosce l’intimità, e quando qualcosa di
quell’universo viene fuori, è solo nelle componenti più aberranti e distorte:
come un tumore che, lasciato crescere indisturbato sotto la pelle, diventa
visibile all’esterno solo quando è ormai impazzito, fuori controllo, e fa
ribrezzo a chiunque lo vede. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Troppo agiati per generare la
compassione riservata ai poveri, troppo in salute per avere quella dei malati,
troppo (ancora) rilevanti socialmente di un drogato, perché se ne giustifichino
allo stesso modo le debolezze.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Da anni ho la grazia di vedere
quel mondo al di là del velo delle apparenze e dei giudizi: montagne di parole
che tendono a classificare l’uno come santo e l’altro come dannato, ma mai
nessuno come umano. Di essi esaltiamo le doti o sottolineiamo i difetti, ma mai
tolleriamo che gli uni e gli altri siano presenti nella stessa persona. Troppo
asceti per essere umani, troppo peccatori per essere santi.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">L’illusione è che il sacramento
che portano impresso nella loro anima li trasformi in qualcosa che non sono,
quasi per una specie di magia che a un tratto li renda immuni dalle difficoltà,
e a motivo della quale ci scandalizziamo se non è così.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Ma fratelli, è ora che lo capiamo,
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">non è così</i>. </span></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmnblWzybNevz99SFfYh8lJgPgNcOPZEkePtYqfICywNkqNM1U8bkNbvfxQEI8WcgKSvVsJA3OZimzATBgq7FxNlGyeu43VbmZ_WATUQR1bmtp0yM_k30WUyEDRaiUjWYpwP_cXXm2c1c/s1600/pane+offerto.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="323" data-original-width="473" height="272" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmnblWzybNevz99SFfYh8lJgPgNcOPZEkePtYqfICywNkqNM1U8bkNbvfxQEI8WcgKSvVsJA3OZimzATBgq7FxNlGyeu43VbmZ_WATUQR1bmtp0yM_k30WUyEDRaiUjWYpwP_cXXm2c1c/s400/pane+offerto.jpg" width="400" /></a><span style="font-family: "calibri";"><b>PANE ABBANDONATO</b></span><br />
<span style="font-family: "calibri";">Come il pane consacrato se
bagnato e lasciato all’aperto non eviterà la muffa solo per essere Corpo di
Cristo, né il vino che né diventa il Sangue eviterebbe di inacidirsi se
lasciato all’aria, così l’uomo che diventa sacerdote non sarà immune alla
“muffa” dell’esistenza, o “all’acidità” delle incombenze quotidiane se esposto
a pericoli e non trattato con cura. Le leggi che lo governano sono le stesse di
qualsiasi altro uomo, anche se in sé ha una presenza di Dio diversa da ogni altro.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Perciò della sua fragilità non
dovremmo scandalizzarci, nemmeno quando essa arriva a toccare l’abominio, più
di quanto non dovremmo fare della muffa su una particola dimenticata a marcire
sotto un tappeto. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Ci fa ribrezzo? Sì. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Ci addolora? Moltissimo.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Ma la domanda è: cosa abbiamo
fatto noi per evitare che quella “particola” cadesse e finisse dimenticata?
Perché se abbiamo cura di riporre l’eucaristia al sicuro nel tabernacolo,
dobbiamo avere la stessa attenzione e cura nel riporre i nostri sacerdoti nel
“tabernacolo” della nostra comunità: perché sia un luogo sicuro, accogliente e
pulito dove farli stare bene, perché tutti possano “mangiarne”. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Chi si occupa di coloro che si
occupano di tutti?</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Ve lo dico io: nessuno. Il più
delle volte, almeno.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Badate, non sono qui né a
giustificare per partito preso un clero malato di cui ho visto negli anni le
molte aberrazioni segrete, né a sostenere banalità come che “per risolvere il
problema della solitudine dei preti bisogna farli sposare”. Il mio discorso non
è per coloro che fin da principio hanno scelto di ingannare, sé stessi, la
Chiesa e (illusi!) Dio, entrando in seminario per assecondare il loro desiderio
di dominio, o per avere uno stipendio fisso che gli permettesse di seguire
indisturbati le proprie passioni e interessi, passando la vita dietro una
scrivania a disquisire di teologia e di esegesi, o sollazzandosi in una vita
mondana intervallata da qualche messa, mentre fuori il mondo muore. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Chi mi conosce sa che non ho mai
avuto paura di mettermi contro né preti, né vescovi, ogni qualvolta di essi
abbia visto la sostanziale cattiva fede e disonestà.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">No, io sono qui per difendere
tutti gli altri. Quelli che lottano, cadono e si rialzano, come tutti, ma senza
il conforto che dovrebbe essere dato a tutti: qualcuno al proprio fianco che ti
sostenga mentre cammini. Non da superiore o da sottoposto. Ma da pari.</span></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_T566k0coz0TTdW0e050A32tOJB6qoOTLJ1zapT9U87leN2qyG_PGJX770ZWHgZ1uaXXiP_LcuGwwzIklUzL41sTdXFEI8syWJ1W1FJONlalg8kFVjKZNmsJG-EhKZDO2VHi4o0wGgOo/s1600/lavanda+papa2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="488" data-original-width="435" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_T566k0coz0TTdW0e050A32tOJB6qoOTLJ1zapT9U87leN2qyG_PGJX770ZWHgZ1uaXXiP_LcuGwwzIklUzL41sTdXFEI8syWJ1W1FJONlalg8kFVjKZNmsJG-EhKZDO2VHi4o0wGgOo/s320/lavanda+papa2.jpg" width="285" /></a><span style="font-family: "calibri";"><b>NESSUNO SI LAVA I PIEDI DA SOLO</b></span><br />
<span style="font-family: "calibri";">Nella nostra società fatta di
isole incapaci di comunicare, i sacerdoti sono le <i style="mso-bidi-font-style: normal;">isole</i> più lontane, quelle che non formano arcipelaghi con nessuno e
per raggiungere le quali devi affrontare le imprevedibili tempeste dell’oceano
del loro cuore: barriere immense che loro stessi hanno messo su nel corso di
anni, per proteggersi. Poiché, spesso fin dal seminario, gli è stato detto che
la loro solitudine è necessaria alla loro vocazione, e che non può essere
altrimenti. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Ma io mi chiedo: è davvero così? </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Gesù ha forse mai elogiato la
solitudine, tranne quando si trattava di pregare col Padre? Quando ha detto che
“alcuni non si sposano per servire meglio il regno di Dio” (Mt 19,12), ha anche
detto che non avrebbero mai dovuto avere amici, o vivere soli per sempre? E
perché allora avrebbe individuato nella vita data per l’amicizia, la forma più
grande di amore (Gv 15,13)? Non ha forse Egli stesso condiviso la sua vita con
dodici amici durante tutti gli anni del suo ministero? E persino nel momento
dell’abbandono, non ha beneficiato del sostegno di quell’unico amico, Giovanni,
che non fuggì di fronte al suo dolore, rimanendo con sua Madre sotto la Croce?
Non era forse Gesù che li mandava nel mondo “a due a due” (Lc 10, 1)? E non era
ancora Lui che la notte in cui ebbe inizio la sua Passione, si preoccupò di
lasciar loro detto che si lavassero i piedi “gli uni gli altri”(Gv 13,14)? </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Tutto questo dice con certezza,
mi pare, che nessun uomo è fatto per stare solo, sacerdoti compresi. Infatti,
come si possono lavare i piedi a qualcuno che li lavi a te, se non hai nessun
fratello con cui condividere la vita? Il comando è chiaro e vicendevole: “gli
uni gli altri”. Cioè: c’è un tempo in cui devi servire, e uno in cui lasciarti
servire; uno in cui lavare tu e uno in cui avere l’umiltà di lasciare che altri
vedano la tua sporcizia, per lavarla via. Perché ci vuole più umiltà a mostrare
il proprio fango sui piedi, che a togliere quello altrui. E questo è un comando
impartito agli apostoli, i primi “vescovi” della storia, coloro che hanno la
pienezza del sacramento sacerdotale. Perché nessuno può “lavarsi i piedi” da
solo, come nessuno può solo servire. Nemmeno un vescovo, fosse anche quello di
Roma.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Figuratevi i sacerdoti, quelli
veri. Quelli che lottano in questo esercito silenzioso, morendo ogni giorno un
po’ di più, dall’altro dei nostri pulpiti, nelle nostre parrocchie, in
silenzio, col sorriso sulle labbra, mentre nessuno se ne accorge. Quelli che
cadono, indeboliti da ferite mai curate seriamente, ma che nulla tolgono
all’autenticità della loro vocazione. Uomini che si sono convinti che “dare la
vita per gli altri”, significhi “togliersela”, la vita, come in un suicidio
spirituale che nulla ha a che vedere con l’amore. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Perché quando non ami più il tuo
prossimo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">come</i> te stesso, ma <i style="mso-bidi-font-style: normal;">di più</i>, di fatto stai smettendo di amare
te. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">E chi non si ama davvero, non è
in grado di amare fino in fondo.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Sono questi uomini che desidero
difendere. Soprattutto da loro stessi, e dalla loro incapacità di lasciare che
qualcuno prenda le loro difese. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Qualcuno dirà: “ci sono i
vescovi! Ci pensino loro”. Ma noi non possiamo ragionare così. Perché se ci è
stato detto di amare il nostro prossimo, senza distinzione su chi egli sia, il
sacerdote ci è <i style="mso-bidi-font-style: normal;">prossimo</i>, come noi
siamo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">prossimi</i> a lui. Non puoi
aspettare che qualcun altro lo faccia per te. Se ci sei tu lì, tu sei chiamato
ad essere quella presenza di Dio. E come lui si occupa di noi, noi abbiamo la
responsabilità di occuparci di lui. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Sia chiaro, non in un modo banale
e passato in uso da secoli, dove il laico fa da aiutante o da servitore, da
volontario per il catechismo o da uomo delle pulizie. Non in un rapporto di
sudditanza, ma di fratellanza. Perché fratelli loro lo sono, come noi. Prendersene
cura non vuol dire diventare delle specie di badanti. Non siamo chiamati a
imboccarli o fare loro le pulizie, più di quanto non sia necessario per un
qualsiasi medico che si spende senza orari, avere una donna pagata che lo
faccia. Certo, averli a cuore può significare anche questo. Ma ciò che abbiamo
da fare, il nutrimento che abbiamo da offrire loro è lo stesso di cui abbiamo
bisogno noi. E non può essere pagato. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Si chiama Amore. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">E se è vero che anche la moglie
che cucina per la famiglia sta dimostrando con quel gesto il proprio amore per
i figli, è vero anche che se questo restasse l’unico modo di amare, esso non
produrrebbe altro che figli grassi e frustrati. Noi non viviamo solo di cucina,
ma anche di intimità, di calore, dell’avere qualcuno di fronte al quale essere
pienamente noi stessi e pienamente amati, con tutte le nostre fragilità. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">In una parola, abbiamo bisogno di
Umanità. <span style="margin: 0px;"> </span>Qualcosa senza la quale l’amore
non può esistere, e di cui nessun uomo può fare a meno, anche quando ha
talmente disimparato a viverla da temerla o persino rifiutarla.</span></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEin2qjRxsv7FoMubBLCWOTiUzdqsZ2jmfyHi6SlY2LGo8-uWNO0A6iOE6VyI0XYZvtqUnLaFkVN2pkPHNIaV7LQXYRnWN-PEV_wCpEaTNXt7-m8Q1abZaCxGize2iM5-SglXFwojAOPUf4/s1600/bimbo+bombardamenti.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="740" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEin2qjRxsv7FoMubBLCWOTiUzdqsZ2jmfyHi6SlY2LGo8-uWNO0A6iOE6VyI0XYZvtqUnLaFkVN2pkPHNIaV7LQXYRnWN-PEV_wCpEaTNXt7-m8Q1abZaCxGize2iM5-SglXFwojAOPUf4/s400/bimbo+bombardamenti.jpg" width="385" /></a><span style="font-family: "calibri";"><b>IL BAMBINO DIMENTICATO</b></span><br />
<span style="font-family: "calibri";">I sacerdoti soffrono sì. E tanto.
Ma spesso quel dolore non è raccolto da nessuno, non solo perché nessuno si
aspetta che un sacerdote lo provi, ma anche perché la maggior parte di loro è
stata formata e addestrata a non chiedere mai aiuto se non al padre spirituale,
e quindi resa incapace affettivamente proprio di quella umanità che rendeva
Gesù così straordinariamente Dio.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Perciò non stupitevi se
offrendovi di farvi loro vicino, essi fuggiranno o vi distanzieranno. È
normale. La maggior parte di loro non sa come si fa, come si esce dal ruolo. O
meglio, come si unisce il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">ruolo</i> alla vita,
senza che da esso siano escluse parti di sé stessi. E quando non è
l’incapacità, è la paura a frenarli, loro che sono sempre esposti al giudizio
del mondo: troppo spesso visti come dispensatori di servizi, la gente dimentica
che non sono macchine, ma persone (quante volte di fronte al parroco che si
rivolge male a un’osservazione, ci chiediamo se lo fa perché essa è la
centesima che riceve in un giorno? Io stesso, che pure dovrei vedere al di là,
me ne dimentico, e non capisco mai la misura giusta nel mediare tra ciò che può
essere giusto far notare e ciò che l’altro è in grado di sopportare).</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">So che non è facile. Ma nulla di
quello che vale la pena è mai facile. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Spesso questi uomini sono stati
educati in seminario a rispettare (spesso <i style="mso-bidi-font-style: normal;">sopportare</i>)
un’autorità, imposta, anaffettiva, e a volte ottusa, che sta all’autorevolezza
fondata sull’amore, più o meno come il padre padrone e paternalista sta al
padre che si preoccupa di spiegare con dolcezza ai figli il Bene che un divieto
custodisce. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Così quando sono loro a diventare
rappresentanti di quell’autorità, finiscono col trincerarsi dietro ad essa per
difendere sé stessi, proprio come il figlio che ha ricevuto durezza da un padre
ferito, nonostante ne abbia sofferto, rischia inconsciamente di replicare
quella durezza una volta diventato padre.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Ma voi non mollate, non fatevi
scoraggiare. Non abbiate paura dei loro sguardi torvi, dei loro silenzi
prolungati, dei loro modi freddi, dei loro abiti austeri, delle risposte secche
e nervose, né accontentatevi delle parole di Luce che dal pulpito vi donano,
per giustificarli in tutte queste cose: dietro tutto questo essi sono come noi.
In ciascuno di questi uomini c’è un bambino bastonato che ha bisogno di essere
ascoltato, ma che spesso ha ricevuto troppi schiaffi emotivi per potersi
fidare. Un bambino sul cui sonno nessuno veglia; la cui testa non è mai stata
accarezzata; il cui riposo è quasi considerato alla stregua di un peccato: da
vivere di nascosto, temendo di essere giudicati; un bambino che a volte ha bisogno
di piangere e può farlo solo in silenzio, nel segreto della sua stanza, senza qualcuno
che lo abbracci quando non ce la fa più a sopportare il peso di tutto il dolore
che gli si riversa addosso; che ha bisogno di sentirsi dire “va bene così, hai
fatto il possibile. Ora lascia andare”.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Amateli così, come bambini. Come andrebbero
amati tutti. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Come vorreste essere amati voi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Non mollate, vi dico! Amateli di
più. In ogni modo, con ogni mezzo. Anche la durezza, quando serve a riportarli
sulla terra, ma senza mai dimenticare l’amore, e uno sguardo di Bene che è
l’unico che salva.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Altrimenti quel bambino si
sentirà colpito nuovamente e si chiuderà ancora di più dietro a quel ruolo che
per molti è l’unica difesa. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">E lo avrete perso. E con esso avrete
perso un’occasione in più di amare davvero.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">A me è successo, so cosa vuol
dire avere la grazia di ricevere l’intimità di un sacerdote, e perderla per una
mancanza d’amore, una durezza eccessiva, una mancanza di pazienza. Se vi capita
di ricevere un dono così grande non lo sprecate. Vuol dire che Dio vi sta
ritenendo degni di un grande compito.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Perché i sacerdoti non hanno
bisogno (solo) del loro Vescovo o delle loro guide spirituali per essere
aiutati, esattamente come un figlio non può crescere bene solo col sostegno del
padre. Gesù non ha detto “amatevi come padri e figli”, ma come <i style="mso-bidi-font-style: normal;">fratelli</i>. Chi non ha fratelli,
sperimenta la sofferenza di non avere compagni di strada, e il peso di una vita
che grava solo sulle proprie spalle. Noi abbiamo bisogno di fratelli che ci
siano pari. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Tutti</i> noi. Soprattutto quando ci ritroviamo ad essere padri per
qualcun altro.</span></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7sKne1X5KlPR1zoNRrOxW0C3GaSccu3w4osN45j67d6LDKdL1W4EvKjpKosrKDuhXtZ59BKH8WKofKOKlYFp_i8hVFKmatIIRWDNxAHm04ZdfiUGLZqqhYGiXKl0D48bbaUAXTgQmgqU/s1600/tre+abbracci.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="224" data-original-width="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7sKne1X5KlPR1zoNRrOxW0C3GaSccu3w4osN45j67d6LDKdL1W4EvKjpKosrKDuhXtZ59BKH8WKofKOKlYFp_i8hVFKmatIIRWDNxAHm04ZdfiUGLZqqhYGiXKl0D48bbaUAXTgQmgqU/s1600/tre+abbracci.png" /></a><span style="font-family: "calibri";"><b>UOMINI FRA GLI UOMINI</b></span></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">I Sacerdoti hanno bisogno di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">noi</i> per sentire l’amore di Dio nella
loro vita, come noi abbiamo bisogno di loro per averne la Presenza. Hanno
bisogno di potersi mostrare fragili, perché in quella fragilità si manifesti
tutta la potenza di Dio. Hanno bisogno di qualcuno che non li tema, per poterli
amare. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">E quanto è bello, quando questo
accade! Che dono grande è vedere quella fragilità: l’uomo nascosto in
quell’abito sacro, sacro egli stesso nel suo essere uomo! </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Lo ripeto: non sprecate mai
questo dono!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Quando scendono dal pulpito e
scherzano, quando si permettono di donare e ricevere affetto, e persino quando
si abbandonano a qualche scurrilità o leggerezza! Quanto è bello ridere con
loro, parlando di cose normali, scoprirli normali e pieni di difetti come noi:
quanto è liberante sapere che Dio sceglie uomini normali, per fare cose
straordinarie, perché essi diventino le Sue mani. Quanto è commovente quando
qualcuno di loro vi ritiene tanto degni di stima da mostrarsi bisognoso di aiuto,
lui che magari tante volte è stato aiuto per voi. Quanto infonde rispetto
vederli mettersi in discussione. E quanto rappacifica scoprire che tutto questo
non li priva di alcuna autorevolezza, poiché nessuno di noi è degno del
messaggio che porta, come l’asino che condusse Gesù all’ingresso di Gerusalemme
non aveva in sé nessuna nobiltà che non venisse dal fatto di adempiere a quel
compito per il Figlio di Dio, così com’era.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";"><b>L’AMICIZIA, TABERNACOLO D’AMORE </b></span><br />
<span style="font-family: "calibri";">Perciò oggi parlo e imploro voi
che leggete e che amate la Chiesa, di guardare con occhi nuovi a questi uomini
che la Chiesa sono stati chiamati a guidarla. soprattutto quelli che vi fanno
arrabbiare. Vi è concesso arrabbiarvi, ma se dovete criticarli non fatelo solo
perché essi non rispondono alle vostre aspettative. Fatelo se non rispondono al
Vangelo, magari troppo stanchi per vedere qualcosa che a voi pare evidente;
fatelo per mostrare loro il Bene che voi sapete che possono essere e che forse
anche loro hanno dimenticato, o non hanno mai saputo. Fatelo senza avere la presunzione
di avere ragione, perché ci sono molte cose che noi non sappiamo dietro a ogni loro
scelta; fatelo con l’umiltà di sapere che alla fine, dopo che avete parlato,
comunque noi siamo chiamati ad accettare quella scelta, per quanto sia nostro
diritto chiederne le ragioni. Perché di quelle scelte, giuste o sbagliate che
siano, essi sono gli unici che portano l’onere della responsabilità. E questo è
un peso che nessuno può comprendere, se non lo vive. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Fate che essi vedano la sporcizia
dei loro piedi solo perché voi siete già lì, in ginocchio, a lavarla via con
amore. Fate che vedano che li amate così come sono oggi, perché quell’amore li
aiuti ad essere migliori domani. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Questa è la Chiesa: siamo noi il
tabernacolo d’amore nel quale questo esercito silente ha bisogno di essere
custodito. È questa la strada perché ciascuno di loro alzi la testa e veda di
non essere solo nella battaglia dell’esistenza, ma parte di un popolo destinato
alla vittoria, perché forte ciascuno della forza degli altri, e tutti insieme
di quella di Dio. E quando essi lo sperimenteranno da voi, forse saranno in
grado di vivere questo con i loro confratelli: i primi che sono loro prossimi, e
che più degli altri sarebbero autorizzati a porsi con loro alla pari, ma che troppo
spesso tendono a non vedere come amici, ma come antagonisti da temere e
schivare. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Fatelo: amateli per amore
dell’umanità. Perché per ogni sacerdote che aiuterete a rialzarsi, aiuterete tutte
le migliaia di uomini e donne che a lui si affidano e che da lui imparano. In
quel meraviglioso gioco dell’esistenza per cui ogni nostra azione ricade in
modi misteriosi su tutta la Storia, e che in termini cristiani si chiama Comunione
dei Santi. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">In questo tempo di crisi delle
vocazioni e di grandi eresie, voi potete mostrare al mondo che essere sacerdoti
non deve significare per forza vivere nella solitudine e senza legami, ma piuttosto
vivere ancora di più ciò che Dio ci ha chiesto, “dare la vita per i propri
amici”. Perché noi non ci muoviamo per privazione, ma solo attratti da una
Bellezza e un bene maggiore: voi potete essere quella Bellezza, voi potete essere il legame che li tiene uniti a Dio.
</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Siate amici che danno la vita per
loro, perché loro abbiano amici per cui dare la vita.</span></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";"><br /></span></div>
<span style="font-family: "calibri";"></span><br />
<div class="separator" style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";"></span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp8lSVSSLsXoRMoB-J_uBruOZ7CbBIRkBr3NE1Q5qsCtfrrKcNdRp68mi_F9WtCeJl_neaFLSIH1ONpx1onLlysObAgL79Z3LwCTX0CLnLjdfoNJOGl8mtpYRdl8yZm5o-_2o6Eaaxy2E/s1600/hacksaw-ridge.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp8lSVSSLsXoRMoB-J_uBruOZ7CbBIRkBr3NE1Q5qsCtfrrKcNdRp68mi_F9WtCeJl_neaFLSIH1ONpx1onLlysObAgL79Z3LwCTX0CLnLjdfoNJOGl8mtpYRdl8yZm5o-_2o6Eaaxy2E/s640/hacksaw-ridge.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "calibri";">
</span>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><span style="font-family: "calibri";"></span>Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-1610447079299713112017-11-15T03:02:00.000-08:002017-12-03T02:56:03.191-08:00NON SONO PSICOLOGO, E PER QUESTO PARLO - Quando la vita fa la differenza<span style="font-family: "calibri";"></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdouMrwpNXkpfJTYmBkx8Ukrz7BDACLGlTpG9OGvIVFOQkfZb_yNODuG8tOZ0hON8fRZ72QhUsf5N5IQa2aKNFNr6cevTYkFKM4MJCtJBrlHo8CRtrCQzQYs-jeekEVNlu4P-bFwujrtI/s1600/l%2527olio+di+lorenzo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="655" height="388" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdouMrwpNXkpfJTYmBkx8Ukrz7BDACLGlTpG9OGvIVFOQkfZb_yNODuG8tOZ0hON8fRZ72QhUsf5N5IQa2aKNFNr6cevTYkFKM4MJCtJBrlHo8CRtrCQzQYs-jeekEVNlu4P-bFwujrtI/s640/l%2527olio+di+lorenzo.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Oggi vorrei rispondere alla
seconda accusa che i miei detrattori mi fanno per screditare la mia competenza quando
parlo di omosessualità fuori dai soliti schemi: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">io non sono laureato in psicologia </i>(sulla prima: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">io sono cattolico</i>, ho già parlato nel
mio post precedente). </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Comincio col dire che sì, è vero.
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Mea culpa</i>: io non sono uno psicologo,
né uno psicoterapeuta né uno psichiatra. Ma basta questo a dire che non posso
parlare? </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Prendiamo un esempio concreto: forse
qualcuno di voi ricorda il film “L’olio di Lorenzo”, nel quale vengono
raccontate le vicende (vere!) di Lorenzo Odone, un bambino di cinque anni affetto da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Adrenoleucodistrofia" title="Adrenoleucodistrofia"><span style="color: windowtext; margin: 0px; text-decoration: none;">Adrenoleucodistrofia</span></a>, una malattia degenerativa
del sistema nervoso per la quale gli vengono pronosticati due anni di vita. I
genitori, un’economista e una casalinga, animati dal desiderio di salvare il
figlio, e di fronte all’assenza di interesse per la ricerca su questo disturbo
raro, decidono di fare l’impossibile: iniziano a studiare i testi di medicina
per elaborare loro una cura in modo empirico. E ci riescono. Una cura che
blocca la degenerazione della malattia, ma non ripara i danni già conseguiti. E
tuttavia un miracolo i cui effetti ricadranno su migliaia di bambini. Lorenzo
morirà nel 2008 a trent’anni.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Ed ecco l’esempio tipico: due
persone qualsiasi, senza una laurea in medicina, in chimica, biologia o
farmacologia, senza alcuna competenza in materia, insomma, o nulla che la attesti
ufficialmente, fanno quello che non erano riusciti a fare migliaia di
ricercatori <i style="mso-bidi-font-style: normal;">competenti</i> prima di loro.
Chi potrebbe dire loro oggi che non sono abilitati a parlare?</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Ora, lungi da me ergermi a tanto
(e per favore <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Gayburg & Company</i>,
adesso non andate in giro dicendo che “Giorgio Ponte paragona l’omosessualità a
una malattia neurologica”: sarebbe offensivo della vostra intelligenza), io non
sono qui per “guarire” nessuno, poiché ritengo che la vera guarigione non sia
dall’attrazione per lo stesso sesso, ma da una visione distorta e incompleta di
sé stessi che impedisce la vita molto più del semplice sintomo superficiale
della pulsione. Chi ha tendenze omosessuali spesso ha molti più problemi a
livello relazionale, emotivo, e di approccio alla vita di quelli che potrebbe avere
sul piano unicamente sessuale. E non perché “il mondo ci discrimina perché
siamo omosessuali” e quindi soffriamo. Il problema è precedente all’omosessualità,
ed è insito in noi, nella nostra storia. Ma di questo parleremo ancora.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Ciò che conta è che il caso dei
Signori Odone lascia spazio almeno a un legittimo dubbio: può l’esperienza
personale e la competenza acquisita “sul campo” abilitare in qualche misura a
parlare su un dato tema? </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Io dico di sì. Fatto salvo che,
chi la pensa diversamente, non è certo obbligato ad ascoltarmi o continuare a
leggermi. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Ed ecco qual è la mia esperienza
diretta, da “paziente”, e da persona che si fa domande e che ha sperimentato su
di sé e visto negli altri ciò che propone; quella in virtù della quale mi sento
in diritto di parlare. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">E scusatemi se sarò lungo.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">La prima terapia che feci attorno
agli otto anni, quando faticavo a percepirmi come maschio (sintomo abbastanza
diffuso nei bambini che hanno tendenze pre-omosessuali), fu con una psicologa
che, per quanto molto preparata sul piano teorico (ha scritto fior fiori di
libri sull’affettività), non aveva in sé nessuna capacità empatica. Dopo due
anni l’esperienza risultò fallimentare. Di essa non ricordo nulla degno di
nota. Tuttavia a undici anni, quando già l’attrazione per lo stesso sesso si
era manifestata, mi ritrovai a scrivere un tema sull’argomento, nel quale già
allora collegavo in maniera chiara le pulsioni omosessuali a un problema di
relazione con la figura paterna. Era una visione parziale della questione (oggi
so che ci sono anche altri fattori), tuttavia mi ha sempre stupito nel tempo la
lucidità con cui già allora avessi messo in relazione le due cose, in un momento
in cui, per ciò che ricordo, non avevo ancora mai parlato esplicitamente di
questo con nessuno, psicologa compresa. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Dopo aver cercato disperatamente
per tutti gli anni delle medie qualcuno che mi desse delle risposte, la
Provvidenza mi mandò al liceo una suora laureata in psicologia che per oltre dieci
anni fu la mia guida spirituale, e che fu la prima con la quale parlai apertamente
di omosessualità. La suora, pur non avendo competenze specifiche sul tema, ma dotata
di estremo buon senso ed esperienza, mi aiutò a uscire dal mio vittimismo e da
una certa passività (caratteristiche, anche queste, abbastanza tipiche di chi
ha tendenze omosessuali), senza mai darmi tregua o permettermi di adagiarmi. Lei
insegnò a me a ai miei amici a crescere sul piano umano e relazionale prima
ancora che spirituale, lavorando su aspetti, oggi mi rendo conto, che erano anche
psicologici e legati alla mia ferita dell’identità. Certo non la si poteva
considerare una terapia vera e propria, sebbene l’essere quotidianamente
immersi in questo stile di vita ebbe una pervasività che credo nessuna terapia
avrebbe mai potuto avere. Quello che feci lì, mi diede l’impostazione e le basi
sulle quali ho poi costruito tutto il mio cammino di liberazione, non tanto
dall’omosessualità, quanto dalla schiavitù di una esistenza vissuta per inerzia
e con passività di fronte alle cose di cui avevo paura o che mi sembravano
impossibili da affrontare.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Gli ultimi due anni di liceo feci
invece la prima terapia vera e propria, di nascosto ai miei genitori, che mi aiutò
ad elaborare le esperienze degli abusi subiti fra i dodici e tredici anni, ai
quali allora attribuivo tutta la responsabilità del mio orientamento, ma che
scoprii in realtà ne erano stati solo un’aggravante. Fu con un noto psicanalista
di Palermo, che aveva un approccio integrato e non di psicanalisi pura.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Anche se ero andato per la mia
omosessualità, quell’uomo non cercò mai di farmi cambiare orientamento (non
ritendendolo peraltro possibile per tutti), né mai si oppose però a questa
possibilità. Con grande equilibrio cercò di capire la mia situazione e le mie
esigenze, dandomi gli strumenti per leggere quanto mi capitava e decidere io
come affrontarlo. Fu il primo a dirmi che la mia mente funzionava in un modo
talmente logico e sano, che nel corso del tempo avrei sempre trovato da solo le
soluzioni per me stesso, senza una vera necessità di sostegni terapeutici. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Tuttavia, sapendo che a restare
soli con i propri pensieri, per quanto logici, si rischia di perdersi e di
giustificarsi, all’università per quattro anni ho seguito una terapia di
impostazione analitico-transazionale che mi ha aiutato più di ogni altra ad imparare
certe tecniche pratiche per smontare i modi in cui auto-sabotavo la mia vita,
impedendomi di portare a termine qualsiasi cosa nella quale mi mettessi. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Questo approccio è in assoluto
quello che mi ha aiutato di più, essendo concentrato in modo equilibrato, tanto
sul passato, quanto sul presente; tanto sulla comprensione, quanto sulla
pratica. Ciò che del passato interessa è tanto quanto basta a capire in modo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">concreto</i> come cambiare ciò che del
presente vogliamo sia diverso. Ancora oggi in alcune situazioni difficili mi
pare di sentire la voce della mia psicoterapeuta che mi dice: “Bene, lei finora
ha fatto così perché le risultava utile per alcune ragioni. Ora deve decidere
se vuole continuare così o se vuole fare qualcosa di diverso. Cosa potrebbe
cambiare, oggi?”. Ecco il grande merito di questo approccio: dopo la mia guida
spirituale, veniva qualcun altro a ridarmi la responsabilità della mia vita,
mostrandomi come potessi ragionare fuori dagli schemi, anche quelli che io
stesso mi ero imposto, cambiando sempre, in modo nuovo e costane, rispetto alle
cose che mi facevano soffrire. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Se stiamo male non tutto dipende
da noi, ma noi possiamo fare sempre qualcosa per provare a cambiare il sistema
che ci conduce a quel malessere. Non si tratta di decidere di non stare male, né
solo di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">capire</i> perché stai male: si
tratta di decidere di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">fare</i> qualcosa
di diverso al di là del malessere che proviamo. Perché se cambi il tuo pezzo
del sistema, di fatto cambi il sistema intero.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Pur non lavorando direttamente
sull’omosessualità, oggi mi rendo conto che quella terapia mi fece lavorare su
molti aspetti legati alla ferita da cui essa traeva origine. Mi insegnò a rispettare
quello che provavo e desideravo, senza essere schiavo delle mie emozioni, ma senza
ignorarle, imparando ad ascoltarle per capire cosa mi dicevano in profondità.
Mi aiutò a recuperare autorità su me stesso, e quindi a ritrovare un
atteggiamento maschile di fronte alle situazioni contingenti, diventando capace
di dire sempre le cose che pensavo, e di tenere fede a un impegno nonostante le
difficoltà. Quella donna in qualche modo mi restituì le redini della mia vita,
rendendomene di nuovo protagonista. Senza di lei probabilmente non sarei mai
riuscito nemmeno a finire il mio primo libro. Né a costruire mai una relazione
autentica, libera e profonda di amicizia.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Dopo l’università e l’anno di
pausa a Palermo nel quale ripresi a scrivere, mi trasferii a Milano per
diventare scrittore. Lì, quando ormai vivevo alla luce del sole la mia
omosessualità, mi innamorai spontaneamente di una donna senza che lo avessi
cercato. Decisi perciò di fare il seminario di Luca di Tolve sulle ferite
dell’affettività, per capire come potevo amarla di più. Fu Luca a farmi
scoprire (finalmente!) Nicolosi. Compresi così il valore terapeutico di molte
cose che, per caso o Provvidenza, mi ero ritrovato a vivere fino ad allora, e
per le quali mi ero spontaneamente innamorato di quella donna, proprio quando
ormai avevo smesso di contrastare la mia omosessualità. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Successivamente sono stato
seguito in un percorso di psicanalisi pura con Giancarlo Ricci, psicanalista di
grande competenza e professionalità <a href="https://giorgioponte-liberidiamare.blogspot.it/2017/07/parla-e-non-tacere-per-ricci-charlie-e.html" target="_blank">di cui ho già parlato in passato</a>. Allora
avevo un pregiudizio molto positivo nei confronti della psicanalisi (per i
cattolici di solito è il contrario): la ritenevo l’unica terapia in grado di
sanare le ferite più profonde di una persona.<span style="margin: 0px;">
</span>Oggi so che questo è vero solo in parte, e che in realtà non esiste un
approccio che sia in grado da solo di rispondere a tutte le esigenze di qualcuno.
Nello specifico mi resi conto che la psicanalisi, col suo approccio molto
mentale, rischiava di rendermi solipsistico: per una persona già molto abituata
a ragionare su se stessa, il rischio è di perdersi nei propri pensieri e, come
si dice, di “cantarsela e suonarsela”. Mi resi conto che non era così che sarei
arrivato più a fondo di quanto già non avessi fatto. Io avevo bisogno di essere
aiutato a vedere oltre i miei pensieri, e non a stare lì dove ero abituato a
stare da solo. E in effetti, non solo in terapia, per tutta la mia vita non ho
fatto altro che cercare persone dallo sguardo ampio che mi aiutassero a vedere
quello che io non vedevo. Per questo lasciai la psicanalisi dopo un anno e
mezzo e andai alla ricerca di nuovi approcci più efficaci (e veloci) per me.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Questo per quanto riguarda le mie
esperienze dirette.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Ad esse vanno poi aggiunte tutte le
esperienze apprese dalla conoscenza di centinaia o forse migliaia di persone,
in anni di incontri occasionali. Capisco che questo non è certamente un “metodo
di formazione” ortodosso, o moralmente edificante, ma tant’è: fin dal liceo ho
voluto sempre conoscere le storie di quelli che incontravo anche solo per
un’ora, a prescindere dal fatto che poi ci finissi davvero a letto o no, e
questo mi ha fornito uno spaccato vastissimo sul mondo dell’omosessualità dal
quale ho appreso molte cose. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Ascoltandoli mi accorgevo di
alcune dinamiche interiori e psico-familiari ricorrenti e che andavano a
coinvolgere comportamenti in ambiti ben diversi da quelli strettamente connessi
alla sessualità: l’assertività, la capacità di assumersi responsabilità, il
confronto alla pari col mondo maschile, la capacità di reggere i conflitti in
modo costruttivo, l’essere attivi rispetto alle situazioni, una visione
equilibrata e amorevole di sé, la consapevolezza della propria forza, la
stabilità dell’umore… tutte cose in cui zoppica chiunque abbia problemi con la
propria identità maschile, con tendenze omosessuali o meno (con le dovute
differenze e sfumature). L’incontro con la Terapia Riparativa e i suoi
esponenti, non fece altro che riordinare tutte queste cose che avevo intuito e
dedotto per osservazione. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Un altro tassello della mia
formazione <i style="mso-bidi-font-style: normal;">sui generis</i> infatti è
stato, negli ultimi anni, la lettura degli autori che hanno affrontato il tema
dell’omosessualità come un sintomo di una ferita profonda dell’identità e non
come una variante della sessualità. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Dopo Nicolosi (<a href="https://www.amazon.it/s/ref=dp_byline_sr_book_1?ie=UTF8&field-author=Joseph+Nicolosi&search-alias=stripbooks" target="_blank">clicca qui per i suoi libri</a>) ho potuto conoscere
anche <a href="https://www.amazon.it/Coming-Out-Straight-Understanding-Attraction/dp/B01K3LRU6W/ref=sr_1_9?s=books&ie=UTF8&qid=1510742285&sr=1-9" target="_blank">Cohen</a>, <a href="https://www.amazon.it/s/ref=dp_byline_sr_book_1?ie=UTF8&field-author=Gerard+Van+den+Aardweg&search-alias=stripbooks" target="_blank">Van Den Aardweg</a>, <a href="https://www.amazon.it/Lidentit%C3%A0-ferita-superare-sessuali-relazionali/dp/8821553213/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1510742377&sr=1-1&keywords=Comiskey" target="_blank">Comiskey</a>, e dai loro studi ho individuato degli
elementi terapeutici comuni, la cui efficacia ho verificato nella vita di moltissime
persone. Nonostante ciascuno di questi studiosi (alcuni dei quali hanno vissuto
sulla loro pelle ciò di cui parlano) abbia concentrato il proprio approccio su
un aspetto piuttosto che su un altro della problematica, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">tutti</i> senza eccezione dimostrano come una dimensione pratico-esperienziale
e relazionale della terapia, oltre che di comprensione, è fondamentale per
aiutare chi ha problemi di identità sessuale. Per questo, immagino, l’analisi
transazionale mi fu così utile rispetto agli altri approcci: era un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">capire</i> per <i style="mso-bidi-font-style: normal;">fare</i>.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">In generale infatti, ciò che ho
visto anche per altre problematiche, è che molti approcci terapeutici aiutano
solo a capire perché si sta male, ma non sostengono per fare qualcosa di
diverso che ti aiuti a stare meglio. Invece per tutti gli autori che hanno
lavorato attivamente sul fenomeno dell’omosessualità, e con risultati, è chiaro
che <i style="mso-bidi-font-style: normal;">capire</i> non è sufficiente. Conta
molto di più <i style="mso-bidi-font-style: normal;">fare esperienza</i>, di ciò
che si è capito. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Anzi, l’esperienza sanante è
talmente efficace che potrebbe essere sufficiente a portare un beneficio, anche
senza aver compreso del tutto perché questo accada. È dalle esperienze negative
del passato che noi abbiamo maturato quelle convinzioni che ci impediscono la
vita. E quindi solo delle esperienze contrarie e positive, possono smentire
quelle convinzioni, mostrandocene la falsità. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Per fare un esempio concreto: di
solito tutti quelli che hanno delle fobie sanno, razionalmente, che esse non
sono reali. Tuttavia questa consapevolezza non impedisce loro di provare paura.
Chi ha maturato una fobia per i cani magari è perché è stato morso da uno o più
di loro. Ma è solo quando affronterà quella paura istintiva accarezzandone uno,
magari piccolino, e facendo esperienza del fatto che non lo morde, che
inconsciamente inizierà a <i style="mso-bidi-font-style: normal;">credere, </i>e
non più solo a <i style="mso-bidi-font-style: normal;">sapere,</i> che non tutti
i cani mordono. E più lo farà, più l’esperienza positiva e la convinzione nuova
che ne deriva soppianteranno quelle negative. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Ora, chi ha attrazione per lo
stesso sesso è un po’ come se avesse una fobia nei confronti di coloro che
appartengono al proprio mondo, uomini verso gli uomini e donne verso le donne,
perché per diverse ragioni non è mai riuscito a entrare in relazione autentica
e profonda con quel mondo (e quindi con sé stesso), a causa di esperienze
negative passate. Perciò per spezzare quella paura, che poi porta
all’erotizzazione, deve fare esperienze nuove proprio di ciò che più teme, in
modo da maturare una nuova convinzione su quel mondo che prima lo spaventava.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Questo è il motivo per cui molte
persone cambiano orientamento o sviluppano nuove capacità al di là di una
terapia: perché la vita le porta a fare delle esperienze terapeutiche, senza
che se ne rendano conto. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Negli ultimissimi anni sono anche
entrato in contatto con diverse realtà che aiutano dentro e fuori la Chiesa chi
ha attrazione per lo stesso sesso, alcune più utili di altre. E vedendo quello
che “il mercato” offriva, ho capito che forse potevo dare io qualcosa di diverso
agli altri, che non fosse solo la testimonianza di ciò che Dio aveva fatto per
me, ma anche una prospettiva nuova e concreta non tanto per “diventare
eterosessuali”, quanto per diventare sempre di più uomini liberi. Con la
coscienza che nessun cammino di questo tipo è mai concluso.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Così, negli ultimi due anni la
mia esperienza si è arricchita ulteriormente nel provare a dare aiuto a chi me
lo chiedeva. Vedere stare meglio uomini dalle più variegate esperienze ed età, a
partire da quei pochi consigli pratici che io avevo verificato nella mia vita,
mi ha dato conferma che quanto avevo sperimentato e appreso non è stato solo
frutto del caso e che quello che “i Nicolosi” del caso teorizzavano era vero.
Gente che non aveva ottenuto niente dopo anni di terapia, ha iniziato a stare
bene improvvisamente solo per avere <i style="mso-bidi-font-style: normal;">fatto</i>
qualcosa di nuovo, e non più solo per aver <i style="mso-bidi-font-style: normal;">capito
</i>qualcosa di “vecchio”. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">In conclusione (mi scuso se oggi
sono risultato un po’ lungo) certamente io non sono laureato in psicologia, ma mi
rendo conto che su questo tema spesso, per quanto in maniera disordinata, ho
più esperienza di quella di tanti che formalmente dovrebbero saperne più di me.
E non crediate che non ne abbia cercati. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Negli ultimi mesi ho scoperto che
persino alcuni luminari del mondo della psicologia in ambito cristiano, esperti
di affettività, che hanno scritto libri sui temi della famiglia, persino
dell’amicizia, e creato opere in grado di sostenere molte persone… di
omosessualità, in questi termini, non sanno nulla. Qualcuno non aveva mai
sentito parlare di Nicolosi, qualcun altro non aveva mai voluto leggerlo, dando
per vera l’informazione negativa che ne veniva data dai suoi detrattori a
livello mondiale, in modo manipolatorio. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Questo, se da un lato mi ha
sconfortato, per il disinteresse o la mancanza di serietà, dall’altro mi ha
fatto capire ancora di più la necessità che c’è di mettere a servizio tutto
quello che so, per potere provare a dare io, quello che in generale oggi è difficile
trovare da altri.<span style="margin: 0px;"> </span>So di non essere infallibile,
ma non è una laurea che mi renderebbe certo tale, però di certo non parlo per
sentito dire, e non mi ritengo competente solo per aver letto qualche libro. Né
tuttavia sono un matto autarchico: ogni volta che posso cerco di verificare che
ciò che faccio non sia folle, e con quei pochi eroi che da psicologi hanno
ancora il coraggio di guardare all’omosessualità per ciò che è, resto in
confronto perché mi aiutino a comprendere sempre di più come sostenere chi ha
bisogno. Sono sempre alla ricerca di nuove conoscenze che aiutino prima me
stesso e poi coloro che a me si rivolgono. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Ciò di cui parlo è ciò che ho
visto vero, in me stesso e in tantissimi altri, e mi dice che quanto faccio e
dico ha un senso e un’efficacia. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">In questo mi ha molto rassicurato
il parere, alcuni mesi fa, di uno psicoterapeuta con più di sessant’anni di
esperienza alle spalle nel campo (di cui non faccio il nome per evitargli
problemi), che mi ha detto che la mia non-formazione specifica poteva darmi una
libertà maggiore per leggere le situazioni ed aiutare altri, rispetto a di chi
si era formato appositamente per farlo. Oltre ad avere riconosciuto come vere,
sul piano teorico, molte delle cose che dico. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">A volte potrò risultare
semplicistico, ma vedete, la verità è che molte delle cose che ci fanno bene
sono in effetti <i style="mso-bidi-font-style: normal;">semplici</i>, seppure non
per questo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">facili </i>per chi non le ha
mai vissute. Spesso basta davvero poco per aiutare una persona con questo tipo
di fragilità. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">A patto, ovviamente che si fidi. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">Come l’olio di Lorenzo, che è
nato dalla mescolanza di due semplici oli alimentari: l’olio d’oliva e l’olio
di colza. A volte la soluzione è lì a portata di mano, e tutto quello di cui
abbiamo bisogno è di un amico che ci incoraggi a fare quello che ci spaventa. Ad
ascoltare quel dolore, a perdonare quel male. Con la fermezza di chi ti ama, e
sa guardare in te quello che tu non hai ancor mai visto. Duro quando serve, e
altrettanto capace di dolcezza. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">A volte non abbiamo bisogno di un
laureato in psicologia, ma solo di qualcuno che ci ami davvero e in virtù di
questo amore ci sproni a non accontentarci di una vita a metà. Che ci ami oggi
per aiutarci ad essere migliori un domani. Che ci ridoni la Speranza che noi
abbiamo perduto, in una vita piena, dove il nostro cuore non giaccia
inascoltato al fondo di noi stessi. Qualcuno che sia al nostro fianco mentre
affrontiamo le cose che abbiamo paura di affrontare, che ci tenga la mano
mentre accarezziamo il “cane” della nostra intimità che non conosciamo e di cui
abbiamo timore.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">E per far questo non serve una
laurea, ma solo un cuore che non si stanchi di amare, in nome di Colui che
sempre ci ha amati per primo.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "calibri";">E scusate se è poco.</span></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><span style="font-family: "calibri";"></span>Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-873200275090462742017-11-02T12:01:00.002-07:002022-04-01T08:28:05.077-07:00GIAIRO. "NESSUN UOMO E' FATTO PER SOFFRIRE". Dopo LEVI, il nuovo capitolo di Sotto il Cielo della Palestina<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAIaM8zwzek2-1HgyVh9Ed6b-Sk_xxqBTIbzSpvsi_x3EOvtcAgpXed7TXrhSAij1hxyOeQ6_Xp5yhD2XL3KF9BPGUlmNmmwN69l4j2LM1G7bsxPFzyFM5K8ZV4ym7ulLx29250IMXn74/s1600/_copertina_Giorgio_GIAIRO_RGB.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
<div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVWrIfCX5g40Of7vkjf1KaQeYnrZyudJIw1wxW0Ojczrw3KFXa8uJaUZGKJW9NDGGprQ_VSOh9_JreKx_Q2aQD5nIp-HzM0t-DOKSJgzFsPiJuyIIrP5bFQQ2kg_mZisDHnAeBYBSxbCfy-u-LWfeYDU0bqPdIhL3n-buWwgysRhbudoIQXKdQd5k9/s2244/prova%20trio3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2244" data-original-width="1358" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVWrIfCX5g40Of7vkjf1KaQeYnrZyudJIw1wxW0Ojczrw3KFXa8uJaUZGKJW9NDGGprQ_VSOh9_JreKx_Q2aQD5nIp-HzM0t-DOKSJgzFsPiJuyIIrP5bFQQ2kg_mZisDHnAeBYBSxbCfy-u-LWfeYDU0bqPdIhL3n-buWwgysRhbudoIQXKdQd5k9/w242-h400/prova%20trio3.jpg" width="242" /></a></div>A quasi un anno dall'uscita di <a href="https://www.amazon.it/LEVI-Sotto-Cielo-della-Palestina-ebook/dp/B01MSZ7JZW/ref=tmm_kin_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1509648189&sr=8-1" target="_blank">LEVI</a>, sono felice di potere regalare a coloro che mi seguono non solo per le mie vicende personali, ma anche per quello che produco da scrittore, GIAIRO, il secondo capitolo del trittico <i>Sotto il Cielo della Palestina.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
In questi mesi mi ha fatto molto piacere vedere che coloro i quali si sono fidati di me dopo aver letto <i><a href="https://www.amazon.it/sto-con-Marta-Giorgio-Ponte/dp/8804648678/ref=tmm_hrd_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=&sr=" target="_blank">Io sto con Marta!,</a> </i>non sono rimasti delusi nonostante il cambio di genere dal comico al drammatico.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Come per LEVI, GIAIRO racconta le vicende che hanno visto protagonisti uomini e donne che per un solo giorno nella loro esistenza hanno incrociato il proprio cammino con quello di Gesù di Nazareth, e dei quali nulla è giunto fino a noi, se non quel singolo momento che cambiò la loro vita per sempre. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ognuna di queste storie ha un legame speciale con la mia vita, e la salvezza ricevuta ormai dieci anni fa, dopo uno dei momenti più bui della mia esistenza. In questo caso, GIAIRO è nato in seguito alla prima esperienza di amicizia libera che ho fatto: uno dei doni che ricevetti appena lasciata Roma. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un racconto di coraggio e redenzione con il quale ho cercato di rispondere alla domanda che nessun uomo vorrebbe mai porsi: cosa sei disposto a fare per salvare coloro che ami? Una storia sugli effetti che il male ha sul cuore dell’uomo, e su ciò che salva dal buio più profondo, quando ogni altra luce si spegne.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A differenza di LEVI, qualcuno potrebbe restare turbato dalle tinte torbide di questa vicenda. Infatti, non tutte le storie di Salvezza sono <i>pulite</i>. Piuttosto direi il contrario: spesso non lo sono affatto. Tuttavia questo non le rende meno degne di essere raccontate. Sono convinto che quanto più sia cupo il buio da cui hanno origine, tanto maggiore sarà la luce alla loro fine.</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;"> </span></div>
<div style="text-align: justify;">
Almeno così è stato per me.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il libro, autoprodotto, è al momento disponibile sia in cartaceo che in digitale solo su Amazon, e come e-book su tutti gli store online, e questo significa anche che ho di nuovo bisogno di voi, per fare sapere ad altri che esiste. I vostri commenti saranno le mie vetrine, le vostre bacheche saranno i miei scaffali della libreria, il vostro passaparola sarà la mia pubblicità, le vostre mani saranno il mio <i>networking</i>: se vorrete, ancora una volta sarete per me quella Provvidenza che in tutti questi anni non mi ha mai lasciato. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Auguro a tutti voi di avere sempre accanto nei vostri momenti di buio almeno un amico vero che sia Luce e presenza di Dio nella vostra vita, ricordandovi ciò per cui vale la pena vivere: "l'amore più grande" cui tutti siamo chiamati. <br />
<br />
Credenti o meno.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red;">GIAIRO è acquistabile sia su </span><a href="https://www.amazon.it/GIAIRO-Sotto-Cielo-della-Palestina-ebook/dp/B076X25YPK/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1509645381&sr=8-1&keywords=GIAIRO+sotto+il+cielo" target="_blank"><span style="color: red;">Amazon</span></a><span style="color: red;"> che su </span><a href="https://www.kobo.com/it/it/ebook/giairo-sotto-il-cielo-della-palestina-2" target="_blank"><span style="color: red;">Kobo</span></a><span style="color: red;"> e <a href="https://itunes.apple.com/it/book/giairo-sotto-il-cielo-della-palestina-2/id1303885333?mt=11" target="_blank">iTunes</a>. </span></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><br />Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-11411461597532137282017-10-20T07:34:00.000-07:002017-12-03T02:56:36.936-08:00SONO CATTOLICO, E PER QUESTO PARLO - Quando la fede passa dall'umanità.<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVFD4v4MGnJ6-lIjnPvKMcBslrysJkb0hkiVuso4XHbmDbcqSAr0fvWmlThWFzxI6D9kXEWnmwjPDRI_WMPX-YS2zkg0V8xLmI3BU3Wt0XpZbQiu7q9IwgFl6zKYpHedUCyQpH15fzkAE/s1600/DSC_0015.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1063" data-original-width="1600" height="424" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVFD4v4MGnJ6-lIjnPvKMcBslrysJkb0hkiVuso4XHbmDbcqSAr0fvWmlThWFzxI6D9kXEWnmwjPDRI_WMPX-YS2zkg0V8xLmI3BU3Wt0XpZbQiu7q9IwgFl6zKYpHedUCyQpH15fzkAE/s640/DSC_0015.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;"><br /></span>
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Dopo
<a href="http://giorgioponte-liberidiamare.blogspot.it/2017/07/parla-e-non-tacere-per-ricci-charlie-e.html" target="_blank">il mio ultimo post sul piccolo Charlie e il caso dello psicanalista Ricci</a>, rompo il mio
silenzio e torno a parlare di ferite dell’identità, e quindi di omosessualità
che di queste ferite è un possibile “sintomo”. Premetto, per i molti che in questi tre
mesi mi hanno chiesto se stessi bene, o se mi fossi ritirato “dall’agone”:
state tranquilli. A volte, per potere riprendere il cammino e il
combattimento abbiamo bisogno di fermarci, deporre le armi, e riposare. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Questo tempo inoltre mi è servito anche per recuperare la correzione su GIAIRO, il secondo libro di “Sotto il Cielo della Palestina”, che, al
contrario di LEVI, mi ha preso molto più lavoro, spero con beneficio per chi lo leggerà. </span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;"><br /></span>
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Tuttavia l’anno sociale è
ricominciato e non si può restare nel silenzio a lungo, quando fuori “il mondo
brucia”, per citare un vescovo amato da una persona a me molto cara. Molti sono
ancora coloro che vivono situazioni simili alla mia e attendono di sapere che
non sono soli. Perciò, eccomi qui, di nuovo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">In
questi due anni di incontri e conferenze in tanti mi hanno chiesto di scrivere
qualcosa, un libro, un vademecum sul tema dell’omosessualità, che raccontasse
la mia esperienza e servisse da guida a chi cerca risposte alternative per se
stesso, o per aiutare coloro vicino a lui che vivono un’attrazione per lo stesso
sesso, magari anche con delle proposte pastorali. Probabilmente prima o poi lo
farò. Intanto provo a usare questo blog per dire alcune cose sul piano teorico,
senza avere la pretesa di esaurire tutto sull’argomento. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Prima
di entrare nel vivo però, vorrei chiarire una volta per tutte in virtù di cosa
io possa permettermi di parlare su questi temi. Posto che nessuno, in ogni
caso, è costretto ad ascoltarmi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">L’accusa
infatti che i miei detrattori mi fanno più spesso è di non essere qualificato
per parlare di omosessualità da un punto di vista psicologico, né da
qualsivoglia altro punto di vista (a meno di sostenere il pensiero dominante
del “sei nato così”, naturalmente). </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Tale
accusa si declina in due "sottoaccuse": </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;"><i>io
sono cattolico;</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;"><i>io
non ho una laurea in psicologia. </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Oggi
vorrei soffermarmi sulla prima: secondo i miei detrattori, essendo cattolico,
la mia posizione sull’omosessualità dipenderebbe tutta da una visione dogmatica
impostami dalla Chiesa, che io avrei assunto come vera e alla quale avrei
cercato di uniformarmi passivamente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Sorvolo
sul fatto che non esiste persona al mondo che non legga la realtà secondo un
sistema valoriale di riferimento, e il fatto che il mio sia cattolico non
significa che questo mi renda più parziale di chi magari ha come riferimento
l’ideologia comunista, il capitalismo, la religione islamica, il razionalismo o
chissà cos’altro. Il problema vero, in ogni caso, più che nel sistema di
riferimento, dovrebbe stare nel motivo per cui lo si adotta e con che atteggiamento.
In altre parole: è vero che io sostengo la posizione della Chiesa in maniera
dogmatica, cioè come dato di fatto indiscutibile? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">No.
Per niente. E la mia storia lo testimonia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Nella
mia vita mi sono permesso di sperimentare ogni aspetto della mia omosessualità,
da quelli peggiori a quelli migliori, senza che la mia fede e ciò che mi
dicevano essere buono (ma che in certi momenti mi sembrava <i>irraggiungibile</i>), mi
fermasse in questa totale messa in discussione di quanto mi era stato
insegnato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">In
alcuni periodi sono arrivato a vivere alla luce del sole comportamenti
apertamente contrari a quanto la mia fede mi chiedeva, pur non rinnegandola mai
(e senza mai avere la presunzione di dover essere “capito” dalla Chiesa, solo
perché non avevo la forza di rispondere alla sua proposta, o di capirla io per
primo). Ho sperimentato la vita gay, i locali, il sesso occasionale; ma ho
anche avuto relazioni “stabili” (per quanto sia possibile la stabilità tra due
uomini con una relazione vissuta sessualmente), mi sono innamorato, e mi sono
assunto la responsabilità di vivere una storia con una persona anche sul piano
sessuale, pur sapendo che questo contrastava con quanto chiesto dalla mia fede.
Ho vissuto la dipendenza sessuale e quella affettiva; ma ho anche avuto la
grazia di amare un fratello tanto da lasciarlo libero di andare, nel momento in
cui ho capito che questo era il suo bene; ho odiato il mio orientamento
sessuale fino a desiderare con tutto il mio cuore cambiarlo, e poi ho accolto
la mia attrazione omosessuale come parte della mia storia, fino a oppormi a
qualsiasi cambiamento, anche quando mi era innamorato di una donna; per
arrivare ad oggi che capisco che “il cambiamento” non va né inseguito né
ostacolato, poiché non è il nocciolo della questione. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Ho
vissuto il peggio e il meglio. E tutto senza mai dare per scontato nulla. Mi
sono interrogato e ho interrogato centinaia e forse migliaia di persone, su
come vivessero, sulla loro storia, su quanto fossero felici, trovandomi a letto
con loro o meno. Ho fatto (quasi) ogni sorta di pratica che prima giudicavo
impraticabile; sono stato usato e io stesso ho usato tantissime persone; ho
toccato il fondo e sono risalito, più e più volte. E sebbene non vada fiero
delle molte bassezze che ho compiuto, non le rinnego, poiché ciascuna di esse
era un passo di un cammino autentico nella ricerca di me stesso e di quell’uomo
che Dio aveva in mente quando mi ha creato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Se
da un lato infatti, è vero che non ho mai smesso di credere che un Dio ci
fosse, dall’altro ho più volte dubitato del fatto che Egli si interessasse a me
e mi amasse. E anche quando questo mi è risultato chiaro, non ho mai smesso di
cercare una strada per vivere tutto quello che ero, fragilità comprese, con
Lui, al di là delle risposte semplicistiche che talvolta mi venivano date dai
sacerdoti e che non rispondevano alla totalità delle mie domande, risultando
spesso castranti. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Perciò
ecco, alla luce di tutto questo, non mi si può proprio dire che la mia sia una
visione <i>dogmatica</i> delle cose. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Se
ad oggi dico quello che dico, è solo perché da ciascuna di queste esperienze,
anche le peggiori, ho appreso qualcosa che mi mostrava una verità
insopprimibile al fondo di noi, che è la stessa che difende la Chiesa da
sempre: la nostra natura non è definita dai nostri desideri, ma dal nostro
corpo maschile e femminile, in termini biologici, e in termini spirituali dal
nostro essere figli di Dio per lo Spirito Santo che questo corpo lo abita. E se
il nostro corpo, la nostra carne, dice una verità su di noi, definendoci come
maschi o femmine, dice anche in maniera evidente che due persone dello stesso
sesso non sono fatte per avere rapporti sessuali tra di loro (il che però non
impedisce loro di amarsi, se per amore intendiamo il modo in cui Cristo ama
noi: “dando la vita per i propri amici”).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Quindi
ecco: sì sono cattolico, ma per sostenere ciò che dice la mia Chiesa, ho dovuto
prima metterlo in discussione radicalmente, per arrivare poi a scoprirne la
bontà. Badate, non sto dicendo che questo sia il modo migliore di fare: non
occorre sempre provare tutto per sapere cosa è male. Anzi, se uno imparasse a
fidarsi dell’esperienza di chi ha già vissuto certe cose, si risparmierebbe
tanti guai. Dico solo che nel mio caso il mio approccio è stato tutt’altro che
teorico, o basato su una fede cieca. E di questo, nel bene e nel male, porto
ancora i segni addosso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">In
un’epoca in cui, più di ogni altra, siamo chiamati a rendere ragione di quello
che crediamo, io ho cercato quelle ragioni umane che supportassero ciò che mi
veniva detto per fede: che avere rapporti sessuali con un altro uomo non mi
avrebbe fatto bene. Per inciso, questo è anche ciò che inviterei a fare a chi
si preoccupa di una pastorale per chi ha ferite dell’identità: prima di deporre
le armi di fronte al pensiero dominante, come molti sacerdoti e vescovi stanno
facendo (in buona o cattiva fede), verificate se non ci siano risposte umane
che diano ragione di quanto la Chiesa propone e dice su questo argomento.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Perché
le risposte, fratelli miei, ci sono. E se non ci sono, vuol dire che non le
abbiamo cercate abbastanza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Se
c’è una cosa che ho imparato, infatti, è che tutto quello che noi crediamo sul
piano spirituale, da cristiani, affonda le sue radici prima nella nostra
umanità. Non c’è fede al mondo come il cattolicesimo che rispetti di più la
natura umana nella sua interezza. E questa corrispondenza non si contraddice
quando affrontiamo le cose dal punto di vista scientifico (se parliamo della
scienza vera: quella che cerca di <i>capire</i> la realtà, e non di <i>piegarla</i>
aprioristicamente alle proprie teorie e speculazioni ideologiche). </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">In
fondo come potrebbe essere altrimenti? Poteva un Dio che ha preso appieno la
nostra natura umana contraddire la Sua stessa volontà e l’ordine che Lui stesso
aveva creato? Ma se tutto ciò che è cristiano è anche profondamente umano,
allora tutto quello che noi crediamo buono per la vita, deve avere in realtà,
prima di una ragione spirituale, una motivazione umana e terrena, che sia
riconoscibile sul piano razionale da qualsiasi uomo intellettualmente onesto, a
prescindere dalla propria fede. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">E
in questo l’omosessualità non fa eccezione. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">A
un certo punto del mio cammino, infatti, mi è stata data la grazia di scoprire
alcuni impianti teorici e scientifici che supportavano in maniera solida quello
che io avevo verificato nella mia esperienza personale e in quella di tutti gli
uomini che avevo incontrato: che l'omosessualità non è immutabile, ha delle
ragioni, e va compresa per tutti i comportamenti ad essa correlati che
impediscono una vita pienamente libera, al di là di quelli strettamente
sessuali. Tali studi sono tra l'altro gli <i>unici </i>coerenti con la visione e le richieste della Chiesa. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Mi
riferisco alla cosiddetta <a href="http://www.culturacattolica.it/educazione/educazione-affettiva/sessualit%C3%A0/omosessualit%C3%A0-normalit%C3%A0-colloquio-con-joseph-nicolosi" target="_blank"><i>Teoria Riparativa</i>,</a> di cui magari parlerò più nello
specifico in un’altra occasione e di cui il defunto Joseph Nicolosi era uno dei
padri.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">E
sapete che ho scoperto una volta di più? Che la Chiesa ha ragione, quando
chiede la castità, a chi ha ferite dell’identità come a tutti. Ha ragione sul
piano psicologico, e umano prima che su quello spirituale. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Ha
ragione, anche se nemmeno Lei sa perché. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">E
talmente poco lo sa, che i suoi pastori hanno iniziato a dubitare
dell’effettivo beneficio che una vita vissuta secondo il vangelo potesse
portare.</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;"> </span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Mentre
gli altri cercavano giustificazioni “scientifiche” o pseudo-tali per vivere
assecondando ogni proprio desiderio in maniera indiscriminata, la Chiesa non si
preoccupava di capire perché fosse davvero bene per l’essere umano fare
diversamente, forse nostalgica di un mondo in cui si facevano meno domande. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Per
questo motivo oggi chi cita il Catechismo sul tema dell’omosessualità viene
accusato di dogmatismo. Perché quando si chiede perché è bene per una persona
con tendenze omosessuali non ascoltare quello che per lei sembra un desiderio
istintivo di amore, la risposta che più facilmente si ottiene può essere
riassunta più o meno in un “perché sì”.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Ecco,
a me il “perché sì”, da cattolico, non è mai bastato. Ed è per questo
che, da cattolico, mi riservo il diritto di parlare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">L’unico "vizio" che mi riconosco in questo percorso, è stato quello di fidarmi del fatto che un bene ci fosse a
andasse cercato. Molti di fronte al “perché sì”, hanno semplicemente scelto di
non fidarsi più di chi li guidava e della loro buona fede e sono andati da
altre parti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Se
non ti fidi del fatto che chi ti ama sta cercando di dirti qualcosa per il tuo
bene, allora non cercherai nemmeno di capirne le ragioni che lui non sa
spiegarti. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Perciò
ecco: sì, sono cattolico e parlo da cattolico. Tuttavia il mio essere cattolico
è nella libertà di chi non si rapporta con sudditanza alla sua Chiesa, ma in un
rapporto di figliolanza che prevede anche il conflitto, ma che non permette a
quel conflitto di mettere in dubbio l’amore, e in virtù di questo amore cerca
di comprendere Colei da cui è amato e che ama. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Sono
liberamente Cattolico, ortodosso, ma non dogmatico, fedele per ciò che Dio mi
concede, peccatore secondo quanto la mia natura mi impone. E per questo mi
sento libero di parlare e testimoniare ciò che ho verificato, anche a chi non
mi ritiene credibile per farlo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Per
quanto riguarda la seconda accusa che mi si rivolge: <i>io non ho una laurea in psicologia</i>,
ne parlerò in un secondo momento. Per ora volevo solo farvi sapere che sono
tornato e che riprenderò a parlare, ovunque mi si darà l'opportunità di farlo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">A
chi crede e a chi no, non smettete di cercare la Verità.</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Voi
siete meravigliosi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">P.S.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; line-height: 107%; margin: 0px;">Chi
volesse contattarmi per incontri o altro, per ora deve pensarmi nel Veneto e
ricalcolare le distanze fra noi. Dopo sette anni ho lasciato la mia Milano,
città straordinaria che ho molto amato, e mi sono trasferito a Verona (per
quanto tempo ancora non lo so), seguendo un impulso che spero sia di Dio. Era
per questo che mesi fa avevo chiesto preghiere. Grazie per chi mi ha ascoltato.
Continuate a pregare, perché io capisca ciò che mi è chiesto e abbia sempre la
forza di farlo. Ne ho bisogno, incessantemente. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px;">
<br /></div>
<div>
</div>
<div style="margin: 0px;">
<br /></div>
<div>
</div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><br />Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-59266986188055393982017-07-05T12:38:00.000-07:002017-07-05T12:38:05.845-07:00"PARLA E NON TACERE!" - Per Ricci, Charlie, e tutti quelli che non hanno voce
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimV9DJ2bm_vrP_DkgKlNVnV2Jkb8ftNqbzMmwR6N9MS55iXfmYLmVcYXD0Lpwm3xUibyQPYqnJDwuJtego16HeOKtdEvz-cNc6k2suR8Eqk6DM9NWON2G42Xvz14NZBPXsb_2589JbpvI/s1600/Chris-Gard-Connie-Yates-700x520.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="520" data-original-width="700" height="473" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimV9DJ2bm_vrP_DkgKlNVnV2Jkb8ftNqbzMmwR6N9MS55iXfmYLmVcYXD0Lpwm3xUibyQPYqnJDwuJtego16HeOKtdEvz-cNc6k2suR8Eqk6DM9NWON2G42Xvz14NZBPXsb_2589JbpvI/s640/Chris-Gard-Connie-Yates-700x520.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Dopo alcuni mesi di fuoco durante
i quali diverse vicende personali mi hanno portato un po’ fuori dalla rete, per
occuparmi della vita (che come sempre viene a bussare alla porta quando e come
decide lei) torno a scrivere sul mio blog a un giorno dalla partenza con i
“miei” ragazzi che accompagno in vacanza studio per la terza volta (peraltro in
uno dei luoghi meno sicuri al mondo, parrebbe dagli ultimi eventi: Londra.
Pregate per noi). </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Normalmente ho bisogno dai tre
giorni a una settimana per scrivere un post che sia degno della lingua italiana
e che abbia in sé un senso logico (oltre che una piacevolezza nella lettura, da
non trascurare quando vuoi che la gente legga quello che scrivi). Oggi però
questioni urgenti si sono fatte presenti e, per quanto i miei tentativi di
disintossicazione da televisione e telegiornali stiano andando globalmente
bene, anche io ogni tanto vengo raggiunto dagli eventi che più toccano l’umanità.
Perciò vi chiedo scusa se mi sono ridotto solo ora, a giochi praticamente
fatti, a dire qualcosa su alcune faccende pubbliche che hanno risvegliato
l’attenzione di molti. Vi chiedo scusa se ne parlo di fretta. Vi chiedo scusa
anche perché probabilmente quello che ho da dire non ha nulla di rilevante da
aggiungere a quanto già è stato detto.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
E tuttavia qualcosa devo dire. Devo
parlare. </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Non per dare sfogo alla rabbia,
non per dare aria alla bocca, come tanti nell’era dei social tendono a fare,
considerando se stessi il centro del mondo.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Devo parlare perché è giusto.
Perché mi è chiesto. Da uomo, da cittadino, da padre, e da cristiano.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Soprattutto da cristiano. </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
“Parla e non tacere” diceva Gesù
in una visione a San Paolo. Lo stesso San Paolo che diceva “testimoniate in maniera
opportuna e inopportuna”. Quasi a ricordarci che quando si tratta di
testimoniare, ciò che conta davvero non è come lo si fa. Ma che lo si faccia. </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Sempre. Ogni volta che ci è
chiesto.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Ora, io non sono di certo San
Paolo, ma credo che quell’invito rivolto a lui, in fondo sia l’invito che viene
rivolto a ciascuno di noi, credente o meno, in questi tempi in cui la libertà
di parola non è più un diritto riconosciuto, in oriente quanto in occidente. </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Eh sì, anche nel <i style="mso-bidi-font-style: normal;">nostro</i> occidente. Perché se in oriente si
viene uccisi, qui da noi, nella “civiltà del progresso” si finisce sotto
processo (quando non si viene uccisi anche qui deliberatamente, come in maniera
orribile sta dimostrando la storia del piccolo Charlie).</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Ed è quello che sta accadendo al
mio amico Giancarlo Ricci, per il quale oggi torno a scrivere. </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpTRZeOOpgpkuHnSI8759-gYPzxlE_nrjLzQKoCro4A3SQgH6sLXbSECSDT5QXrJhdDT4YHhfHhjaqb6-M0YnEGJ0MscBU5WjgdSgv62ciaxrw1vH0FSt5iHN83aGrSnJ_tbRY_GbsStk/s1600/giancarlo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="180" data-original-width="181" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpTRZeOOpgpkuHnSI8759-gYPzxlE_nrjLzQKoCro4A3SQgH6sLXbSECSDT5QXrJhdDT4YHhfHhjaqb6-M0YnEGJ0MscBU5WjgdSgv62ciaxrw1vH0FSt5iHN83aGrSnJ_tbRY_GbsStk/s1600/giancarlo.jpg" /></a></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Psicanalista milanese con più di
quarant’anni di esperienza alle spalle, giudice onorario del tribunale dei
minori, che, chiamato a presentare il suo libro durante la trasmissione “Dalla
vostra Parte” con Paolo del Debbio, ha osato dire che per il bambino “la
funzione di padre e madre è essenziale e costitutiva del percorso di crescita”.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
È bastato questo per far scattare
l’aggressione verbale in loco, con l’accusa di “omofobo” e “fautore dell’odio”
(benvenuto nel club, Giancarlo!) e il successivo procedimento disciplinare
dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia, di cui aspettiamo il verdetto nei
prossimi giorni.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Bene, come ho già fatto in
passato per Luca Di Tolve e i servizi scandalistici delle Iene (che un giorno
cercano di screditare Luca, e il giorno dopo dimostrano che le cose che Luca ha
sempre raccontato sono vere, denunciando i finanziamenti dell’Unar alle Saune
dell’Andoss) ho deciso di dire la mia in questa faccenda di cui mi ritengo, e
lo dico ufficialmente, “persona interessata dei fatti”.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Non si tratta infatti solo di
riconoscere l’evidenza: e cioè che se un essere umano, da che esiste il mondo, ha
bisogno di un uomo e di una donna per nascere, forse è perché nella migliore
delle condizioni possibili ha bisogno di un uomo e di una donna anche per <i style="mso-bidi-font-style: normal;">crescere</i> (quando una donna con
patrimonio genetico XX sarà in grado di generare spermatozoi ne riparliamo). </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Oltre questo c’è anche un elemento
personale della mia storia che mi fa sentire la responsabilità di parlare in
difesa di Ricci, che non a caso definisco <i style="mso-bidi-font-style: normal;">amico</i>:
io sono stato suo paziente. Quindi, come per i seminari di Luca Di Tolve, quello
che io testimonio oggi non è un’opinione costruita su un ragionamento, ma la
mia esperienza diretta.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Sono pronto a testimoniare
davanti a qualsiasi giuria il bene che quest’uomo mi ha fatto, la grande
dolcezza e accoglienza che ha avuto, oltre al rispetto profondo della mia
persona, anche nel momento in cui ho scelto per ragioni personali di
interrompere la terapia.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Già perché se vogliamo parlare di
diritti, allora fra questi anche i miei sono stati lesi. In un’epoca in cui
ogni <i style="mso-bidi-font-style: normal;">desiderio</i> è <i style="mso-bidi-font-style: normal;">diritto</i>, io rivendico il mio desiderio e quindi <i style="mso-bidi-font-style: normal;">diritto</i> ad andare, se voglio, da uno
psicoterapeuta che conosce anche le teorie di Nicolosi e la sua teoria
riparativa e cercare di farmi aiutare da lui.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
E tanto per dire, io Nicolosi se
potessi lo farei leggere ad ogni persona con attrazione omosessuale sulla faccia
della terra, non perché “diventi” eterosessuale, ma per aiutarla a capire le
passioni che la animano a volte in modo incontrollato e che alla lunga portano
a un sofferenza immane, che lo si ammetta o meno.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
E tuttavia, oggi non scrivo per
convincervi della bontà della Riparativa, che io sostengo pur avendo ancora
attrazione omosessuale, né per convincervi della bontà di questa persona,
Giancarlo Ricci.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Infatti sono certo che molti che
vedono anche me come un “fautore dell’odio” sarebbero pronti a trarre conclusioni
in merito, che non facciano che dimostrare la loro teoria. </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Mi pare già di sentirli: “se i
frutti di Ricci sono i Giorgio Ponte di turno, tutto torna. E lui non è nemmeno
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">cambiato</i>”.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
No, io sono qui a difendere la
libertà di espressione e la professionalità di un uomo che in tanti anni di
esperienza ha aiutato centinaia di persone. </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Voglio che in uno stato
democratico chiunque dica che un padre e una madre sono necessari per lo
sviluppo di un bambino come lo sono per il suo concepimento, abbia la libertà
di dirlo, almeno tanto quanto lo hanno gli studiosi della parte “avversa” che
dicono il contrario. Dal momento che tutta la psicologia evolutiva dalle sue
origini ha sempre dimostrato e sostenuto questo, per ben più decenni di quanto
non abbiano fatto le moderne teorie del Gender. <span style="margin: 0px;"> </span></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Rivendico per ogni teoria che
abbia studi a supporto almeno la pari dignità nel dibattito scientifico. Soprattutto
per una scienza che per definizione NON è esatta come la psicologia, e che per sua
natura si rifà a teorie e approcci differenti e in continua evoluzione.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
O dovremo iniziare a dire che
anche i diversi approcci terapeutici per curare questo o quel disturbo sono
giusti o sbagliati? Che la Psicanalisi è migliore della Cognitivo-comportamentale;
o che la Gestalt lo è rispetto all’Analisi Transazionale?</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Che dibattito scientifico è
quello che mette a tacere la pluralità di voci, scegliendo una lettura e
difendendola ad ogni costo, denigrando chi la pensa diversamente come il
peggiore squadrone di ultrà allo stadio, per pura “fede” sportiva? </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Qualcuno dirà che il mio discorso
lo faccio solo per motivi di fede, e che per la mia fede non sono attendibile.
Ma anche questo è un pregiudizio al contrario.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Amici anticattolici che additate
noi cristiani come quelli che non ragionano con la loro testa in nome di un Dio
che non esiste: attenzione a sostituire il nostro Dio che non esiste, con un
altro Dio-ideologia dai modi molto più coercitivi del nostro. Finora non mi
pare che nessuna gendarmeria vaticana abbia messo sotto processo qualcuno che
fa affermazioni contrarie alla dottrina della Chiesa.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Anzi, persino i più eretici tra
sacerdoti e vescovi oggi parlano disconoscendo pubblicamente il vangelo senza
che nessuno fiati. Dalla benedizione delle coppie unite civilmente; alla
negazione dell’esistenza del demonio; alla riduzione di Cristo al “primo
comunista della storia”; alla visione dell’omosessualità come natura
alternativa a quella maschile o femminile: nella Chiesa tutti parlano a
sproposito e nessuno interviene. Un sistema che non è di per sé democratico,
mostra una democrazia cento volte superiore a quella dei nostri stati
occidentali dove riconoscere l’evidenza della natura nel suo binomio
maschile-femminile è diventato un crimine.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Bene, io oggi sono qui a schierarmi
in prima fila per dire che Giancarlo Ricci merita di essere difeso da ciascuno
dei suoi pazienti e colleghi, che vivendo nell’ombra e nella paura di finire
vittime come lui, restano in silenzio, senza capire che se si sollevassero
tutti insieme, scoprirebbero di essere un esercito di migliaia di persone che
nessun governo e nessuna ideologia potrebbe zittire. Di più, se oggi la gente
comune ragionasse al di fuori del <i style="mso-bidi-font-style: normal;">politicamente
corretto</i>, capirebbe che ogni cittadino libero che si ritenga tale e voglia
restarlo in questa nazione, come in questo nostro mondo, dovrebbe farsi carico
di difendere uno come Ricci.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Parlo e non taccio, perché oggi
questo è chiesto a me come a tutti noi. Anche a te, che leggi e pensi di non
potere fare la differenza.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Certo, non la parola di tutti ha
lo stesso peso sull’intera società. Basti pensare al tristemente famoso
Charlie.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Dio sa se non avrei voluto una
parola chiara, in difesa di quella vita innocente che uno Stato libero sta
decidendo di uccidere contro il volere dei suoi genitori, da parte di chi
potrebbe fare la differenza. Piangiamo i bambini morti per gli sbarchi. E
facciamo bene. Ma quando quei bambini li uccidiamo noi qui, “legalmente”, nessuno
ha il coraggio di dire “No!” in modo chiaro, facendo nomi e cognomi e non solo
discorsi generici. </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Almeno nessuno la cui voce conti
davvero, dopo che milioni di voci si sono levate inutilmente. </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Nemmeno quella di una Regina che
per definizione è chiamata ad essere madre del suo popolo, oltre che
rappresentante per esso di Dio, e che oggi resta in un silenzio che le sporca
le mani di questo sangue innocente. Un capo deve avere il coraggio di prendere
decisioni impopolari per salvaguardare la vita di coloro di cui ha la
responsabilità. Così come un padre deve saperlo fare per i propri figli. Anche
per quelli che piangono o battono i piedi. </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
O non è capo e non è padre. E
persino le madri ora, sono state uccise.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Da che ho memoria ho sempre
sentito molto forte il peso della responsabilità personale nel denunciare o
meno il male attorno a noi. Ho sempre creduto che se sono spettatore di un male
e resto in silenzio, allora il mio silenzio mi avrebbe reso complice di quel
male. </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
E quindi io, almeno io, anche se
non sono capo di nulla, parlerò. </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
E parlerò proprio per dire
questo: che bisogna parlare. </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Ciò che sta accadendo ai genitori
di Charlie, ciò che sta accadendo a Giancarlo Ricci e a tanti altri come lui,
ci dice questo: che il tempo della diplomazia è finito. E quello della
dittatura e della persecuzione incombe. Anzi è già cominciato. E voi che
credevate di potere defilarvi, restando tranquilli nelle vostre case, ignorando
il male che dilaga, curandovi solo dei vostri figli e del vostro orto, sarete comunque
raggiunti da questa guerra da cui siete fuggiti, nascondendovi dietro al
pensiero che qualcun altro avrebbe fatto per voi; che voi non siete adatti; che
“ognuno ha la sua chiamata, e questa non è la mia”. Questa guerra mascherata da
dibattito, combattuta a colpi di “legalità”, vi verrà a prendere. Che vi
piaccia o no. Per quanto ancora vorrete restare in silenzio?</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Nessuno vuole combattere. Nessuno
vuole il conflitto. Ma nessun uomo che si ritenga tale dovrebbe sottrarsi ad
esso, nel momento in cui al conflitto viene chiamato per difendere ciò in cui
crede e soprattutto coloro che ama. </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
E ora non usate il povero Gesù
come fantoccio per giustificarvi: “Lui non ha combattuto, una guerra. Lui ha
porto l’altra guancia. Ed è morto”.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Se volete tirare in ballo Gesù
allora siatene all’altezza. O almeno provateci. Gesù era un uomo vero, che come
tale sapeva dire le cose e non si è mai tirato indietro nel dire la Verità. Ed
è in nome di quella Verità, che è morto. </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Non era un placido imbecille
masochista che si è fatto ammazzare per il gusto di farlo. Da uomo ha fatto ciò
che gli era chiesto, e ne ha portato il peso delle conseguenze fino in fondo,
morendo. Da Dio, ha trasformato quello che per gli uomini era un fallimento,
nella più grande vittoria della storia dell’umanità.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Ha combattuto. Altroché se ha
combattuto. </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Se prendi lui ad esempio, allora
sii pronto a fare come lui. </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Muori. </div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Muori per salvare coloro che ami.
Muori combattendo.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Per Charlie, per Giancarlo Ricci,
per ogni indifeso che grida giustizia davanti a Dio.</div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike></div>
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div style="margin: 0px 0px 11px; text-align: justify;">
<br /></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-7187773017400602292017-05-30T08:45:00.000-07:002017-05-30T08:45:21.564-07:00DIO ESCE ALLO SCOPERTO - Quando le ferite di uno, sono le ferite di tutti (finalmente il DVD!)<div style="text-align: justify;">
<i>Fra i più di sessanta incontri fatti in giro per l'Italia l'anno scorso, mi è capitato più di una volta di girare per promuovere un film documentario dai creatori di "Terra di Maria" (capolavoro, se non lo avete ancora visto, fatelo!) che molto ha a che vedere con la mia storia personale. Si tratta del film "Dio esce allo scoperto", nato un paio di anni fa in Spagna e di cui da poco è finalmente uscito il DVD distribuito in tutte le librerie San Paolo (non alle Paoline), e ordinabile anche sullo store di infinitomasuno a questo <a href="http://www.infinitomasuno.org/producto/dvd-capitulo-2/" target="_blank">link</a>. Qui di seguito pubblico la recensione che scrissi in merito per <a href="http://www.lacrocequotidiano.it/home" target="_blank">La Croce</a> e che fu ripubblicata da Costanza Miriano.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxrui6qAIbtBKIOvwBoJX9nLZEHwRUSKV-2NaFZrIaFGKaMHF8S71YnCiBmtr2YkYzYeSJ7nmQJFv59XfXNmHjXUT1QxjBhGVmv_mff5FmAvCuxSdF4mDJn_IH403C5mWr7MXuvI9kNxg/s1600/Ruben-cinema.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1339" data-original-width="1000" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxrui6qAIbtBKIOvwBoJX9nLZEHwRUSKV-2NaFZrIaFGKaMHF8S71YnCiBmtr2YkYzYeSJ7nmQJFv59XfXNmHjXUT1QxjBhGVmv_mff5FmAvCuxSdF4mDJn_IH403C5mWr7MXuvI9kNxg/s400/Ruben-cinema.jpg" width="297" /></a>Libri, film, o spettacoli, chi mi
conosce sa che io non parlo mai di qualcosa che non abbia visto e che non mi
sia personalmente piaciuto, così come non ho mai chiesto a nessuno di
promuovere un mio romanzo senza averlo prima letto. È perciò con estrema
convinzione che oggi vi parlo di questo film che per me andrebbe proiettato in
ogni sala pubblica e privata dello Stivale, dalle Alpi a Pantelleria, perché tutti
possano vederlo.</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Dio esce allo scoperto</i> è un documentario che ripercorre la vita di
Ruben, uomo messicano che per essere vissuto in una famiglia dalla quale non si
è mai sentito accolto (scoprirà troppo presto il tragico motivo), deciderà di
voltare le spalle a Dio, incolpandoLo del male subito e sperimentando ogni tipo
di strada offerta dalla società moderna per la “realizzazione di sé”. Questa
scelta farà precipitare Ruben in una spirale sempre più profonda di
disperazione: dal sesso occasionale, alla prostituzione, fino alla perdita
dell’identità. Un passo dopo l’altro, una caduta dopo l’altra, Ruben percorrerà
tutti i gironi dell’inferno fino a toccarne e il fondo.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
E sarà lì, al fondo dell’inferno, che Dio verrà a
riprenderselo.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Fin qui nulla di strano. Nella sua essenza, la
storia di Ruben è la storia di tutti: nascita, morte, resurrezione.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
E già questo basterebbe a spiegare perché,
secondo me, questo film andrebbe visto da chiunque. Indifferentemente da quale
sia l’origine del vostro male, infatti, ciò che realmente conta è che quel male
non è mai né l’unica, né l’ultima parola su di voi.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
C’è però un’altra ragione, e non è meno
importante della prima. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Ruben ha tendenze omosessuali. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Sì, avete capito bene: questa è una motivazione
per cui <i style="mso-bidi-font-style: normal;">tutti</i> farebbero bene a
guardare questo film. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutti, non solo gli omosessuali. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
E arriviamo al punto: il dolore delle persone che
hanno problemi di identità sessuale, riguarda solo queste
persone? Semplifico la domanda: il dolore di ciascuno è affare solo suo?</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Io non credo. E non solo io, a quanto pare, almeno
secondo quanto riportato dall’allora cardinale Ratzinger nella <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica
sulla cura pastorale delle persone omosessuali </i><a href="http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19861001_homosexual-persons_it.html" target="_blank">(a questo link il testointegrale</a>).</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Cito: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“Nella
Dichiarazione su alcune questioni di etica sessuale del 1975, la Congregazione
per la Dottrina della Fede aveva sottolineato il dovere di cercare di
comprendere la condizione omosessuale. […] Ma occorre chiarire bene che ogni
allontanamento dall’insegnamento della Chiesa, o il silenzio su di esso, nella
preoccupazione di offrire una cura pastorale, non è forma né di autentica
attenzione né di valida pastorale. […] Un programma pastorale autentico aiuterà
le persone omosessuali a tutti i livelli della loro vita spirituale […]. In tal
modo, l’intera comunità cristiana può giungere a riconoscere la sua vocazione
ad assistere questi suoi fratelli e queste sue sorelle, evitando loro la
delusione e l’isolamento”.</i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Capite? “L’intera comunità cristiana”. Il dolore
di chiunque non è mai affare solo suo. Non nella Chiesa almeno. Non in quella
che dovrebbe essere immagine della Nuova Umanità.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Siamo nel 1986, e da allora questa è rimasta per
lo più lettera morta, salvo tentativi eroici di singoli pastori illuminati, o
semplicemente armati di buona volontà.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma la buona volontà non è sempre sufficiente.
Bisogna anche fornire gli strumenti, non solo spirituali, ma anche psicologici
e umani perché i pastori e le comunità possano capire davvero e in maniera
adeguata la situazione e il dolore di chi ha tendenze omosessuali, per potere
aiutare nel modo giusto questi fratelli, prima di tutto senza lasciarli soli.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Sia chiaro: il mio non è un inno al “volemose
bene”, né un voler porre l’accento sul dolore delle persone omosessuali come se
fosse più grande di altri. Però un conto è sopravvalutare un disagio, come
cerca di fare oggi la società civile, un conto è ignorarlo come se non
esistesse. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Non siete ancora convinti? Parliamo allora del
signor Charamsa (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Krzysztof Charamsa,
teologo, e sacerdote divenuto famoso nel 2015 per aver dichiarato di avere una
relazione con un uomo da anni n.d.r.</i>). </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Le sue dichiarazioni hanno confuso e
scandalizzato molti, me compreso. E tuttavia, se davanti a episodi del genere
continueremo solo a scandalizzarci per poi voltarci dall’altra parte, temo che
i signori Charamsa nella Chiesa non faranno altro che proliferare.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Non voglio giustificarlo: Charamsa è un teologo e
quindi possiede tutti gli strumenti culturali e intellettuali per sapere che
quando dice che “la Chiesa chiede ai suoi figli omosessuali di rinunciare alla
vita amorosa”, sta dicendo una pura menzogna. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Soffermarsi però solo su questo o sul fatto che
il celibato è richiesto a tutti i sacerdoti e che “be’, quando lui si è fatto
prete lo sapeva”, vuol dire ancora una volta ignorare il problema di fondo che
questa storia porta alla luce, e cioè che le persone che vivono situazioni di
omosessualità nella Chiesa, e magari vorrebbero vivere secondo il vangelo e la
loro natura di uomini e donne, vengono ad oggi lasciate sole, esposte così a
tentazioni peggiori. Sacerdoti compresi. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Con tanti saluti alla lettera pastorale.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
È un dato di fatto: di fronte all’assordante
silenzio della Chiesa su questi temi, purtroppo i suoi figli confusi vanno
cercando risposte da altre parti. E quelle risposte non sono difficili da
trovare, poiché vengono gridate in tutte le piazze, fisiche e virtuali, da
oltre trent’anni. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Ammettiamolo, non possiamo scandalizzarci di
Charamsa, senza scandalizzarci di noi stessi e della nostra indifferenza verso
un problema che abbiamo volutamente fatto finta di non vedere, per molto,
troppo tempo. Dopotutto la Chiesa siamo noi, no?</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Per fortuna oggi ci viene data un’opportunità in
più per fare qualcosa di diverso. Vogliamo davvero che “l’intera comunità
cristiana possa giungere a riconoscere la sua vocazione ad assistere questi
suoi fratelli e queste sue sorelle, evitando loro la delusione e l’isolamento”?</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Se lo vogliamo, se lo volete voi che state
leggendo, prenotate <em>Dio Esce allo Scoperto</em>, guardatelo con i vostri
parroci, mostratelo ai vostri educatori.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Una testimonianza di vita che in un’ora e mezza
pone luce sia sulle ferite legate all’omosessualità che su quelle legate alla
transessualità, ma che soprattutto, al di là della storia specifica di Ruben,
mostra una grande speranza, una via possibile per tutti quei fratelli che
vogliono vivere nella Chiesa e che da essa si sono allontanati, convinti che
qui non ci fosse un posto per loro.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Una via che nel concreto può passare anche da
<a href="http://www.courageitalia.it/" target="_blank">Courage</a>, l’unica realtà ufficiale nella Chiesa (e sottolineo
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">unica</i>, niente a che vedere con i sedicenti
gruppi “gay cattolici”), che si occupa di aiutare le persone omosessuali a
vivere secondo il Magistero in castità, rispettando la natura del proprio
corpo. (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Voluta da Giovanni Paolo II
trentacinque anni fa, Courage purtroppo non è un cammino psicologico, ma solo
spirituale, almeno in Italia. Tuttavia esso si fonda su una visione dell’uomo
che è quella che il Vangelo e l’evidenza naturale ci consegnano: non omo e
etero, ma uomo e donna. Una realtà di cui Ruben fa parte attivamente oggi, andando
persino a fare apostolato nei locali gay, in uno Stato in cui i membri di
questa organizzazione non hanno paura di testimoniare ciò che Dio ha fatto per
loro. N.d.r.</i>).</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Parlo a te che stai leggendo ora e che magari hai
un fratello che ti ha confidato il suo dolore e non sai come aiutarlo; o a te
che sei un sacerdote e ti chiedi come si possa parlare al tuo parrocchiano che
confessandosi piange l’ennesimo rapporto col suo ragazzo; o a te che vivi il
turbamento di non capire cosa stia passando tuo figlio e ti rendi conto che
forse qualcosa te lo sei perso per strada; o a te che vorresti amare i tuoi
amici con attrazione omosessuale senza farli sentire rifiutati, ma senza dover
rinunciare a testimoniare la tua fede; o a te che vorresti vivere la tua
vocazione di castità e combatti contro pulsioni che fatichi a dominare,
nonostante il tuo volere: guardate <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Dio
esce allo scoperto.</i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La storia di Ruben. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La storia di un omosessuale, di un peccatore, di
un figlio di Dio amato. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La storia di un uomo.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La storia di ciascuno di noi</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
***</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red;">Per chi fosse interessato a maggiori informazioni sull'omosessualità da un punto di vista psicologico consiglio di leggere i libri di </span><a href="https://www.amazon.it/Coming-Out-Straight-Understanding-Attraction/dp/1533598576/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1496158923&sr=8-1&keywords=Richard+COhen" target="_blank"><span style="color: red;">Richard Cohen</span></a><span style="color: red;"> o di </span><a href="https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_noss_2?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=Joseph+Nicolosi" target="_blank"><span style="color: red;">Joseph Nicolosi</span></a><span style="color: red;">. Due voci fuori dal coro per chi non ritiene sufficienti le risposte veicolate a livello globale dagli anni '70 in poi.</span></div>
Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-21408051748345567652017-03-19T04:40:00.000-07:002017-03-19T04:40:23.491-07:00LA VOCAZIONE E "L'ARTE DI GODERSI IL PANORAMA".<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTjX1r_Ppt10ni3ERESt2KzuuHNr0v0tSsO_Wz1Wmqw_ouwSbWkM20Jvhev2IOUDHuypZ-WWozBmvmBjg8eDGnj9zQnKn6ixsyqE1IPTIQiO7zisvH72FW5FAviVBvOR1W3A7TaNdk3io/s1600/panorama.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTjX1r_Ppt10ni3ERESt2KzuuHNr0v0tSsO_Wz1Wmqw_ouwSbWkM20Jvhev2IOUDHuypZ-WWozBmvmBjg8eDGnj9zQnKn6ixsyqE1IPTIQiO7zisvH72FW5FAviVBvOR1W3A7TaNdk3io/s640/panorama.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Una volta in un gruppo di condivisione ho conosciuto un uomo che
per presentarsi agli altri disse: “Io sono quello che agli occhi del mondo non
può che definirsi un fallito. A più di quarant’anni vivo ancora a casa con i
miei, la donna che amavo mi ha lasciato prima che potessi sposarla, ho speso
anni ed energie in una passione per la musica che non è mai diventata un
lavoro, e ora rischio di perdere l’attività di famiglia che è quello che finora
mi ha dato da mangiare. Perciò ecco, io sono senza dubbio un fallito”. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Per un attimo è calato il gelo. Nessuno si aspettava tanta
schiettezza a un primo incontro (nessuno se l’aspetta <i style="mso-bidi-font-style: normal;">mai</i> a dire il vero). La cosa più sconcertante però, non era ciò che
quest’uomo stava consegnando nelle nostre mani di perfetti sconosciuti, ma il
modo in cui lo stava facendo: lui sorrideva. E di un sorriso che non era
ironico, nervoso, artefatto: non si stava schernendo per mascherare il dolore. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">No. Lui sorrideva <i style="mso-bidi-font-style: normal;">davvero.</i>
Era sereno, in pace. Di una pace invidiabile. Anzi di più. Sembrava felice.</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">È a partire da storie come la sua, per cercare di capire quale
fosse il suo segreto, che ho deciso di scrivere il post di oggi. Perché diciamocelo,
ci sono momenti in cui anche noi (sì, me compreso) abbiamo la netta sensazione di
avere fallito, di avere mancato il bersaglio, di essere finiti fuori strada.</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Prima o poi capita a tutti di dirsi: “forse non sono dove dovrei
essere. Forse ho fallito e nemmeno me ne rendo conto”.<span style="margin: 0px;"> </span>Non è una sensazione che viva solo chi ha
tendenze omosessuali, ma ogni persona che fatichi a trovare una collocazione
definita nel flusso dell’esistenza. Una domanda che fa riferimento a quello che
in termini cristiani si chiama Vocazione, e che purtroppo spesso sembra avere a
che fare solo con la parola che segue alla voce “Stato Civile” nella nostra
carta di identità: Sposato, Religioso e, il più temuto di tutti, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Celibe.</i> Parola che definisce sé stessa
solo per negazione: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">non</i> sposato e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">non</i> consacrato. Una parola che riguarda
milioni di persone è che riecheggia di un senso di fallimento e di non
definito. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Non. Ancora una volta. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Certo se la Vocazione corrisponde in definitiva a questo, la
parola Celibe costituisce di per sé un marchio di infamia, pesante come la
lettera scarlatta dell’adultera e carica di altrettanti sensi di colpa.</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Ma<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i>è solo questo la
Vocazione? Una “X” su un modulo da compilare, un cognome sul citofono, una
sigla nei documenti? </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">O c’è di più?</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">È proprio di questo che oggi voglio parlare. Della solita
semplificazione, che spesso si fa in certi contesti cattolici, che vede la
Vocazione ridotta a due sole scelte possibili: o ti sposi o ti fai prete (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">suora </i>se sei donna). Una specie di schema
a doppio binario al di fuori del quale il treno della propria esistenza sembrerebbe
non avere altra possibilità che deragliare. Ed è esattamente questa la
sensazione che coglie molti di noi: la sensazione di stare correndo su un
binario cieco, o peggio di avere già irrimediabilmente deragliato. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">La sensazione di aver fallito, appunto.</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Se è vero infatti che gli schemi aiutano a orientarsi, è
altrettanto vero che l’essere umano non è mai riducibile solo ad uno schema. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Nel tempo gli effetti di questa semplificazione sono stati
devastanti: da un lato seminari e conventi si sono riempiti di gente con
attrazione per lo stesso sesso o emotivamente frustrata che ha scambiato il
sintomo di una ferita affettiva per una scelta vocazionale: “visto che non
posso sposarmi perché le donne/gli uomini non mi piacciono/non mi vogliono, per
esclusione vorrà dire che devo entrare in convento” (NOTA BENE: non sto
ASSOLUTAMENTE dicendo che una persona con tendenze omosessuali non possa avere
una chiamata al sacerdozio o alla vita consacrata. Dico solo che in un
discernimento vocazionale l’una cosa non è sintomo dell’altra); dall’altro lato
uomini e donne che non si sentivano chiamati alla vita consacrata hanno vissuto
con l’ossessione di dover trovare moglie o marito, sposandosi frettolosamente,
o vivendo angosciati per non essere riusciti a farlo entro una data soglia
temporale. Una specie di esistenziale gioco della sedia, dove si corre freneticamente
in tondo, nel terrore che finita la musica tutti si siano seduti e tu solo sia rimasto
in piedi. Fregato. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Un corollario a tutto questo infatti, è che se hai oltrepassato quarant’anni
e ancora non hai trovato il binario giusto, qualcosa dev’essere andato storto.
E generalmente per colpa tua. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Così, se già non fosse abbastanza doloroso il fatto di non essere
riusciti a corrispondere a un desiderio personale, ad esso devi anche aggiungere
il senso di colpa per una “colpa” che non sai nemmeno quale sia.</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Quante vite risultano sbagliate o fallimentari di fronte a questo
modello, quanti treni “deragliati” senza possibilità di redenzione! Non solo
chi non si sposa e non si consacra, ma anche chi muore troppo giovane, chi
nasce con un handicap che rende impossibile entrambe le scelte, chi trova il
compagno di vita a cinquant’anni, chi si converte da grande, chi resta vedovo
presto, ecc. ecc.</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Il problema è che noi crediamo sempre di aver compreso Dio (nel
senso letterale del termine di averlo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">con-preso</i>,
afferrato, posseduto) e di poterLo per questo infilare nei nostri schemini
mentali che ai suoi occhi devono fare tenerezza come gli scarabocchi di un
bimbo che rappresenta la mamma e il papà. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Già il far coincidere la vita consacrata con quella sacerdotale è
una semplificazione: essere prete o essere consacrato non sono la stessa cosa,
per quanto vi siano delle apparenti similitudini. Perciò i binari devono essere
almeno <i style="mso-bidi-font-style: normal;">tre,</i> e non due. Se poi ad essi
aggiungiamo i laici consacrati diventano quattro. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">E se per ciascuna di queste opzioni mettiamo le infinite sfumature
di carismi, ordini, modalità; e per ciascuno di essi mettiamo il modo personale
e unico che ogni essere umano avrà di vivere quel singolo matrimonio, carisma,
ordine e modalità… capiamo che il binario matrimonio-vita consacrata risulta
estremamente riduttivo rispetto all’infinita creatività di Dio.</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Forse invece di “Nella vita o ti sposi o ti fai prete” la frase
che meglio riassume la scelta vocazionale è “nella vita le vie del Signore sono
infinite”. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Che certamente suona più credibile di “Le vie del Signore sono… <i style="mso-bidi-font-style: normal;">due</i>”. Non trovate?</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Insomma, il “Signore” di cui parliamo non è il peggiore ingegnere civile
sottopagato di chissà quale ex Repubblica Sovietica. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">È il Signore dell’Universo. Dio. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Dopo avere creato gli infiniti sistemi solari e la complessità
straordinaria degli organismi pluricellulari, saprà pure fare più di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">due</i> binari esistenziale per i miliardi
di persone che si sono succedute su questa terra, o no?</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Ecco, detto questo, la questione ritorna: allora cos’è la Vocazione?
Perché quell’uomo di cui vi ho parlato, sembrava averla compiuta nonostante
fosse un fallito?</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Vi dico quello che ho visto io.</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">I più esperti lo sapranno: Vocazione vuol dire Chiamata. Per un
cristiano trovare la propria Vocazione, cioè il proprio posto nel mondo,
significa rispondere a una chiamata alla vita che Qualcuno ti ha fatto fin dalla
notte dei tempi, per il compimento di una missione. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">La cosa strana è che per rispondere a questa chiamata, devi fare una
domanda, che contrariamente a quanto alcuni dicono non è solo “Devo sposarmi o farmi
prete?”. Si tratta di una domanda più <i style="mso-bidi-font-style: normal;">semplice</i>,
ma non per questo più <i style="mso-bidi-font-style: normal;">facile</i>: “Signore,
come posso oggi amare di più?” </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Tutto qui? </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Sì, tutto qui. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Nel senso che tutto, ma proprio <i style="mso-bidi-font-style: normal;">tutto</i> ciò che siamo si risolve qui: come posso, oggi, con quello
che sono, con le ferite che porto, con la storia che ho, con le risorse che mi
hai dato, amare di più? </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Amare di più. Quelli che mi circondano. Oggi. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Qui</i> e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">ora</i>. <span style="margin: 0px;"> </span>Non fra un anno, non quando troverai la
persona, non quando capirai la strada, non quando entrerai in convento, non
quando vivrai da un’altra parte…</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Oggi. Perché il futuro non ci appartiene, e il presente è l’unico
tempo in cui ci è dato di vivere. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Se la domanda resterà quella giusta, la risposta giusta arriverà
sempre. E tutto ciò che ti serve a crescere nell’amore ti sarà dato. Compresa
una moglie o un marito, se sono per te. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Allora tutto avrà senso: essere marito, o non esserlo; essere
sacerdote, o non esserlo; essere madre o essere sterile; amare figli non tuoi,
per una vita, un giorno o un anno e poi vederli andare via; essere fratello di
chi non avresti scelto; essere abbandonato da chi avevi scelto; licenziato o
promosso… persino essere professionalmente fallito agli occhi di un mondo che
corre troppo velocemente per riuscire a chiedersi dove stia andando; persino
vedere franare miseramente tutto ciò che eri convinto ti appartenesse, compresi
quei doni e carismi che ti erano affidati. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Persino allora starai vivendo la tua vocazione.</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">“Signore, come posso oggi amare di più?”: se torni a porti questa
semplice domanda ogni volta che ti sembrerà di aver perso la strada, il tuo
aver “perso la strada” diventerà solo una deviazione, un’appendice alla grande
Storia dell’Umanità che Dio sta scrivendo con te, attraverso te, per la gioia
tua e di chi ti sta attorno. Perché questa è la Vocazione. Non un ruolo, non
uno stato: la Vocazione è vivere ciò che sei oggi, con Lui. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">“Signore, come posso oggi amare di più?”</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Perché vivere col Dio cristiano, vuol dire prima di tutto imparare
ad amare come Lui “dando la vita per i propri amici”. Se è vero infatti che le
“vie del Signore sono infinite”, è vero anche che tutte conducono alla stessa
meta, rendendole alla fine diramazioni di una sola strada: l’unica che non è
mai preclusa a nessuno. Per amare infatti non serve essere sposati, avere figli
o essere preti. Basta un cuore, e la volontà di usarlo. Non a caso Cristo
quando parla dell’amore più grande parla dell’amicizia. Perché non tutti sono
chiamati ad avere un marito o una moglie per la vita. Ma tutti possiamo avere
degli amici. Ciò che rende gli amici tali, infatti, è la nostra capacità di
volere il loro bene, nonostante il loro male. Anche quello che potrebbero fare
a noi. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Perciò quello che conta non è su quale binario sei, trovargli un
nome o una casellina. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Quello che conta è verso dove sta andando il tuo treno. E capire
che il viaggio fa già parte della meta. Quale che sia il binario, infatti, se
non porta ad amare di più, ad amare davvero, già mentre cammini, allora
potresti anche essere formalmente sul binario “giusto” agli occhi del mondo,
persino agli occhi della Chiesa, ma il tuo treno starà viaggiando su una strada
senza uscita, una strada che conduce alla morte esistenziale.<span style="margin: 0px;"> </span></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><span style="margin: 0px;"><br /></span></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><span style="margin: 0px;"></span></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">E se anche dovessi renderti conto che questo è ciò che stai
vivendo, non avere paura. Puoi sempre tornare a vivere la tua Vocazione.</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Riponiti la domanda. Risali sul tuo binario. Riprendi il viaggio. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">“Signore, come posso oggi
amare di più?” </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Non guardare il binario degli altri. Il tuo binario è perfetto,
perché è unico. L’unico che puoi percorrere. L’unico mai da nessuno percorso, e
che nessuno mai più percorrerà come te. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Questo non vuol dire essere fatalisti, non avere desideri o
rinunciare a quello che sentiamo nel profondo del nostro cuore. Un treno è
fatto per viaggiare, ed è perché desideriamo qualcosa che non abbiamo, che
decidiamo di metterci in viaggio. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Io non dico di rinunciare a ciò che ti muove. Né mi illudo che
sapere che puoi amare già oggi i tuoi amici, eliminerà il dolore che ogni tanto
ti prende, che ogni tanto prende anche me, nel vedere che non hai qualcuno di
prioritario accanto con cui condividere la strada. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Io dico soltanto, citando Luigi Maria Epicoco, di “goderti il
panorama”, perché è in quel panorama che oggi si gioca la tua vita. Il viaggio,
il panorama che attraversi, insieme a coloro con i quali ti è dato condividerlo
è già la tua Vocazione. A prescindere dal numero di fermate che ti saranno
concesse e dal fatto di raggiungere o no ciò che ti muove.</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Alza gli occhi e goditi il panorama, perché oggi è questo il luogo
in cui la tua vocazione si compie.</span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Alzati, riprendi il viaggio, e ama di più. Solo chi sta fermo è
perduto. </span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;"></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 106%; margin: 0px;">Solo chi ama non sarà mai un fallito.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-38483461715126836282017-02-15T02:41:00.000-08:002017-02-15T02:41:41.226-08:00CRUDO COME LA CARNE - Perchè sostengo (anche) Silvana De Mari<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaTpELml1WaYQ7BnXldoiYXNJMlBUPK5vuVXwNWEC9OE_MpX-mPLleFxfzWd3ApBuKpowD3gb7YcAL96MxrVRQhIzDCVgjdzQwSChuvYaFSquB_xpl5OB9okesLz9wdJIvMaFSrrWITag/s1600/bambino-arrabbiato-1102x496.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="288" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaTpELml1WaYQ7BnXldoiYXNJMlBUPK5vuVXwNWEC9OE_MpX-mPLleFxfzWd3ApBuKpowD3gb7YcAL96MxrVRQhIzDCVgjdzQwSChuvYaFSquB_xpl5OB9okesLz9wdJIvMaFSrrWITag/s640/bambino-arrabbiato-1102x496.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; margin: 0px;">“<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #1d2129; margin: 0px;">Ciao Giorgio, come stai? Ho visto da poco uno degli
ultimi post (tanto criticato) sull'omosessualità della dottoressa De Mari.
Naturalmente quello che ha detto è vero e condivido pienamente, ma mi ha fatto
pensare l'atteggiamento di molti cattolici rispetto alla nostra situazione. Va
di moda dire: "ad un fratello devo dire la verità ad ogni costo se la sua
condizione non è sana" ecc. La verità è ciò che ci porta vicini al Signore
e va sempre cercata, ma è anche vero che una dose di verità va accompagnata anche
da un atto d'amore. È inutile dire si-fa-così-o-colà se non mi si mostra cos'è
l'amore. Altrimenti quelle affermazioni sono solo giudizi fatte da
professorini. Forse sto vedendo la pagliuzza nell'altro e non la mia trave,
però volevo sapere che ne pensi. Scusa per lo sfogo. ;-)"</span></i></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; margin: 0px;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #1d2129; margin: 0px;"><br /></span></i></span></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; margin: 0px;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #1d2129; margin: 0px;"></span></i></span>Ho ricevuto questo messaggio da un
caro amico con cui condivido il cammino, la fede, e anche le ferite. Un ragazzo
con attrazione per lo stesso sesso che sa bene di cosa parliamo quando parliamo
di omosessualità, conosce il valore della castità, lavora sulle sue ferite,
riconosce che l’omosessualità non è un’identità, ma il tentativo di
compensazione di una mancanza profonda ecc. Ve lo dico solo per capire che chi
mi parla, lo fa con piena coscienza e consapevolezza ed è perfettamente in
linea con i valori e le convinzioni di chi scrive (oltre che col Magistero
della Chiesa).</div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Il suo è stato uno dei più
delicati messaggi seguiti alle dichiarazioni di Silvana De Mari sui danni del
sesso anale al programma la Zanzara. Altri sono stati meno “gentili”, per usare
un eufemismo. Altri invece erano semplicemente addolorati. Giorni fa era uscita
anche una mia intervista nella quale sostenevo la libertà di parola di Silvana
(mi permetto di chiamarla per nome, dal momento che ho avuto la fortuna di
conoscerla personalmente un anno fa), e chiedevo alla gente di non catalogare
una persona sulla base di una dichiarazione in una intervista. Perché ciascuno
di noi è molto di più di una frase detta in un dato contesto.</div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Premetto che Silvana De Mari è
una persona dalla enorme cultura e intelligenza e certamente non ha bisogno di
essere difesa né da me, né da nessuno. Per il poco tempo che abbiamo trascorso
insieme, ho potuto riscontrare in lei non poche somiglianze con uno dei suoi personaggi
più belli e agrodolci: Rosalba, una regina guerriera che combatte incinta e
vedova, per difendere coloro che porta in grembo. Rosalba è una madre che per i
suoi figli diventa leonessa. E io credo che è in quest’ottica e con
quest’impeto che ogni dichiarazione di Silvana vada letta e ascoltata. Per
quanto possa scandalizzare il suo essere cruda (non crudele), lei si batte per
la salute dei suoi figli spirituali, i suoi pazienti.</div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Detto questo, anche io ho i miei
“figli” da difendere. Figli di cui pochi si ricordano: le persone con attrazione
per lo stesso sesso che non si identificano nel “Mondo Gay”, ma non trovano
nemmeno spazio per esistere ed essere accolti in Verità da quella Chiesa che
per loro dovrebbe essere madre e che invece troppo spesso, quando non se ne
disinteressa, li inganna tradendo prima di tutto sé stessa (leggi: “Gruppi gay
cattolici”).</div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Quelli che ho a cuore sono i
molti amici “dalla nostra parte” (se di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">parti</i>
possiamo parlare), che nell’ascoltare le parole di quell’intervista hanno avuto
la sensazione di venire ridotti a una semplice questione medica, esattamente
come il mondo gay ha cercato di ridurli alla loro pulsione sessuale. Amici come
quello che mi ha scritto il messaggio che vi ho riportato, che pur riconoscendo
come vero ciò che dice la De Mari, sanno che la questione non finisce lì. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Badate, questo lo sa anche la De
Mari. E di certo in un programma di dieci minuti, con due faziosi che cercano
di estorcerti frasi compromettenti, non era facile fare emergere tutta la
propria consapevolezza su un dato argomento. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Ma a maggior ragione mi sembrava
giusto puntualizzare alcune cose.</div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Parto dal positivo. Lo ammetto:
ciò che più mi è piaciuto di quell’intervento di Silvana è stato il fatto di
riportare l’argomento sul piano della Carne. Perché oggi si tende troppo a <i style="mso-bidi-font-style: normal;">spiritualizzare</i> le questioni emotive, in
particolare quelle legate all’omosessualità. In fondo questo è ciò che vogliono
le <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Gender Theories</i> (Teorie di
Genere): ritenere il genere sessuale puro costrutto mentale e culturale, del
tutto slegato dalla realtà corporea e sessuata. Ma la carne, il corpo, dicono
una Verità su di noi che non può e non deve essere ignorata. Certamente il
genere sessuale viene costruito culturalmente e socialmente, ma sempre <i style="mso-bidi-font-style: normal;">a partire </i>da un dato di realtà, non <i style="mso-bidi-font-style: normal;">a prescindere</i> da esso. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
E quel dato di realtà è il nostro
corpo sessuato. La nostra Carne. Siamo noi.</div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Perché noi non siamo puro
spirito. Noi siamo anche corpo. Il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">nostro</i>
corpo, unico e irripetibile come unici e irripetibili saremo noi in tutta la
storia dell’umanità. Il corpo dice chi siamo. Soprattutto se si è cristiani,
seguaci di Colui che si è fatto Carne, e che quella Carne l’ha fatta risorgere,
non possiamo ignorarlo. Il cristianesimo è l’unica religione al mondo che ha
esaltato la Carne umana, rendendola “capace di Dio”.</div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Quel corpo sessuato, il nostro
Corpo, parla chiaramente: due persone dello stesso sesso non sono fatte per
avere rapporti sessuali tra di loro. E non per accidente, come nel caso di chi
nasce con una malformazione, ma per natura. Nel caso del sesso anale questo è particolarmente
evidente (chiunque sia a praticarlo, maschi o femmine). E la De Mari, da
medico, ha soltanto spiegato bene perché, rivendicando il proprio diritto di
cittadina e professionista a dirlo ai propri pazienti, per il loro bene e la
loro salute (e visto che formalmente questo resta ancora uno Stato democratico,
io difenderò sempre il suo diritto di farlo). </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Ovviamente questo non vuol dire
emettere un giudizio di valore su chi fa del suo corpo (e quindi di sé stesso)
un uso diverso da quello <i style="mso-bidi-font-style: normal;">fisiologico</i>.
Al massimo potrei giudicare me stesso per averlo fatto innumerevoli volte. So
che si può arrivare a trovarlo piacevole, so che c’è chi lo fa desiderando amare
in buona fede, e so che uno Stato che metta in galera qualcuno per questo motivo
non è uno stato civile. Ma tutto ciò non toglie l’evidenza biologica: il corpo
non è concepito per questo. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Ecco, finora vi ho detto cosa mi
è piaciuto di questo intervento.</div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Ora vi dico cosa <i style="mso-bidi-font-style: normal;">non</i> mi è piaciuto. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Non mi è piaciuto il fatto che
non si sia andati oltre. Badate che per me “oltre” vuol dire “più a fondo”, e
non “al di sopra”. È bene parlare della Verità scritta nella nostra Carne.
Tuttavia fermarsi lì vuol dire restare a un livello superficiale. La domanda
che dovrebbe seguire dopo un’analisi come quella della De Mari è: se il corpo
non è fatto per questo, perché qualcuno desidera andare contro ciò per cui è
fatto il proprio corpo? </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Chiunque si ponga questa domanda
sta compiendo un atto di amore grandissimo, perché sceglie di entrare in una
situazione che è molto più complessa di una sua manifestazione superficiale,
per quanto terribile e pericolosa, come il sesso anale. Perché chi si pone la
domanda, chi cerca la Verità, c’è anche speranza che quella Verità la trovi, e
che possa dare una risposta a chi da troppo tempo sente che della propria situazione,
del proprio dolore, non interessa niente a nessuno. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Infatti a questa <span style="margin: 0px;"> </span>domanda in troppi oggi non vogliono
rispondere, dentro e fuori la Chiesa. Chi perché conosce la risposta e non
vuole si sappia (pena, la messa in discussione di se stesso), e chi perché se
ne disinteressa (pena, l’essere coinvolto in fastidi che crede, stupidamente, non
lo riguardino).</div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
E in quest’ottica, un intervento
come quello della De Mari, se non viene approfondito, può risultare equivoco e creare
nemici dove non ce ne sono. Oltre a fare soffrire inutilmente tanti che nemici
non sono mai stati.</div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Ormai è più di un anno che
appartengo a un movimento trasversale fatto da migliaia di persone che lottano
per difendere la verità sull’essere umano, e ancora troppo spesso mi accorgo di
questo: ci si preoccupa di tutti, delle famiglie, dei bambini, delle donne… Ma
a nessuno interessa davvero chi si trova a combattere contro di noi perché è
confuso e avrebbe solo bisogno di essere aiutato a capire: le persone che
questo dramma lo vivono, l’attrazione per il proprio sesso. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Diciamo la verità: in fondo di
omosessualità è sempre meglio non parlare. Combattiamo contro leggi che
riguardano gli omosessuali, ma degli omosessuali non ci preoccupiamo mai, se
non per denunciare ciò che non va nello stile di vita di quella minoranza che
si è accaparrata il diritto di parlare a nome di tutti. E così non facciamo
altro che allargare la ferita, il dolore che è alla base della storia di ogni persona
con tendenze omosessuali e sul quale i movimenti gay hanno costruito un idolo:
il rifiuto. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Il rifiuto del padre, il rifiuto
della madre, il rifiuto dei pari, il rifiuto di sé stessi. Vero o percepito
poco conta: ciò che condiziona un bambino ferito non è l’oggettiva traumaticità
del fatto che lo ha ferito, ma l’esperienza che lui ne fa. Come lui <i style="mso-bidi-font-style: normal;">legge</i> le cose. Se quel bambino resterà
inascoltato, se nessuno lo aiuta a capire, allora non crescerà mai. E
continuerà a gridare la sua rabbia, diventando una furia devastante e
vendicativa, in grado di distruggere tutto ciò che tocca, a partire da sé stesso.</div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
In ogni persona ferita c’è un
bambino così. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
E ogni persona con attrazione per
lo stesso sesso è una persona ferita. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Come tutti, direte voi. Esatto,
come tutti. Per questo chi si disinteressa di chi prova attrazione per lo
stesso sesso, in fondo si sta disinteressando di chi prova dolore in senso
generale. E quindi forse anche di se stesso. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
È sbagliato assolutizzare un
dolore piuttosto che un altro. Io l’ho sempre detto. E lo dico conoscendo che dolore
sia: la sensazione di non essere mai all’altezza della propria idea di uomo (o
di donna). Tutti sono più forti, più belli, più socievoli, più intelligenti,
più alti, più… <i style="mso-bidi-font-style: normal;">tutto!</i> E tu sembri sempre
sbagliato, fuori posto, incompleto. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
È brutto, certo. Ma chi non lo ha
vissuto? Per questo non si può e non si deve credere o pretendere di aver
sofferto più di altri, giudicando le sofferenze altrui di cui non sappiamo
nulla. Tuttavia ignorare quel dolore e altrettanto sbagliato e inutile. È come
sbattere una porta in faccia ancora una volta, per l’ennesima volta a quel
bambino che piange e grida in attesa che qualcuno si accorga di lui e lo
consoli. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Abbiamo continuato a vedere solo
nemici, dall’altra parte della barricata, e il nostro sguardo li ha resi sempre
più tali. Dimenticando che solo quando uno si sente guardato per il bene che è
in lui e che non sa di possedere, egli inizia a <i style="mso-bidi-font-style: normal;">diventare</i> quel bene. Quando smettiamo di guardare uno come nemico,
gli diamo una possibilità di riscatto. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
È difficile, lo so. A volte anche
per me. Ma dobbiamo provarci.</div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Inoltre oggi questa è una
questione che riguarda la totalità delle persone e non solo chi ha attrazione
per lo stesso sesso. Viviamo in una società ferita e fragile, della cui
fragilità l’omosessualità è solo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">un </i>sintomo.
Uno fra mille altri molto più diffusi, a partire dall’instabilità affettiva (per
continuare con la dipendenza dalla masturbazione, dalla pornografia, dal sesso
compulsivo ecc). Molti che additano gli omosessuali come <i style="mso-bidi-font-style: normal;">perversi</i>, non si preoccupano di soffermarsi sui propri
comportamenti disordinati, solo perché più culturalmente accettati (talora
anche in confessionale, in aperto contrasto con ciò che il Vangelo ha sempre
insegnato). E questa idiosincrasia è una cosa di cui veniamo facilmente
accusati anche da i nostri detrattori nel mondo gay e sulla quale varrebbe la
pena di riflettere. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Non si tratta di buonismo, né di
rinunciare alla Verità, ma di porre la questione in altri termini, come il messaggio
del mio amico ha giustamente messo in evidenza: si tratta del rapporto fra
Verità e Amore.</div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: #1d2129; margin: 0px;">Dice
lui: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“una dose di verità va accompagnata
anche da un atto d'amore”. </i>Lo dice e ha ragione. Non può esserci amore
senza verità, perché esso è buonismo e conduce alla morte. Se non ti dico che
ti stai facendo del male non ti amo. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: #1d2129; margin: 0px;">Ma
anche la verità senza amore uccide. Essa diventa Legge, e la Legge non salva.
Se ti dico solo che sbagli, ma poi non ti dimostro che il mio amore resta
nonostante lo sbaglio… allora, di nuovo non ti sto amando.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Per questo sono felice che la De
Mari abbia detto ciò che ha detto. Perché che il sesso anale faccia male è vero.
Ciò che chiedo però (e non alla De Mari, che so che nel suo lavoro lo fa già) è
che qualcuno non si preoccupi solo dell’ano di chi ha attrazione per lo stesso
sesso, ma anche del suo cuore ferito. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Perché sanando quel cuore, quello
vero, quello che sanguina, il resto del corpo lo seguirà. Compreso l’ano. </div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
E scusatemi se sono crudo. Come la Carne.</div>
Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-38927498823412057212017-01-31T09:16:00.001-08:002017-01-31T09:16:45.957-08:00REIETTA E FELICE - Testimonianza di una Donna che ha trovato sé stessa<div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
<i>Pubblico qui di seguito la storia di Grazia (il nome è di fantasia, la storia no): una donna che dopo molti anni e tanta fatica ha trovato il coraggio di guardare con onestà al suo desiderio omosessuale, per scoprire la donna sepolta dentro di sé. La testimonianza è scritta di suo pugno. Il conflitto con i genitori, l'odio per gli uomini, la passione per le donne, il pregiudizio verso gli psicologi... non ho voluto toccare nulla delle sue parole. Espressioni "colorite" comprese. Conosco personalmente Grazia e la trovo un'anima straordinaria, oltre che una donna giovane dalla travolgente simpatia. Anche se è un po' lunga, confido che amerete anche voi la sua schiettezza, e la sua libertà. Quella di una donna che non ha paura di definirsi "reietta e felice". Perché ogni vita vissuta autenticamente porta in sé un seme di Speranza che vale la pena di essere raccontato.</i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-Dv75143cAJn9uNsLzF5ZkRtbCq0iAj-y1rtnjGoRKJLIjW_GaPbhM7fryBJ-e3iqmwjO3Db4Do04CnUD-tcrViGyqnbQ3PPZpIIo6i1w7TLBON7zCkVjkRh8neW_unEnphthauygYq4/s1600/h-FELICE-768x768.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-Dv75143cAJn9uNsLzF5ZkRtbCq0iAj-y1rtnjGoRKJLIjW_GaPbhM7fryBJ-e3iqmwjO3Db4Do04CnUD-tcrViGyqnbQ3PPZpIIo6i1w7TLBON7zCkVjkRh8neW_unEnphthauygYq4/s640/h-FELICE-768x768.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Salve a tutti, mi presento:
sono una reietta e sono felice.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Finalmente sono davvero
felice. Nella mia vita non è sempre stato così, a dir la verità. Ho sempre
avuto problemi nel percepire l'amore intorno a me. Mi sentivo sola, già dai
miei primi ricordi. Non pensavo di essere amata dai miei genitori, e questo dipendeva
da tanti fattori, di certo legati al mio carattere, alla mia sensibilità,
all'impronta educativa non troppo all'acqua di rose e nel fatto che i miei
nonni paterni non perdevano occasione per dirmi che i miei genitori erano,
fondamentalmente, due beoti.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Ed io crescevo e mi sentivo
sempre come una povera vittima, non amata, non capita, con nonni stronzi
(perché diciamocela tutta, un bambino si rende conto che quando i nonni cercano
di distruggere la figura dei suoi genitori, qualcosa non va), genitori beoti
(perché per quanto avessi capito che i miei nonni erano stronzi, ad ogni
litigata in casa, dentro me compariva il pensiero "avevano ragione quegli
stronzi dei miei nonni a dire certe cose sui miei”): insomma, tutti contro di
me. </div>
<div style="text-align: justify;">
Essere vittime, sentirsi vittime, volersi sentire
vittime. La verità è che questo ci condiziona poi nelle nostre scelte. Perché
ci giustifica, qualsiasi cosa accada, il vittimismo di cui nutriamo i nostri
rimorsi e le nostre tristezze, con cui autoalimentiamo le nostre debolezze, ci
permette di sentirci, nella nostra esistenza di vittime, perfetti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
E qualsiasi cosa faremo o
sceglieremo, non saremo mai costretti a metterci in discussione. Perché se
anche fosse sbagliato, non è stata tutta colpa nostra, in fondo. Magari è stata
colpa dei nonni stronzi o dei genitori beoti (o così percepiti), se non del
ragazzino che ti prendeva in giro perché giocavi a pallone e non con le
bambole, oppure delle bambine che in terza elementare ti davano del "mezzo
maschio" perché avevi l'astuccio celeste invece che rosa e guardavi <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Dragonball</i> invece di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Barbie Raperonzolo</i>. </div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Durante l'adolescenza, pur
ricercando le prime esperienze affettive con ragazzi, mi sentivo spesso confusa
sui miei sentimenti: alcune ragazze che conoscevo, cui mi affezionavo e ammiravo,
diventavano il mio punto di riferimento, erano il centro gravitazionale dei
miei affetti. Sarò stata mica lesbica?!</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Mi ci rompevo il cervello
nei dubbi e nelle mie paure, sempre presenti come una spada di Damocle che era
lì, appesa sopra di me, pronta a farmi a pezzettini prima o poi.</div>
<div style="text-align: justify;">
E infatti, la resa dei conti arrivò. Conobbi una
ragazza più grande di me di nove anni, e fu il mio primo grande amore. Sì,
esatto, parlo proprio di amore. Amore che sentivo vero, sconfinato, immenso,
irrinunciabile. Avrei fatto di tutto per lei, volevo solo lei e desideravo solo
lei. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Due anni dopo le cose
finirono male, in un mare di sofferenza, perché le nostre strade divennero
inconciliabili. Lei stava per sposarsi, e nonostante per due anni avessi
acconsentito ad essere un'amante (ad accontentarmi delle sue briciole, pur di
stare insieme), era giunto il momento di voltare pagina.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Passò un anno, ed ecco per
me la prima storia seria con un ragazzo, il primo confronto serio anche su un
piano della sessualità. Era una storia seria sul serio eh, mica chiacchiere...
si parlava di progetti, di speranze future, di impegni l'uno verso l'altra.
Purtroppo però anche questa storia finì male. Caratteri inconciliabili,
testardi, ed entrambi con le nostre ferite passate, lasciate aperte, irrisolte.
Io iniziavo sempre più a detestare i maschi, a pensare che fossero tutti
uguali. Arrivammo spesso agli insulti, e non solo… <i style="mso-bidi-font-style: normal;">tenerezza maschile</i> un cavolo! </div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Mi convincevo che maschi
pensassero solo al sesso, che di noi non gliene fregasse un cavolo realmente,
che ci avrebbero potuto amare solo in funzione di quello. E finì male davvero
quella storia, ma in un modo più veloce rispetto a quanto non sarebbe accaduto
(perché prima o poi sarebbe accaduto). Finì male perché io incontrai un'altra <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Lei</i>. </div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Che bella. Una bellezza
fulminante. La prima volta che la vidi mi sentii, come posso dire… fu come un
pugno in faccia! Avevo vent’anni, insomma, va bene gli errori dell'adolescenza,
ma se a vent’anni pensi di una tipa delle cose così, a prima vista… <i style="mso-bidi-font-style: normal;">oh, ma sarò mica lesbica?</i></div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Lei era tutto quello che io
non ero. Femminile, davvero tremendamente femminile, ma di una femminilità
graffiante, dove non mancavano note di un carattere determinato che spesso
usciva senza potersi arrestare, un fiume in piena. Era sensuale, corpo
perfetto, mai capace di fermarsi, sempre di corsa in mille attività, lanciata
costantemente su mille interessi. Lavoravamo insieme, e tutti i maschi
dell'ufficio non perdevano occasione per provarci, occhiatine, battutine, bocca
spalancata con bavetta alla Homer Simpson... eppure mi notò. </div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Io, in effetti, ho fatto di
tutto per farmi notare. E più le stavo accanto e più quel rapporto, nato come
una "semplice" amicizia (così volevo convincermi) diventava più
profondo. Ero innamorata persa, totalmente rimbambita di lei e la sognavo
persino la notte. Piccolo problema: era fidanzata con un ragazzo. Eh no, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">ancora?</i> Mi tocca fare l'amante ancora?
Tuttavia, anche lì, il pensiero di poter essere "l'alternativa", il
"passatempo", non bastava a fermarmi: volevo solo lei, e dalle
briciole avrei fatto di tutto per risalire e farla mia in qualche modo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il dolore. Ecco se ripenso a lei cosa ritrovo. Il
dolore. Ma che razza di amore era quello? Ma come mi veniva in mente? Quale
razza di egoismo chiamavo amore? Credo di averla fatta soffrire tanto (perché
ad ogni modo mi voleva bene), così come lei mi ha fatto soffrire, certo.
L'avevo messa davanti alla scelta, una volta che ero certa che ormai fossimo
legate: me o lui. Cavolo, quella storia l'ho voluta a tutti i costi, non avevo
intenzione di perderla, doveva essere mia. E quei maledetti maschi, tutti
uguali e tutti incapaci di tenere a bada il pisello, non la meritavano una
bellezza simile.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Eravamo una coppia in fondo.
Io iniziai a fare <i style="mso-bidi-font-style: normal;">coming out</i> in tutti
i modi più espliciti. Se gli amici mi chiedevano, dicevo che lei era la mia
ragazza, andavo nei locali gay con altri amici gay, facevamo uscite a coppie
(rigorosamente di gay): stavamo insieme a tutti gli effetti, porca vacca,
perché non poteva funzionare?</div>
<div style="text-align: justify;">
Una sera, l'ultima sera in cui ci vedemmo e lei
mi disse "addio", mi spiegò che non se la sentiva di mollare la sua
vita per stare con me. Che sì, mi amava, ma che a lei “piacevano gli uomini”.
Che non capiva come però, ogni volta che mi rivedeva, potesse perdere la testa
e desiderare me, che ero una donna. E poi aggiunse "Mi sono innamorata di
te. Ho amato non solo la tua parte femminile, ma anche e soprattutto la tua
parte maschile". </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La mia parte <i style="mso-bidi-font-style: normal;">maschile?</i>
Ho pensato "questa è pazza". </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuVF1pPXjXJYGELmoE4tHOUK_fqBrBL0fcdzTd-joqBsfRgF9ajTG_PSucj38td1bNswH7-BfBfq48sZ6foEWPuD91nT-RxPo-e-C9x5JYEYZ6k36F7lWn24_cqga-83G3AE8HS2oL0yE/s1600/lesbica-mascolina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="326" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuVF1pPXjXJYGELmoE4tHOUK_fqBrBL0fcdzTd-joqBsfRgF9ajTG_PSucj38td1bNswH7-BfBfq48sZ6foEWPuD91nT-RxPo-e-C9x5JYEYZ6k36F7lWn24_cqga-83G3AE8HS2oL0yE/s400/lesbica-mascolina.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Poi ho capito. Non ci voleva molto in effetti per
capire: se mi guardavo allo specchio vedevo una ragazza solo perché sapevo di
esserlo, seppur null'altro lo faceva trasparire: vestiti maschili (andavo a
comprare i vestiti spesso nei reparti maschili), capelli corti e alzati col
gel, braccialetti di cuoio, scarpe da ginnastica, trucco manco se mi sparavi,
modi da scaricatore di porto, camminata a gambe larghe. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ero una stupida caricatura. Una caricatura di un
uomo, proprio di quegli uomini che detestavo con tutta me stessa, con cui non
sapevo confrontarmi. Per quanto potessi ignorarlo e convincermi che tutto
andasse bene, che semplicemente “io ero fatta così”, la verità era che la mia
femminilità la stavo prendendo a martellate. La stavo frantumando. </div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Lo capii, ma era troppo per
me mettere in discussione di nuovo tutta la mia vita, la mia identità, le mie
poche certezze che avevo così faticosamente costruito. E poi c'erano tutti i
miei amici gay che, caspita, erano così fighi … e così tosti!!!! Erano vittime
e stavano lottando per essere riconosciuti e non più perseguitati
dall'"omofobia". Era bello poter dire "io sono dei vostri",
riconoscersi in un gruppo e non sentirsi più fuori posto in questo mondo.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Comunque, io e lei ci
lasciammo, alla fine. Non riuscivo proprio a smettere di pensarla, ad accettare
che avevo perso, e lei aveva scelto uno stupido e qualsiasi uomo. Non riuscivo
a scordarla, e per me, perderla, significava aver perso tutto quello che non
trovavo in me.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Passarono due anni, lunghi,
molto lunghi, così tanto che io li chiamo “i miei due anni luce”. Due anni in
cui cercai di fare silenzio nella mia vita. Volevo capire, avevo bisogno di
capire. Volevo deporre la mia rabbia, il mio costante pensiero di essere una
vittima. Non mi bastava riconoscermi in quelle etichette. Ok, figo essere gay,
libera, non dovermi nascondere da nessuno (compresi i miei che ovviamente
avevano capito e erano palesemente contrari alla cosa, ma non me ne fregava un
tubo della loro approvazione, o di mettermi in contrasto, e manco della loro
opinione).</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Figo, sì. Ma non mi bastava.
Doveva esserci di più. Perché dovevo accontentarmi di quella parola,
"GAY", appioppata sopra la mia capoccia? Perché non riuscivo a
comprendere la mia femminilità, a gestirla, ad amarla? Perché questa
femminilità così sfuggente la andavo sempre a cercare in qualcun altra? </div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Decisi quindi di accettare
il consiglio di un caro amico e di andare da uno psicoterapeuta, e non dopo
pochi ripensamenti. </div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Punto n.1: io non ero
malata. Caspita, dallo psicoterapeuta ci vanno i matti, gli schizofrenici,
quelli con disturbi post traumatici, i bipolari, quelli che vanno riabilitati
perché socialmente pericolosi, quelli che quando camminano contano le
mattonelle, che parlano con il koala immaginario sul comodino o che
chiacchierano con la Madonna della partita, insomma. No una persona gay! Mica è
una malattia! Quindi, che cavolo dovevo andarci a fare da uno psicoterapeuta? </div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Punto n.2: posto che ci
vado, cosa mi fa? Mi lega alla sedia, mi tiene le palpebre aperte come su
Arancia Meccanica e mi fa vedere filmati di propaganda etero? Con immagini di
gay al rogo, dicendomi "se continui così finirai male!", o con
proiezioni di scritte subliminali tra le immagini, tipo: "il sesso giusto
è solo maschio-femmina"? </div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Oppure mi ipnotizza e mi
convince che gli uomini sono meglio delle donne? Che mi fa sto tizio? Come
potrebbe mai aiutarmi a rispondere alle mie domande?</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Alla fine, tira e molla con
i miei mille pensieri, dissi "Vabbè, andiamo. Al massimo me ne vado".</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Già il nome "terapia
riparativa" non mi diceva nulla di positivo … e mi dava pure un po’ sui
nervi, se devo essere sincera. Anche se guardandomi bene, qualcosa da riparare
c'era: la mia anima ferita.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
E quindi, la mia “terapia
ripartiva” volete sapere qual è stata?</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Il dottore mi disse
semplicemente che nessuno nasce gay o etero, che siamo frutto di quello che
viviamo. E fino a qui, pensai “ottimo, anche stavolta ho perso un’ottima
occasione per rimanere a farmi gli affari miei”. Voglio dire, non mi serviva di
certo andare dallo psicoterapeuta per capire una cosa del genere, bastava
leggersi diversi studi di biologia e psichiatria, con le posizioni delle
neuroscienze, per non parlare di tutto l'ambito medico che si è espresso sulla
plasticità del cervello. Ed io, di quella roba lì, avevo già letto almeno un
milione di articoli. </div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Ma andiamo avanti.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Mi ha fatto fare una serie
di test, tipo Minnesota e altri test standard (quelli che si fanno anche nei
concorsi pubblici per intenderci), niente “domande strane” o somministrazioni
di test a trabocchetto da compilare in valsi col sangue del pollice. Quindi,
persone che come me temevano strane iniziazioni con piume appiccicate in testa,
o unzioni con medicamenti miracolosi, sbandieramenti di crocifissi, benedizioni
ed esorcismi al grido di "esci da questo corpo spirito gay!",
rimarrebbero molto deluse.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Alla fine mi ha fatto
raccontare la mia storia, prendendo appunti di tanto in tanto, senza dare
nessun tipo di giudizio, senza accennare al giusto o allo sbagliato, al bene e
al male. Era in silenzio, mi ascoltava e basta.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Dopodiché ci siamo salutati
in attesa che potesse, alla luce di tutto quanto raccolto, operare la sua
sintesi clinica. </div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Per farla breve, la faccenda
si concluse così: mi spiegò il perché io provassi attrazione per le ragazze.
Perché odiassi gli uomini, e sfregiassi la mia femminilità. Non mi ha IN ALCUN
MODO cercato di convincere sul "etero è giusto, etero è meglio, così
finisci male". Mi ha solo detto il PERCHÉ (con un lumen di tipo
psicologico, vagliando gli episodi della mia vita) io provassi certe emozioni e
mi sentissi così.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Ecco a voi signori la mia
“terapia ripartiva” da parte dello psicoterapeuta. La parte difficile veniva
per me: confrontarmi con la verità oggettiva, fuori dal mio punto di vista. La
vera attività di “riparazione” dell’anima doveva venire dalla mia volontà.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Iniziai quindi a rileggere
ogni mia esperienza alla luce di quanto il doc. aveva spiegato sulla mia vita.
"Allora ecco perché quella volta mi sono sentita così! Ecco come mai
quando mi succede questo mi viene da pensare così", ecc. ecc.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
E soprattutto compresi,
riflettendo, che le differenze tra donne e uomini ci sono e sono innegabili.
Che la natura delle cose gira come è stata costruita, con un senso, dove la
necessità della complementarietà del maschile e femminile è innegabile. E
questo per esempio lo vedevo proprio in me, che non potevo essere un uomo e
odiavo i maschi, ma mi atteggiavo come una copia (anche piuttosto grottesca) di
loro.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Iniziai a voler riscoprire
la mia femminilità, fu un processo lungo, ma più questa emergeva nuovamente e
più ne sentivo il bisogno.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Tuttavia mi chiedevo
costantemente: "come mai sono arrivata ad amarle quelle ragazze?". Un
conto è attrazione, infatuazione, e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">qualsiasialtracosa-</i>zione...ma
innamorarsi, perdutamente, porca miseria, è un'altra cosa!</div>
<div style="text-align: justify;">
La risposta ce l'avevo sotto gli occhi tutti i
giorni, e finalmente, dopo del tempo, capii: in ognuno di noi c'é la grande
motivazione per cui esistiamo, la sola grande e vera predisposizione per cui
nasciamo... AMARE.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Ma ci sono modi e modi di
amare. Modi più giusti rispetto a quell'Amore per cui siamo stati creati, e
modi più lontani. Io le amavo quelle ragazze, ma in funzione mia. In funzione
del mio egoismo scriteriato (altra forma di “amore”, ben distante da quello per
cui siamo nati).</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Io sono una donna, e questo
non è riconsiderabile né si può dire il contrario. Io sono una donna e sono
nata per un Amore più grande del mio piccolo egoismo e del mio bisogno. Non
metto in dubbio e non posso mettere in dubbio che io abbia amato quelle ragazze
(perché Dio solo sa quanto le ho amate, a modo mio, certo, e purtroppo
sbagliando, ma era il solo modo che conoscevo), eppure, io non sono nata per
questo.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYDTl5jyde2JQ-8GWl2ydMtUClybwQt3SwrMjh0_g6X1kXJQ_TZq72qaZjCpFBqwOoA9-V9wQ-uqTNmrX_8wIq0r8mURUu18ooKhmPHbN2O2Xhuj57yM8k1jag4Jz0RtShEGbQcy3fHgk/s1600/silouette+famiglia.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYDTl5jyde2JQ-8GWl2ydMtUClybwQt3SwrMjh0_g6X1kXJQ_TZq72qaZjCpFBqwOoA9-V9wQ-uqTNmrX_8wIq0r8mURUu18ooKhmPHbN2O2Xhuj57yM8k1jag4Jz0RtShEGbQcy3fHgk/s400/silouette+famiglia.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Qualche mese più tardi
arrivò LUI. </div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Il che mi sconvolgeva, e
nemmeno poco. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Un uomo ed io?</i> No, no,
non poteva andare. In più, un uomo anche figo, che figuriamoci se poteva
interessarsi ad una come me... ci doveva essere la fregatura. Magari era un
pluriomicida, o un evaso da qualche istituto mentale. O nella migliore delle
ipotesi era un semplice "amatore seriale”, ecco perché faceva tutto il
simpaticone. Gli uomini sensibili, carini e coccolosi sono una figura così
mitologica, che è più plausibile incontrare la fatina dei denti mentre ti
lascia il soldino sotto il bicchiere.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
È andata a finire che avevo
torto. Avevo torto e di brutto. È andata a finire che mi sono innamorata di
quel Tipo, e dovetti constatare, con mia gioia e sorpresa, che non era né un
pluriomicida, né un ex internato e manco aveva intenzione di portare a letto
l'ennesima conquista. Ho scoperto che era simpatico, che come mi fa ridere lui
nessuno ci riesce (e nemmeno a farmi incavolare così tanto a dir la verità:
siamo complementari, anche per questo!), che era sensibile spesso anche più di
me, che era <i style="mso-bidi-font-style: normal;">davvero</i> coccoloso, e che
mi amava e mi avrebbe amata, così come ero, senza scappare davanti al macigno
che mi portavo dietro, restandomi accanto.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
È andata a finire che quel
Tipo me lo sono sposata, che ho scoperto di poter amare in un modo che mai
avrei immaginato, dove "pretendere e prendersi" non porta a nulla,
dove conta solo darsi, dove spesso anche il dolore scandisce i giorni, perché
Amore è anche dolore, sacrifici, paure e tanta fiducia. Ma sono felice. Lo Amo,
e ho imparato ad accettarmi, a sentirmi di nuovo donna, a capire chi fossi come
donna e quale fosse il mio posto a questo mondo. </div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
È andata a finire che
aspettiamo una bambina, e non tornerei mai indietro, che nonostante le mille
difficoltà che il matrimonio, la gravidanza, la vita di coppia nella sua
"diversità" comportano, io sono felice.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
La mia storia è per
raccontarvi solo la mia esperienza (la mia personalissima esperienza), non
voglio dire cosa è giusto e sbagliato fare. </div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Però pretendo il diritto di
poter dire la mia, in qualità di persona che ha vissuto qualcosa di diverso da
quello che si sente in giro. </div>
<div style="text-align: justify;">
Pretendo il diritto, per le persone che come me
volevano cercare una risposta, che sentivano l'esigenza di un'alternativa, di
poter ricorrere alle cosiddette “terapie riparative”, senza che le stesse
vengano messe al bando dalle lobby. </div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Voglio il sacrosanto diritto
di urlare che io <i style="mso-bidi-font-style: normal;">esisto</i>, e che sono
la dimostrazione vivente che si può cambiare, e che il cambiamento avviene solo
quando lo si cerca e perché lo si vuole. Perché si sente che quella vita non ci
basta. Possibile che questo diritto vada cancellato? Non ho mai sentito di
imposizione di “terapie riparative” nelle scuole, mentre ho sentito più volte
l’imposizione dell’ideologia gender nelle stesse. Io pretendo il diritto di
poter liberamente accedere alle terapie riparative per chiunque VOGLIA farlo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Voglio poter chiedere alle persone che non hanno
mai avuto esperienze omosessuali, che non hanno la minima idea di come sia
l'ambiente gay vissuto in prima persona, di fare un bell'atto di umiltà e non
parlare a vanvera, soprattutto autonominandosi dottori in cose di cui spesso
non sanno nulla. Rimanete in silenzio piuttosto che accodarvi al pensiero
delle associazioni LGBT, che non vi riguarda e di cui non vi sentite nemmeno
troppo toccati, in realtà. Perché la paura vera è quella di essere tacciati di
“bigottismo” ed è sempre dietro l’angolo. Non ergetevi a paladini di non si sa
che cosa. Rispettateci.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Voglio poter dire la mia,
voglio poter dire che l'unico Amore di coppia per cui siamo nati è quello
uomo-donna, e che la gioia e la profondità che tale Amore può dare, non è
descrivibile.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Voglio poter raccontare la
mia storia senza essere censurata: noi esistiamo e facciamo paura alle
associazioni LGBT, che NON rappresentano il pensiero di tutti gli omosessuali,
ma solo di una ristretta minoranza, dotata però di forte eco mediatica e
visibilità.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Voglio potermi rivolgere ai
miei fratelli, amici che vivono quello che anche io ho vissuto. Amici, che
avete attrazione per persone del vostro stesso sesso, e che amate persone del
vostro stesso sesso, vorrei chiedervi se davvero vi piace l'idea che la frangia
più esaltata ed estremista degli omosessuali, aneli all'imposizione di
etichette anche sulle vostre vite. Voglio chiedervi se vi sembra giusto ed
appagante il fatto che verrete sempre considerati in primis "meritevoli di
tutela in quanto gay" e non in quanto persone. </div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Voglio poter gridare che la
mia "omofobia" (perché sì, mi hanno anche dato dell'omofoba, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">i</i> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">benpensanti</i>)
attiene alla paura della standardizzazione del pensiero, del non poter permettere
ad altri di dire la propria, se non allineati al <i style="mso-bidi-font-style: normal;">politicamente corretto</i> e alle idee delle associazioni LGBT. La mia
vera fobia riguarda la censura legalizzata, che ti accusa di spargere odio e
discriminazione solo perché si pensa qualcosa di diverso, anche semplicemente
raccontando la propria esperienza personale.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Vorrei poter dire che mi
sembra assurdo ascoltare alcune parole da parte di persone omosessuali, tipo:
"quando sento parlare di famiglia naturale vorrei prendere un kalashnikov
e sparare in piazza". Per poi tacciare di violenza, bigottismo e
discriminazione l'esposizione di un differente pensiero.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Voglio poter dire che due
più due fa quattro e che da due uomini e due donne la vita non può nascere.</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Una mia cara amica
(“attivista gay e fieramente gay”, come si è spesso definita, cui ho voluto e
bene e cui continuo a voler bene da lontano, purtroppo), non mi rivolge più la
parola da anni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi chiamava sorella. E poi, mi ha chiamata
"reietta".</div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 9.75pt; text-align: justify;">
Si, amica mia, sono una
reietta, e sono felice. Davvero felice.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-71711864608250547622017-01-16T08:46:00.000-08:002017-01-16T08:46:10.401-08:00LE FERITE E IL TERRENO DELL'ANIMA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxl97i2M1flqtiN3NtxZNc-HgwfySz7gMLhU9KU106Umak8wYh3D8vnGQMm1pk9mv5CHCeK95sppLrFnjsiIRkgKFFxOMzRUDX7hEfy1eq-SNF6FjN2_Vr_gwfyzhBruX7c-2onARFxHE/s1600/1633577460.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxl97i2M1flqtiN3NtxZNc-HgwfySz7gMLhU9KU106Umak8wYh3D8vnGQMm1pk9mv5CHCeK95sppLrFnjsiIRkgKFFxOMzRUDX7hEfy1eq-SNF6FjN2_Vr_gwfyzhBruX7c-2onARFxHE/s640/1633577460.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Le ferite dell’anima: abbiamo
passato una vita a cercarle, stanarle, odiarle. Quando non siamo vissuti nella
totale inconsapevolezza della loro esistenza. Allora permettevano che esse
condizionassero la nostra vita portandoci a meccanismi automatici di cui
eravamo all’oscuro. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Poi una volta compreso il loro
potere devastante, siamo diventati delle furie, per quel male innocente di cui
eravamo stati vittime e di cui non avevamo colpa. E in questo modo continuavamo
a dare potere a quel male che le aveva generate.</div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Lo abbiamo odiato quel male: il
Nemico. Abbiamo odiato chi ha segnato la nostra anima, tracciando in noi un
solco indelebile quando eravamo deboli, indifesi, talora troppo piccoli persino
per ricordare. E quando ci siamo resi conto di quanto le ferite ci
condizionassero, l’ansia di non riuscire più a ricordarle tutte ci ha
terrorizzato. Abbiamo temuto che per questo esse avrebbero continuato a
renderci schiavi. Senza possibilità di salvezza.</div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Ma non avevamo considerato
qualcosa. E nemmeno lui, il Nemico.<br />
<br /></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Il Male infatti è astuto, ma non
è sapiente. Chi è astuto guarda al momento, al qui e ora, ad arraffare ciò che
può senza preoccuparsi delle conseguenze, né vedere in prospettiva. Ma chi è
Sapiente sa vedere oltre, lontano.<br />
<br /></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
E sa attendere. <br />
<br /></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Il Sapiente sa che là dove c’è
un solco profondo, un domani qualcosa di buono può essere seminato. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
E così, mentre un Oscuro Signore,
all’alba della nostra vita, ci colpiva nel sonno dell’esistenza, ancora
incoscienti, di modo che, quando ci fossimo svegliati, credessimo di essere
sempre stati segnati così, un Signore molto più grande e potente lo seguiva a
distanza e in ognuno di quei solchi tracciati nella nostra anima, seminava la
sua Grazia, piangendo per il male che ci era stato fatto e riversando il suo amore. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Senza saperlo, mentre il Nemico cercava
di violarci, in realtà stava facendo posto dentro di noi.<br />
<br /></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Quel Signore, il
Sapiente, il Signore del Campo, sapeva che a tempo debito da ognuna di quelle
ferite quel seme di amore sarebbe germogliato. E quel germoglio avrebbe
affondato le radici in modo molto più saldo, quanto più la ferita in cui era
nato fosse stata profonda. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Come infatti il terreno ha
bisogno di essere dissodato prima di essere seminato, per portare frutto e perché
quel frutto rimanga, così la nostra anima ha bisogno di fare spazio per
accogliere tutta la potenza dell’amore di Dio. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Se solo ce ne fossimo resi conto
prima! Se solo avessimo capito prima che nel segreto non agiva solo il Male con
i suoi solchi profondi e dolorosi! Nel segreto c’erano molti più semi di Bene
piantati, molti dei quali, come per le ferite, non riusciremo nemmeno a vedere,
eppure porteranno frutto lo stesso. </div>
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Noi siamo il campo ferito.</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Noi siamo il campo dissodato. Con
dolore, con fatica certo. Forse con rabbia.</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Eppure porteremo frutto lo
stesso. Perché il proprietario di quel campo non è l’Oscuro Signore, ma
qualcuno che il campo della nostra anima lo ama più di sé stesso.<br />
<br /></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Egli ha seminato la sua Luce nel
profondo delle nostre Tenebre. Lo ha già fatto. Molto tempo fa. Perché nulla
andasse perduto. Nemmeno quel dolore che lui non voleva per noi, ma che
qualcuno ci ha inferto a tradimento. <br />
<br /></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Allora non sarà più importante
ricordare o scovare ogni ferita. L’importante sarà innaffiare tutto il campo, prendersi
cura di tutto ciò che siamo. Perché tutto germogli, anche dove non siamo in
grado di vedere o di ricordare. Nella fiducia che in tutto ciò che siamo, Dio
ha nascosto il suo seme di Vita.</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br />
A noi sta innaffiare il terreno
con fiducia. Tutto. <br />
Anche dove ci sembra che non valga la pena.</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br />
<br /></div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
A chi crede e a chi ancora no,
non smettete di cercare la Speranza.</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Voi siete meravigliosi.</div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141021985831525323.post-40726746445143264952017-01-02T10:45:00.000-08:002017-01-02T10:46:59.405-08:00"GIORNI DI UN FUTURO PASSATO", da LincMagazine, Dicembre 2015<div style="text-align: justify;">
<i>Un anno fa si è conclusa la mia collaborazione con </i><a href="http://www.manpowergroup.it/" target="_blank"><i>Manpower Group</i></a><i>, azienda con la quale ho avuto modo di lavorre con gioia, e con la loro rivista </i><a href="https://www.lincmagazine.it/" target="_blank"><i>Linc Magazine</i></a><i>, per la quale tenevo la rubrica di storie di speranza sul mondo del lavoro "Io sto con Giorgio!". Questo fu l'ultimo articolo, in chiusura 2015 e in chiusura di un evento come EXPO, diventato famoso più per le polemiche che per le prospettive che si riprometteva di aprire. A un anno da allora, l'augurio che contiene mi sembra ancora attuale e valido per questo 2017. Il futuro che ci aspetta infatti affonda le radici nel nostro passato. Che le vostre radici siano sempre salde e profonde per permettere alle vostre fronde di stendersi lontano. </i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtIi3-8Vt5xErAuY27jedEDhasAH1mqq_sCoujiJNucrHbA74e8HzcHYY9R8dBF3SsUUKqa9jDcE5UnVgdTGVP8lRFjZnMNhfBjQHpnTLdhT6r-q-OEUgPowJurAnk3sbGWFpmsHKI0ck/s1600/05.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtIi3-8Vt5xErAuY27jedEDhasAH1mqq_sCoujiJNucrHbA74e8HzcHYY9R8dBF3SsUUKqa9jDcE5UnVgdTGVP8lRFjZnMNhfBjQHpnTLdhT6r-q-OEUgPowJurAnk3sbGWFpmsHKI0ck/s640/05.jpg" width="640" /></a></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
***</div>
La storia che vi racconto oggi è avvenuta un anno
fa, durante uno dei miei soliti incontri casuali-volontari, e già allora mi
colpì parecchio. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi trovavo sulla navetta per l’aeroporto di
Linate e avevo appena ricevuto le bozze definitive della copertina del mio
romanzo, <i>Io sto con Marta!</i>. Preso dall’entusiasmo, e un po’ dalla preoccupazione, senza pensarci
su (difetto che ho spesso, quando parlo) mi voltai verso la mia vicina di
sedile, una donna giovane, con un bimbo in braccio e brandendo il mio cellulare
a un centimetro dal suo naso le chiesi: “Lei lo comprerebbe un libro con questa
copertina?”</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La malcapitata, pur stringendo un pelo più a sé
il bambino, per fortuna ebbe la gentilezza di non alzarsi e scappare a gambe
levate e mi rispose, dopo averci pensato un po’ su, che sì, le piaceva e
l’avrebbe comprato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poco da dire: dopo un secondo ci stavamo
raccontando le rispettive vite. E sentite cosa scoprii: la ragazza stava
fuggendo dalla Germania per tornare nella sua terra, la Puglia. Tranquilli,
niente che evocasse scenari da Seconda Guerra Mondiale. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Però no, non avete capito male: un’italiana, per
di più meridionale, stava fuggendo dall’economia più florida del vecchio
continente (o almeno così si dice) per tornarsene nella profonda terronia (sono
terrone anche io, mi è concesso chiamarla così!). </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Con il marito avevano deciso di sfruttare
un’occasione propizia e aprirsi un negozio a Berlino un anno prima. E come lo
avevano aperto, ora lo stavano chiudendo in tutta fretta per tornare a gestire
quello di famiglia nel loro paese.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Perché, direte voi? È quello che le ho chiesto anch'io. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Semplice: quella non era l’Italia. La cultura, il
tempo, il modo di stare assieme… tutto era diverso. E tutto questo non valeva i
vantaggi economici e gli sgravi fiscali. Loro non volevano un futuro lì.
Certamente lei e il marito erano più fortunati di altri ad avere una vera
opportunità di scelta, ciononostante questa storia non mi ha lasciato
indifferente. Il motivo per cui ve la ripropongo oggi, dopo un anno, è proprio
legato al futuro che vogliamo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
EXPO è finita da poco: le code, i disagi e le
polemiche sono a un tratto alle nostre spalle, insieme agli spettacoli, agli
sponsor, alle luci e i giochi d’acqua e al sogno di un mondo che dia “energia
per la vita”<i style="mso-bidi-font-style: normal;">.</i> </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E adesso? Qual è il futuro che ci aspetta? Cosa
resterà di questa immensa vetrina mondiale?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Se una cosa da questo evento ho imparato è che il
nostro pianeta è composto di una varietà infinita di risorse naturali e
culturali che vanno rispettate e preservate, poiché dalla diversità nasce la
ricchezza. In tutti i sensi possibili.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Se però a questa diversità volteremo le spalle,
forzati dalle circostanze a un’omologazione economica quanto culturale, saremo
come alberi che protesi verso un corso d’acqua finiscono sradicati dal
terreno buono nel quale sono cresciuti, rischiando di morire. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco, io credo
che la storia della mia malcapitata compagna di viaggio ricordi a tutti proprio
questo: le nostre radici ci dicono chi siamo, e senza di esse non possiamo
vivere. E i Pugliesi, con i loro olivi secolari, lo sanno bene. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Se una speranza deve lasciarci EXPO è che nel
futuro ognuno di noi possa “nutrire il pianeta”, dal piccolo frammento che ne
occupa, in cui è nato è cresciuto, lì dove affondano le sue radici. Che chi
parte, lo faccia perché vuole, come è capitato a me, e non perché <i style="mso-bidi-font-style: normal;">deve.</i> Che più che a una pianta che si
sradica, sia simile a un rampicante, che arriva lontano continuando a nutrirsi
della terra che lo ha generato. E che il lavoro, come l’economia, tornino a
essere “energia per la vita” delle persone, e non la vita delle persone energia
(o <i>combustibile</i>) per il lavoro. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Natale è vicino e a tutti è concessa una
preghiera. La mia per voi, per noi tutti, sarà questa: che il nostro futuro non
rinneghi il nostro passato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A tutti, chi ce l’ha e chi ancora no,</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Buon Lavoro!</div>
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
Giorgio Pontehttp://www.blogger.com/profile/03938227852302417246noreply@blogger.com0