Figlio mio,
fratello, amico,
ho
cercato a lungo di parlarti, ma tu fai di tutto per sfuggirmi. Perché hai paura
di me? Ho nostalgia della tua compagnia, del tuo sorriso, del tuo abbraccio, e
so che anche tu nel tuo cuore avverti la stessa mancanza.
Perché
allora mi allontani?
Temi
di avvicinarti? Temi che stando con me tu possa soffrire? La sofferenza fa
parte della vita.
Temi di non essere in grado di starmi dietro?
Ogni cammino è
costellato di cadute. E tu cadrai sempre, che ti affidi a me o no. Ma se sarai
con me, quando cadrai non dovrai fare affidamento solo sulle tue forze per
rialzarti: avrai le mie a reggerti. E quando piangerai avrai qualcuno che possa
capire il tuo dolore. Sempre.
Ti
vedo affannarti nella ricerca di chi comprenda il tuo cuore, di chi sappia
guardarti dentro e amarti così come sei. Eppure io, che sono l’unico che sa
veramente ciò che porti dentro, spesso vengo rifiutato da te. Io conosco la tua
sofferenza perché la provo insieme a te, e vedo oltre le tue maschere e le tue
brutture. Io conosco la tua storia e il tuo dolore ed è per questo che la mia
misericordia e la mia pazienza verso di te vanno oltre quella di qualsiasi
uomo: perché io conosco ciò che nessun altro sa e vedo quello che nessuno può
vedere, ciò che tu nascondi perfino a te stesso.
Soffro
terribilmente quando mi ignori, quando non ti confidi con me, quando trovi
tempo per tutti gli altri amici tuoi e a me non racconti nulla. Soffro perché
vorrei aiutarti, vorrei ascoltarti, accogliere le tue ferite e le tue gioie, ma
tu non me ne dai la possibilità.
So
quanto ti spaventa camminare con me, ma non devi avere paura. La paura è una
tentazione. Credimi, io so di cosa sto parlando. Non aver paura di abbandonare
il bisogno di dominare la tua esistenza. Lascia che io adempia il vero
desiderio del tuo cuore.
So
quante seduzioni e mali ti tormentano. Conosco queste cose, perché io stesso le
ho vissute.
Credi
davvero che non sia mai stato tentato di usare il mio potere per costringere te
e i tuoi fratelli a stare con me, sapendo che questa era l’unica cosa che poteva
rendervi felici? Lo avrei fatto per voi, per difendervi, ma non sareste stati
mai liberi, mai veramente felici, perché non consapevoli. Come vedi, a me il
male si è presentato travestito da bene, come tante volte capita a te.
O
forse credi, solo perché sono Dio, che non sappia o non conosca le molte
tentazioni e i molti desideri a cui il tuo corpo ti espone? Ho un corpo
anch’io, e se è vero che sono Dio, lo è altrettanto il mio essere Uomo. Io ho
provato tutte le seduzioni con cui tu ti scontri ogni giorno, molto prima di
te, ma con la violenza e il tormento di mille tempeste, poiché sapevo di avere
il potere, se lo avessi voluto, di soddisfare ogni mio desiderio.
Io
so quello che provi. Più di chiunque altro: voglio solo stare con te quando lo
vivi, quando il male ti tenta, la sofferenza ti attanaglia, il dubbio ti
dilania. Non posso eliminare queste cose dalla tua vita, ma posso darti la
forza del mio Spirito per superarle. La forza che mi sostenne nel deserto.
Posso
darti i miei occhi per vedere ciò che è inganno e ciò che è vero, per
smascherare i molti lupi travestiti da agnelli che ti circondano, e darti la
forza per combatterli.
Io
lo posso fare e lo voglio fare. Perché ti amo! Perché so che solo questo può
darti gioia. Come io infatti sono passato da tutte queste cose per giungere
alla risurrezione, così anche tu stai sicuro che, con me, non resterai
impantanato nel dolore e nelle difficoltà, ma troverai la pace del tuo cuore.
Ti
prego, ciò che hai da vivere, vivilo con me! Scegli di stare con me! Per me il
dono più grande è solo quello di poterti stare accanto. Quando gioisci e quando
stai male allo stesso modo. Perché ogni momento della tua vita sia sempre
rischiarato dalla luce e dal conforto del mio Amore.
Perché
tu sei mio figlio, mio fratello, il mio amico più caro, e io non posso stare un
istante senza che il mio pensiero vada a te.
Ti
voglio Bene e ti abbraccio con tutto il calore di cui sono capace.
Per
sempre tuo, Gesù.
***
Quando tornai da Roma, più di
dieci anni fa mi fu data la possibilità di seguire un gruppo di giovani
universitari nel movimento di cui facevo parte, i Gruppi ACJ. Un'esperienza che
considero tutt'oggi un privilegio aver vissuto.
Di
volta in volta mi trovai ad elaborare insieme a Suor Carmela, donna la cui
forza enorme è pari solo all'umiltà, modi nuovi per far fare loro
esperienza di Cristo. Fra gli altri, alcuni racconti brevi o spunti
narrativi, che per caso mi sono trovato a rileggere in questi giorni.
In
quegli incontri settimanali davanti al Santissimo vidi come le parole scritte messe
in mano a Dio potevano generare vita in modi molto diversi a seconda delle
persone, e mi confermai nel desiderio di poter fare questo con la scrittura per
quante più persone possibili.
Quella
che ho pubblicato qui oggi è una lettera nata da quella esperienza: un messaggio immaginario di Gesù sulla tentazione e sulla
caduta; su quell'umanità di Dio che troppo spesso dimentichiamo e nella quale
risiede la nostra speranza di salvezza.
Non
ricordo più se l'avessi elaborata per intero io o se avessi aggiunto delle
parti a un testo preesistente. Alcune cose ricordo con chiarezza di averle
pensate. Di sicuro so che rileggerla ieri mi ha commosso per il modo in cui
ancora, dopo tanto tempo, queste parole mi risuonano dentro come dette da Lui
in persona.
Con
l'augurio che esse possano essere di consolazione per qualcuno di
voi come lo furono per quei ragazzi, che allora erano fratelli e oggi sono amici, ve le dono.
A chi ci crede
e a chi ancora no, non smettete di cercare la Speranza nella vostra vita.
Voi siete
meravigliosi.
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