Quando nove anni fa, nel mezzo di una strada che non riconoscevo più, abbandonai tutto per dedicarmi alla scrittura, guidato da una voce che mi diceva di fidarmi, il primo libro che riuscii a scrivere fu un trittico di romanzi brevi che chiamai Sotto il Cielo della Palestina e il cui intento non era altro che restituire sangue, carne e identità a tre personaggi minori del Vangelo, dei quali nulla è arrivato fino a noi se non quel singolo giorno in cui la loro strada si è incrociata con quella di Gesù di Nazareth.
Purtroppo spesso si rischia di guardare a queste
persone solo come figure simboliche, dimenticando che anche loro erano uomini e
donne come noi, e raccontandole solo in funzione del personaggio principale,
Gesù. In queste tre storie i ruoli sono capovolti: è Gesù che si mostra e viene
mostrato a partire da loro. È lui il personaggio minore (ma non secondario). Volevo mostrare gli uomini dietro e dentro la storia. Volevo scrivere un
libro di pura narrativa, avvincente anche per un potenziale lettore ateo,
partendo dal terreno del dramma, che qualsiasi uomo, credente o no, può
comprendere.
E in qualche modo, volevo anche mettere a frutto quello che era il
mio vissuto di allora, di persona salvata dalla morte.
Levi è
la prima di tre storie cui devo la vita e la mia rinascita come scrittore.
Quelle che, tornato da Roma come un sopravvissuto, mi hanno permesso di
capire quale strada dovevo prendere. Ho cercato di ripulire il testo nel modo
meno invasivo possibile, senza tradire l’anima di quel ragazzo di ventiquattro
anni che ero e che li aveva scritti con entusiasmo e fiducia, prima di tutto in
un Dio che mantiene le sue promesse, anche quando tutto il mondo sembra dirti
il contrario. Perciò scusatemi se di tanto in tanto noterete qualche
imperfezione o immaturità rispetto a Io
sto con Marta!. Un buon editor non può violare in maniera strutturale il
testo di un altro, anche se quell’altro
è il sé stesso di qualche anno prima.
So che non si fa uscire un libro di venerdì sera,
a nove giorni dal Natale, quando il formato cartaceo è ancora in lavorazione,
ma vedete, ho smesso di credere che tutto nella vita debba essere programmato e
organizzato al millesimo il giorno in cui un libro che tutti avevano rifiutato
per quattro anni, è salito in vetta alla classifica di Amazon senza l’aiuto di
nessuno (se non delle persone “normali” che lo avevano letto e amato) e ci è
rimasto fino a convincere uno di quegli stessi editori che avevano detto “no”
quattro anni prima, a tornare sui suoi passi.
Se avessi dovuto sempre seguire ciò che era
“sensato” fare o non fare, oggi non sarei ciò che sono, non sarei mai diventato
scrittore, non avrei mai pubblicato con Mondadori, e non vivrei in una delle
città più care di Italia da sette anni, senza sapere da un mese all’altro se
avrò un lavoro che mi permetterà di restare qui.
Perciò sì, voglio fidarmi ancora e fare una cosa
folle, l’ennesima, in un momento in cui non ho più alcun lavoro in mano che non
sia scrivere per conto di Dio. Come per il mio primo romanzo ho avuto mille
interessamenti negli anni da parte dei professionisti; nessuno dei quali però,
pur lodando la scrittura, ha avuto poi il coraggio di fare diventare questo, un
libro vero.
Così ho deciso di nuovo di regalare questo
libro alle persone.
Voglio ricordarmi che il motivo per cui scrivo è
perché la gente legga e attraverso le mie parole possa essere felice. Perciò
dono queste tre storie a chiunque le vorrà leggere, proprio come ho fatto con Io sto con Marta!. E mi scuso, se
magari, dopo avervi fatto ridere, questa volta potrei farvi piangere. Nel caso
vi ringrazio. Non c’è dono che un uomo possa fare a un altro, più prezioso
delle proprie lacrime.
Se Dio vorrà, come per la mia prima eroina, anche
Levi passerà di mano in mano per diventare un libro in carta e ossa.
Se voi vorrete, le vostre mani ancora una volta
saranno le mani di quella Provvidenza che non dimentica nessuno dei suoi figli.
A chi crede, e a chi ancora no, non smettete di
cercare la Speranza.
Voi siete meravigliosi.
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